Riina, Salvatore (Totò)

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Riina, Salvatore (Totò). - Mafioso italiano (Corleone 1930 - Parma 2017).  Affiliato dagli anni Cinquanta al clan dei Corleonesi guidato da L. Liggio, arrestato ripetute volte già nel corso della gioventù, ha trascorso la sua esistenza alternando brevi periodi di detenzione a fasi prolungate di latitanza, che gli hanno consentito di giungere ai vertici della Cupola di Cosa Nostra, di cui è stato Capo dei Capi dal 1982 fino al 1993, anno in cui è stato definitivamente arrestato sulla base di informazioni fornite da collaboratori di giustizia. Insieme al suo braccio destro e successore B. Provenzano, è stato giudicato responsabile, tra i numerosissimi crimini commessi, delle stragi di viale Lazio a Palermo (10 dicembre 1969, cinque vittime nello scontro tra due opposte fazioni di Cosa nostra), di Capaci (23 maggio 1992, vittime G. Falcone, la moglie F. Morvillo e gli agenti della scorta R. Dicillo, A. Montinaro e V. Schifani), e di via D’Amelio (19 luglio 1992, vittime P. Borsellino e gli agenti della scorta A. Catalano, W. Cosina, V. Li Muli, E. Loi e C. Traina). Condannato a  26 ergastoli, latitante per 43 anni, mandante di omicidi di figure istituzionali impegnate nella lotta alla mafia quali P. Mattarella, P. La Torre, C.A. Dalla Chiesa, R. Chinnici e S. Lima, ha sferrato negli anni Novanta un attacco sistematico allo Stato instaurando relazioni tra il potere politico e il potere mafioso, con un raggio di collusioni e complicità a tutt’oggi non chiarito, e mantenendo il controllo sulle principali attività economiche e politiche regionali ed extraregionali. Dopo l’arresto ha rifiutato ogni forma di collaborazione con la giustizia, adottando una linea negazionista in merito alle imputazioni e ai reati a suo carico.

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