ERACLEA VENETA

Enciclopedia dell' Arte Antica (1994)

ERACLEA VENETA (Heraclia; Civitas Nova; Civitas Nova Eracliana)

P. Tozzi – M. Harari

Città che, secondo le antiche Cronache venete, sarebbe stata fondata su un'isola della laguna da profughi della romana Opitergium (Oderzo), distrutta dai Longobardi nel 639 d.C., per iniziativa dell'autorità episcopale e a gloria di Eraclio, imperatore di Bisanzio. Un'epigrafe rinvenuta a Torcello dà notizia che, proprio alla fine del 639, un alto ufficiale dell'esercito bizantino, Mauritius, promuoveva effettivamente in questi luoghi operazioni edilizie di grande rilievo. Allo scorcio del VII sec. e nei primi decenni dell'VIII, E. detiene, fra i centri lagunari di nuova fondazione, un primato politico indiscusso, come indica anche il patto stipulato direttamente col re longobardo Liutprando, la c.d. terminatio.

Nel IX e X sec. si hanno i primi segni di un declino che si accentua nei secoli successivi. L'inarrestabile decadenza dell'antica capitale della Venetia maritima si deve, più che alle incursioni devastanti dei nemici o alle scelte politico-economiche dei Dogi, in particolare all'instabilità idrogeologica della sua laguna, che avrebbe preteso cure continue, coordinate e dall'autorità centrale e dai suoi abitanti.

È possibile che il toponimo più antico fosse quello che allude al «patronato» imperiale e che Civitas Nova, Cittanova, volesse indicare una successiva condizione della città. La storia della cartografia veneta consente di individuare con buona approssimazione il luogo di E., per la persistenza del toponimo Città Nuova (a volte: distrutta) a designare il minuscolo abitato presso la confluenza del Ramo (de Canal) con la Lanzalonga (oggi C. Brian). In questa medesima area, sita qualche chilometro a E di S. Donà di Piave, copiosi rinvenimenti archeologici, per lo più accidentali, attestano - con una notevole frequentazione d'epoca romana - l'esistenza indubbia di un abitato altomedievale, che può identificarsi con la perduta Eraclea. Un importante incremento conoscitivo si è avuto nel 1984, con la pubblicazione e lo studio di una serie di fotografie aeree, che hanno rivelato la planimetria della città o, più esattamente, le tracce della maglia di canaletti artificiali che, incardinati su un grosso paleoalveo anticamente sfociante in laguna, ne drenavano gli spalti sabbiosi, consentendovi l'insediamento.

I risultati preliminari di ricognizioni e scavi confermano pienamente la proposta di lettura del paesaggio antico, con la grande ansa fluviale e le formazioni sabbiose, peninsulari piuttosto che insulari, al margine della laguna, e gli interventi sicuramente antropici di canalizzazione. Ma irreparabilmente impoverito da scassi e livellamenti agricoli appare ormai il deposito archeologico che, per la fase medievale, induce a ridurre sensibilmente l'ampiezza e la stessa consistenza urbana dell'insediamento.

Un abitato lagunare nell'alto medioevo non è infatti una «città» né in senso classico né moderno: discontinuo e misto, con molti orti alternati e adiacenti a case di legno e paglia, eventualmente con aree destinate a funzione di peschiere e di saline. Ma la concezione pianificata dell'insieme, che la fotografia aerea soprattutto sottolinea, costituisce in ogni caso un modello fondamentale per l'esperienza successiva di Venezia.

Bibl.: P. Tozzi, La scoperta di una città scomparsa: Eraclea Veneta, in AthenaeumPavia, LXII, 1984, p. 252 ss.; P. Tozzi, M. Harari, Eraclea Veneta. Immagine di una città sepolta, Parma 1984 (con bibl. prec.); iid., Morte e riscoperta di Eraclea, in AthenaeumPavia, LXIII, 1985, p. 471 ss.; G. Rosada, Da Civitas Nova a Heraclia. Il possibile caso di una tradizione di propaganda sulle origini «antiche» di Venezia, in AquilNost, LVII, 1986, c. 909 ss.; P. Tozzi, M. Harari, Civitas Nova Héracliana et sa découverte par la photographie aérienne, in ActaCIDebrec, XXII, 1986, p. 37 ss.; M. Tombolarli, Venezia, Eraclea, in Le zone archeologiche del Veneto, Venezia 1987, p. 94 s.; H. Blake, Fieldwork at Eraclea, in Current Research in Italy, Londra 1988, p. 11 s.; H. Blake, A. Bondensan e altri, Cittanova Heraclia 1987: risultati preliminari delle indagini geomorfologiche e paleogeografiche, in QuadArchVen, IV, 1988, p. 112 ss.; P. Tozzi, M. Harari, Trasformazioni del paesaggio e riscoperta di Eraclea, in La «Venetian dall'antichità all'alto medioevo, Roma 1988, p. 215 ss. (con bibl.); I. Borghero, T. Marinig, Prime valutazioni cronologico-funzionali sulla presenza romana nell'area di Cittanova, in Venezia Arti, III, 1989, p. 148 ss.; S. Salvatori, Ricerche archeologiche a Cittanova. Metodi, risultati, prospettive, ibid., p. 146 ss.; AA.VV., Ricerche archeologiche a Cittanova (Eraclia) 1987-1988, in QuadArchVen, V, 1989, p. 77 ss.; G. Fedalto, Le origini della città di Venezia tra antiche fonti e recente storiografia, in AAdv, XXXVI, 1990, p. 103 ss.; S. Salvatori, Civitas Nova Eracliana: risultati delle campagne 1987-1988 e prospettive generali, ibid., p. 299 ss.