ERITTONIO

Enciclopedia dell' Arte Antica (1960)

ERITTONIO (᾿Ερυχϑόνιος, Erychthonios)

G. Becatti

Nato dall'amore di Efesto per Atena, dal seno di Ghe fecondata dal dio; accolto da Atena che lo chiude in una cista insieme con uno o due serpenti, affidandolo in custodia alle tre figlie di Cecrope. Queste, contro il volere della dea, aprono la cista, da cui esce, secondo le differenti versioni del mito o il fanciullo avvolto dal serpente, o un serpente, che, in alcune versioni, uccide le fanciulle, mentre, secondo altre, esse, impaurite, si gettano dall'Acropoli. E., sotto forma di serpente, è accolto da Atena nel suo tempio e si acciambella sotto lo scudo della dea. Accanto a questo mito, di origine ionica, si intrecciano altri dovuti allo sdoppiamento della figura di E. e di Eretteo (v.).

Nella tradizione figurativa compare la scena della nascita: in un rilievo melio in terracotta dei primi del V sec. (già considerato falso, ma che è solo restaurato in parte), Ghe, semiemergente, protende nelle braccia il bambino E. ad Atena che lo accoglie alla presenza di Cecrope; la stessa scena compare in varî vasi dipinti, come in una kölix decorata a figure rosse del Pittore di Kodros, da Tarquinia, nei Musei di Berlino, del 440 circa a. C., dove oltre a Cecrope compare anche Efesto. Un modesto vaso da Camiro, nel British Museum, decorato a figure rosse, raffigura invece il momento dello scoprimento, da parte delle Cecropidi che fuggono, della cista, da cui emerge il piccolo E., fra due serpenti, che saluta Atena. Il momento dell'apertura della cista era stato raffigurato da Fidia sulle metope xiii e xiv S del Partenone, dove compaiono Cecrope e Pandroso nella prima ed Erisittone e Aglauro con la cista scoperchiata nella seconda. Una kölix della maniera del Pittore di Brygos a Francoforte raffigura, invece, il grosso serpente E. che insegue le Cecropidi che fuggono verso il palazzo del padre.

Luciano (De dom., 27) ricorda una pittura con la scena della nascita e la rappresentazione del mito in pantomina sul teatro (De salt., 39).

Bibl.: Engelmann, in Roscher, cc. 1303-1308, s. v. Erichthonios; P. jacobstahl, Die Melischen Reliefs, Berlino 1931, pp. 96-98, tav. 75 a; W. Züchner, in Jahrbuch, LXV-LXVI, 1950-51, p. 200 ss., figg. 34-35; J. D. Beazley, Red-fig., p. 720; G. Becatti, Problemi fidiaci, Firenze 1951, p. 22.

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