Wiechert, Ernst

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Scrittore tedesco (Kleinort, Prussia Orientale, 1887 - Uerikon, Svizzera, 1950). Scrittore assai coerente, e perciò anche monocorde, sin dall'esordio costituito dal romanzo Die Flucht (1916) sviluppa l'unico tema dell'amore della natura, nutrito in una specie di adesione religiosa e si caratterizza, rispetto ai facili scrittori del movimento Blut und Boden, per la completa assenza di toni appagati, presentando invece personaggi mesti e sconfitti, che nel ritorno alla natura non cercano una rivalsa bensì una speranza di autenticità.

Vita

Figlio d'un guardaboschi, studiò discipline letterarie all'università di Königsberg, per dedicarsi quindi all'insegnamento, da ultimo a Berlino. Dimessosi nel 1933 per recuperare il contatto immediato con la sua terra, nel 1938 per 4 mesi fu imprigionato a Buchenwald per opposizione al regime nazista. Sorvegliato e diffidato dallo scrivere fino alla fine della guerra, fu ciò nonostante fatto oggetto di polemiche circa l'autenticità della sua opposizione, sicché nel 1948 preferì emigrare in Svizzera.

Opere

Da ricordare gli altri romanzi: Der Wald (1922); Der Totenwolf (1924); Der Knecht Gottes Andreas Nyland (1926); Die kleine Passion (1929); Jedermann (1932); e le opere più mature Die Magd des Jürgen Doskocil (1932), Die Majorin (1934), Das einfache Leben (1939). Dopo la guerra, con accentuata amarezza, Die Jerominkinder (2 voll., 1945-47) e Missa sine nomine (1950). Autobiografici sono Wälder und Menschen (1936) e, di seguito, Jahre und Zeiten (1948). Di particolare interesse Der Totenwald (1946), memorie dal campo di concentramento.

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