Panofsky, Erwin

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Storico dell'arte tedesco naturalizzato statunitense (Hannover 1892 - Princeton 1968). Massimo teorico dell'iconologia, in possesso di conoscenze vastissime che esorbitano dal ristretto campo della storia dell'arte e dotato di un eccezionale acume critico, P. ha dato contributi fondamentali a tutti gli argomenti da lui trattati, indagando con particolare predilezione i molteplici rapporti che collegano l'opera d'arte alle correnti filosofiche ed estetiche del tempo.

Vita

Studiò nelle università di Friburgo (Baden), Monaco e Berlino; si laureò a Friburgo nel 1914. Professore di storia dell'arte (1926-33) nell'università di Amburgo, tenne corsi nelle università americane di New York (1931-35) e di Princeton (1934-35). Non rientrò in Germania in seguito all'avvento del nazismo, e, stabilitosi negli USA, insegnò dal 1935 all'Institute for advanced study di Princeton. Socio straniero dei Lincei (1967).

Opere

Attento alle ricerche dei più grandi studiosi della fine e dell'inizio del secolo, Wölfflin, Vöge, Goldschmidt, e soprattutto Riegl, risentì in particolar modo della stretta collaborazione e comunanza di interessi con E. Cassirer, della eccezionale vastità e sistematicità di ricerca della Biblioteca Warburg ad Amburgo e specialmente della stimolante amicizia del suo direttore, F. Saxl. L'opera di P. è, da una parte, un notevole tributo alla storia dell'arte in quanto conoscenza e classificazione dei monumenti, nella più alta tradizione europea del «conoscitore» (Die deutsche Plastik des 11. bis 13. Jahrhundert, 2 voll., 1924; il catalogo delle opere nel suo Dürer, 1943-48, e nel suo Early Netherlandish Painting, 1953); dall'altra è un approfondimento originale del problema del «significato» nell'arte visiva (oltre ai saggi raccolti nel suo Meaning of the visual arts, 1955, trad. it. 1962, si ricordano: Idea, ein Beitrag zur Begriffsgeschichte der älteren Kunsttheorie, 1924, trad. it. 1952; Die Perspektive als «Symbolische Form», 1927, trad. it. 1961), fino a dilatare i confini della tradizionale ricerca iconografica entro un sistema che, partendo dalle ricerche di Saxl e di Warburg sulla riscoperta dell'antico nel Rinascimento, giunge a riconoscere un significato insito negli schemi figurativi, donde la ripresa del termine antico di iconologia (Dürers «Melancholia», del 1923 in collaborazione con F. Saxl; Hercules am Scheidewege, 1930; Studies in Iconology, 1939; Renaissance and Renaissances, 1956). Si dedicò anche allo studio delle teorie artistiche (Abbot Suger on the Abbey Church of Saint Denis and its art treasures, 1946; Gothic architecture and scholasticism, 1950); ha lasciato uno studio su Tiziano, pubblicato postumo (Studies on Titian, mostly iconographic, 1970, trad. it. 1992).

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