ESPOSIZIONE

Enciclopedia dell' Arte Antica (1960)

ESPOSIZIONE

G. Becatti

Nell'antichità classica si formarono presto musei destinati a raccogliere opere d'arte sia di carattere votivo e sacro nei grandi santuarî e nei templi più ricchi, sia di carattere pubblico in edifici destinati all'uso dei cittadini - come terme, basiliche, portici, biblioteche - sia di carattere privato nelle ville, nelle case. Ma il concetto di e. temporanea di opere d'arte di uno o più artisti o di un determinato campo o periodo, è piuttosto moderno, sebbene si possa indicare qualche lontano, modesto, occasionale precedente nell'antichità.

Si può parlare in certo senso di esposizione di quadri nello studio di pittori greci, come ci riferiscono alcuni aneddoti, che, seppure frutto della storiografia ellenistica, riflettono peraltro un determinato ambiente. Si narra così che Apelle usasse esporre i proprî quadri su un balcone e ascoltasse nascosto le critiche del pubblico (Plin., Nat. hist., xxxv, 84-85); il suo studio era frequentato sia da Alessandro Magno, che si intratteneva ad ammirare e criticare i quadri discutendo di pittura, sia da Tolomeo I; lo studio di Protogene era frequentato da Demetrio Poliorcete; quello di Fidia da Pericle. E. si fecero indubbiamente per le opere eseguite in concorsi da vari artisti, concorsi di cui più volte ci parlano le fonti, da quello per le Amazzoni di Efeso, a cui si dice che parteciparono Fidia, Policleto, Kresilas e Phradmon, e in cui gli stessi artisti sarebbero stati chiamati a giudicare e a proclamare il vincitore, che risultò Policleto (Plin., Nat. hist., xxxiv, 53); al concorso fra Agorakritos e Alkamenes per una statua di Afrodite, in cui si dice che riuscisse vincitore Alkamenes per i voti dei proprî concittadini (ateniesi), mentre Agorakritos rimase soccombente perché straniero, e trasformò la sua Afrodite in una Nemesi dedicandola a Ramnunte (Plin., Nat. hist., xxxvi, 17). Concorsi di scultura quadriennali vennero istituiti ad Afrodisiade da Flavio Lisimaco nel periodo romano e dovettero dar luogo ad e. delle opere degli artisti concorrenti.

Un'e. temporanea può anche considerarsi la festa, ricchissima, di Tolomeo II, in cui sfilarono in corteo statue d'oro, d'avorio, d'ebano di uomini ed animali scolpiti da grandi artisti, descritta da Ateneo; anche le prede di guerra dopo le fortunate campagne dei Romani venivano portate nel corteo trionfale su fercula e su carri e spesso esposte al pubblico nel Foro, o in Costantinopoli nell'Ippodromo. Una e. costituivano anche le pitture trionfali in cui, dopo una campagna vittoriosa, venivano narrati al popolo i principali episodi bellici in uno stile descrittivo e illustrativo, e i quadri, tavole o tele, che talora venivano esposti in occasione di ludi gladiatorii, con scene del circo (Plin., Nat. hist., xxxv, 52:... pingi autem gladiatoria munera atque in publico exponi coepta a C. Terentio Lucano); ma all'infuori di queste occasioni particolari le opere d'arte erano conservate in collezioni e musei o servivano alla decorazione stabile di architetture e di giardini.

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata