NOVELLI, Ettore

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 78 (2013)

NOVELLI, Ettore

Gabriele Scalessa

– Nacque a Velletri, il 16 novembre 1821, da Luigi e da Maria Santelli.

Dopo gli studi presso il seminario della città natale, intorno ai venti anni si trasferì a Roma, frequentando giurisprudenza presso la locale Università e seguendo nel contempo i corsi di lettere del gesuita Luigi Maria Rezzi (1785-1857), professore di eloquenza, nonché fondatore e ispiratore della scuola poetica romana, di cui Novelli stesso fece parte.

Il 14 marzo 1846 fu eletto dal Consiglio municipale di Velletri bibliotecario comunale: fu l’inizio di una carriera destinata a proseguire negli anni successivi presso alcune fra le maggiori biblioteche romane.

Nel medesimo anno i moti liberali coincisero con il sorgere della passione politica del venticinquenne Novelli, che si definì con la partecipazione ai moti rivoluzionari del 1848-49. Di orientamenti laici, declinò talune cariche offertegli dallo Stato ecclesiastico, salvo accettare quella di consigliere del Comune di Velletri e di deputato provinciale, «essendoché dimanava dalla espressione di popolare suffragio» (Gabrielli, 1904, p. 26).

Rifiutata la cattedra d’alta eloquenza presso l’Università di Roma, propostagli nel 1860, fu tra coloro che organizzarono l’insurrezione del 1867 per l’occupazione di Roma, conclusasi a Mentana con la vittoria delle truppe franco-pontificie sui volontari garibaldini. Per le sue simpatie politiche, fu successivamente deposto dalle sue cariche dal governo pontificio (Stopiti, 1874 [p. 3]). Nel 1870, all’avvento del governo italiano, fu nominato consigliere e ricoprì l’incarico di deputato provinciale per 14 anni: durante tale periodo promosse e ordinò nuove scuole elementari e tecniche, apportando migliorie al ginnasio e al liceo (ibid. [pp. 2-4]).

La carriera di bibliotecario ebbe una svolta allorché – su incarico del governo italiano del 22 marzo 1871 – affiancò Enrico Narducci, delegato governativo per le biblioteche di Roma, nell’ispezione delle biblioteche romane. Il 5 settembre 1872 la nomina di una Commissione governativa per le biblioteche lo affiancò, con altri a Narducci, ed ebbe il compito di ispezionare il circondario extraurbano (Traniello, 2004, pp. 74 s.).

Nel luglio 1873 confiscò la biblioteca di Santa Maria di Pugliano, «già privata degli esemplari di maggior pregio nascosti abilmente dagli ecclesiastici in case private o nelle loro celle» (Monacelli, 2008, p. 60). Nello stesso anno fu presso la biblioteca del convento francescano di Artena, poco fuori Roma, ove confiscò e bollò i 4800 volumi conservati, che in tal modo divennero di proprietà dello Stato.

Operazioni del genere furono spesso svolte sbrigativamente, senza tener conto delle condizioni in cui versava il materiale soggetto a confisca. In particolare «le modalità di espropriazione a tappeto non avevano esitato a sottrarre i codici al contesto di riferimento utile per lo studio della storia del singolo esemplare e della raccolta in cui era confluito»; inoltre, «subordinando il supporto scrittorio al contenuto dell’opera veniva meno il valore intrinseco del libro in quanto oggetto dotato di valore storico e portatore di significati inseparabili dal testo che reca scritto» (ibid., p. 63).

Oltre che di confische, si occupò anche dell’acquisto di fondi librari dalle biblioteche governative di Roma, che andarono ad arricchire il patrimonio di istituti già esistenti o a formare biblioteche ex novo, come nel caso dei circa 800.000 volumi che, raccolti dal ministro Ruggero Bonghi, andarono ad arricchire la Biblioteca nazionale.

In una lettera del 3 novembre 1873, redatta dal ministro della Pubblica Istruzione (Roma, Arch. della Biblioteca Angelica, A.1.4 [1873]), a Novelli fu offerta la direzione della Biblioteca Angelica di Roma (la sua nomina ebbe inizio il 29 dicembre): non appartenendo all’ordine degli agostiniani (che avevano sino a quel momento amministrato l’istituto) o ad altri ordini religiosi, fu pertanto, a tutti gli effetti, il primo direttore laico della biblioteca fondata da Angelo Rocca agli inizi del XVII secolo.

In quel torno di anni si concentrò la vocazione di Novelli per la scrittura. Uscirono infatti dopo il 1870 molte delle sue prose e poesie, fra cui è degno di nota lo scritto Di un codice della Biblioteca Angelica di Roma: memoria… seguita da due lettere di Torquato Tasso pubblicate secondo gli autografi (Roma 1879). È tuttavia per la produzione lirica che, interprete, a suo modo, di quella restaurazione classicistica la cui diffusione avvertiva presso scrittori coevi già a partire dalla fase secondo-romantica, fu maggiormente celebrato anche dopo la morte. A conferma di ciò, una certa notorietà ebbe la sua versione in endecasillabi sciolti di Ero e Leandro (Imola 1863), lodata da Carducci in una lettera del 14 maggio 1872 (Lettere, VII, Bologna 1941, p. 164) e riedita (Torino 1880) con un discorso critico. A parte il caso di testi apparsi in plaquettes – fra cui In morte di Luigi Maria Rezzi (Velletri 1857), Le tre margherite (Imola 1871), A Camillo Cavour (Roma 1873), Carlo Alberto (ibid. 1874), Marsala (Imola 1875), Due vite (ibid. 1882) – gran parte della produzione lirica di Novelli fu raccolta in Cromi (Roma 1881), Canti (Imola 1883), Mnasýlus (Roma 1888) ed Egle (Milano 1894), che però includono componimenti scritti anche diversi anni prima. Con l’esclusione di Canti, le restanti raccolte formano una sorta di trilogia, in cui Novelli mescolò tendenze satireggianti (anche in direzione anticlericale) e volte al prosasticismo con riecheggiamenti della letteratura greca e latina, maneggiando così «tutti i generi, tenue, mezzano ed alto» e «ogni metro, dal quinario all’endecasillabo con rara facilità e spontaneità di rima» (Magni, 1916, p. 4). Più alto e solenne appare il tono di Egle, ove spicca il tema politico in liriche quali Pe’ garibaldini caduti presso Velletri nel 1849, In Arquà pel quinto centenario del Petrarca, Quando la salma del Foscolo tornò dall’esiglio di Londra.

A Narducci il quale spingeva per la realizzazione di un nuovo istituto bibliotecario (la futura Biblioteca nazionale centrale di Roma), che raccogliesse il materiale librario nel frattempo notevolmente accresciuto dai fondi delle biblioteche monastiche, oppose la proposta di distribuire il medesimo materiale presso la Biblioteca Casanatense, la Vallicelliana e l’Angelica, durante gli anni in cui fu direttore di quest’ultima (alla quale suggeriva, nello specifico, che fossero affidati i libri più pregiati, mentre alla Vallicelliana i libri di argomento giuridico). Un quarto istituto avrebbe dovuto raccogliere, a sua detta, solo i volumi rifiutati dalle summenzionate biblioteche e i doppi. Sposando la proposta di Narducci, il ministro della Pubblica Istruzione Bonghi diede il via libera alla fondazione della Biblioteca nazionale, intitolata a Vittorio Emanuele II e inaugurata il 14 marzo 1876, e ne affidò l’ordinamento sommario a un’équipe composta, oltre che da Novelli, da Narducci, Carlo Castellani (che lavorava presso la Biblioteca del Collegio romano) e Francesco Carta (impiegato della Biblioteca di Cagliari). Allorché la Biblioteca nazionale fu temporaneamente chiusa al pubblico nel 1879, in seguito alla dispersione di materiale di pregio e all’arretratezza nella catalogazione delle opere, una commissione d’inchiesta fu chiamata a indagare dall’allora ministro della Pubblica Istruzione Francesco Paolo Perez, composta, fra gli altri, ancora da Novelli (ch’era nel frattempo tornato all’Angelica) e Narducci.

Il mandato di Novelli presso l’Angelica terminò il 15 maggio 1898.

Durante la sua direzione fu provveduto alla compilazione degli inventari topografici del fondo antico, alla catalogazione dei manoscritti latini (di cui si occupò Narducci), all’acquisto di preziose collezioni private (Solimine, 1994, p. 210).

Contestualmente rifiutò altri incarichi, come la direzione della Biblioteca nazionale di Palermo, che gli fu offerta due volte (1885 e 1889), e della Biblioteca nazionale di Torino (1891). Gli si attribuiscono inoltre, nel medesimo lasso di tempo, alcune proposte, come quella (ribadita in una lettera del 10 febbraio 1884) per l’ampliamento degli spazi a disposizione dell’Angelica.

Dopo il trasferimento nel 1898 alla Biblioteca Vallicelliana (dove svolse un breve incarico, dal 16 al 31 maggio), fu nuovamente trasferito il 1° giugno, in qualità di bibliotecario di 4ª classe, alla Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele.

Morì a Roma l’11 marzo 1900.

Fu membro di varie accademie, fra cui quella di S. Luca (Gabrielli, 1904, p. 26). Fu inoltre nominato socio onorario dell’Accademia di S. Cecilia di Roma (1874) e membro della Commissione per l’acquisto della Biblioteca Orsini (1875).

Fonti e Bibl.: La produzione letteraria inedita di Novelli (sia in italiano sia in latino) è conservata in Roma, Biblioteca Angelica, Fondo manoscritti: Carte Novelli (utili, per la vicenda biografica, anche i documenti conservati nell’Archivio della Biblioteca). Per uno studio complessivo sulla vita e l’opera: L. Monacelli, “L’intruso bibliotecario”: E. N. (tesi di laurea, Università di Roma Tor Vergata, fac. di lettere e filosofia, a.a. 2006-07), Roma 2008. Si vedano inoltre: G. Stopiti, Biografie dei consiglieri provinciali di Roma dal settembre 1870, Roma 1874, ad nomen; A. De Gubernatis, Diz. biografico degli scrittori contemporanei, Firenze 1879, pp. 766 s.; E. Ravot-Licheri, Delle poesie di E. N., Roma 1889; F. Uda, Del valore poetico di E. N. Studio critico, Roma 1891; G. Cugnoni, Per E. N., Tivoli s.d. [ma 1902]; A. Gabrielli, Cittadini illustri veliterni coll’aggiunta di alcuni cenni storici e descrittivi della cattedrale di Velletri, Roma 1904, pp. 25-27; Illustri Italiani contemporanei. Memorie giovanili autobiografiche di letterati, artisti, scienziati, uomini politici…, raccolte da O. Roux, I-IV, Firenze 1908, I, 1, pp. 37-48; D. Gnoli, I poeti della Scuola Romana (1850-1870), Bari 1913, spec. pp. 19, 295-302; B. Magni, Commemorazione di E. N., Roma 1916; C. Frati, Diz. bio-bibliografico dei bibliotecari e bibliofili italiani dal sec. XIV al XIX, Firenze 1934, p. 413; V. Carini Dainotti, La Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele al Collegio romano, 1956 (Novelli citato e spesso associato a Narducci: spec. pp. 18 n., 36, 62, 66 s., 82-88, 88 s. nn., 102, 141, 148, 150 n., 160, 178 n.); R. Guidi, E. N. veliterno, scrittore, poeta, patriota, in L’araldo, I (1961), 7-8; G. Solimine, E. N. e le biblioteche nei primi decenni dell’Italia unita, in Nuovi Annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari, VIII (1994), pp. 195-218 (spec. pp. 210-215); P. Munafò - N. Muratore, La Biblioteca Angelica, Roma 1989, pp. 53-56; P. Traniello, Storia delle biblioteche in Italia. Dall’Unità a oggi, Bologna 2004, pp. 74 s., 80 n., 82 s., 92, 94; L. Monacelli, N., E., in AIB. Materiali per la storia dei bibliotecari italiani (http://www. aib.it/aib/stor/bio/novelli.htm), 2009.