SOTTSASS, Ettore senior

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 93 (2018)

SOTTSASS, Ettore senior

Caterina Toschi

SOTTSASS, Ettore senior. – Nacque il 12 aprile 1892 a Nave San Rocco in provincia di Trento, allora austro-ungarica, da Giovanni Battista e da Rosa Zanetti.

Frequentò, tra il 1898 e il 1906, le scuole popolari a Cavalese, a Predazzo e a Lana d’Adige. Dal 1906 studiò alla Scuola d’arti e mestieri, il primo anno a Trento, il secondo a Bolzano. In questo periodo svolse anche un apprendistato presso l’impresa Plattner di Lana d’Adige e presso lo studio dell'architetto Josef Fingerle. Dopo aver frequentato per due anni e mezzo il corso di costruzioni civili presso la Werkmeisterschule, Baugewerbliche Richtung, di Innsbruck (1909-12), si stabilì tra il 1912 e il 1914 a Vienna, dove frequentò il corso speciale di architettura della Kunstgewerbeschule, diretto dal 1904 dall’architetto Friedrich Ohmann, e conobbe, in un clima di vivace dibattito, diversi architetti che ritrovò in seguito nel suo percorso professionale, tra cui Umberto Cuzzi, Giuseppe Gyra e Giuseppe Pagano. A causa della chiamata alle armi non poté terminare gli studi, ma Ohmann gli conferì comunque il diploma per meriti il 16 novembre 1918. Durante la prima guerra mondiale fu arruolato tra i Kaiserjäger, gli alpini austriaci, e fu inviato a Innsbruck per fare il corso ufficiali, dove conobbe la sua futura moglie, Antonia Peintner, che sposò a Cembra nel 1916 e con la quale ebbe l’anno dopo il suo unico figlio, Ettore iunior (v. voce in questo Dizionario).

A conclusione del conflitto ritornò nel Trentino divenuto italiano e partecipò a numerosi concorsi indetti dalle amministrazioni pubbliche per la ricostruzione postbellica e per la realizzazione di monumenti in onore ai caduti. Aderì al Circolo artistico tridentino ed espose, tra il 1922 e il 1928, in diverse edizioni della Mostra d’arte della Venezia Tridentina, facendosi interprete di un rinnovamento architettonico nella tradizione. Nel 1920 presentò quattro progetti al concorso del Consorzio della provincia e dei comuni, due dei quali, centrati sui motti Fiore di montagna e Casa mia, casa mia, furono premiati. L’anno dopo progettò il panificio comunale e le case rustiche di Castel Tesino, potendosi così confrontare con una nuova tipologia architettonica, quella dell’abitazione rurale, in cui citò e rivisitò quasi filologicamente elementi dell’architettura locale. Tra il marzo e l’aprile del 1922 disegnò una raccolta di bozzetti, intitolata Salice piangente, per un concorso di piccoli monumenti ai caduti, di cui due, a Calceranica e Pinzolo, furono realizzati.

All’inizio degli anni Venti progettò anche i suoi due primi palazzi a Trento (1922-23): il Consorzio edilizio del pubblico impiego in via Pilati e l’edificio della Cooperativa Giovanni Prati in via dei Mille, dove introdusse un repertorio formale e decorativo tipico di questa sua prima stagione progettuale, tesa a fondere aspetti moderni e motivi della tradizione ladina.

Si aggiudicò il primo premio al concorso del 1922 per il municipio di Mori (Rovereto), centrato sul motto Seguendo le tradizioni, ma il progetto suscitò vivaci polemiche da parte di un gruppo di cittadini, istigati da un certo Enrico Marchesoni, per i suoi caratteri rustici, legati al colore regionale, interpretati come un omaggio al dominio austriaco. Il soprintendente alle Belle Arti Giuseppe Gerola difese però il progetto, esaltandone la capacità di articolarsi nel tessuto urbano e di interpretare i motivi linguistici esistenti come occasioni di rivisitazione e di rinnovamento architettonico.

Nel 1924 disegnò una villa in via S. Quirino a Bolzano e la chiesa di Tezze Valsugana – affrescata da Luigi Bonazza –, e vinse un concorso per il progetto, intitolato Rimembranze, della casa di riposo a Predazzo in Val di Fiemme (1923-27). Il suo interesse per l’architettura alto-atesina emerse qui nella scelta dei materiali (pietra, legno, ferro battuto), nella decorazione (bugnato, cornici) e nei diversi elementi strutturali (archi, logge, forme cilindriche), cercando ancora una volta nella tradizione costruttiva locale le radici per rifondare l’identità dell’architettura italiana. Questo progetto fu esposto, insieme a quello di una scuola per orfani, alla «Mostra Vigiliana di architettura moderna», promossa, all’inizio dell’estate del 1924, dal Circolo artistico di Trento e dalla sua voce critica Giorgio Wenter Marini. L’allestimento dell’esposizione fu ordinato da Sottsass insieme con Domenico Soldiero Morelli.

Le linee di questa ricerca furono riproposte nel 1926 nei palazzi comunali di Grumes e di Varena, in provincia di Trento, in cui Sottsass risolse la peculiarità di entrambi gli edifici di ospitare sia gli uffici comunali sia una scuola elementare, in un progetto che distinse ma al tempo stesso integrò volumetricamente le due funzioni, amministrativa e pedagogica. Nel 1926 lavorò anche a due disegni di ampia scala: quello per il concorso per le Terme littorie di Roma e quello per l’ospedale Maggiore di Milano, entrambi connotati da un’adesione più esplicita ai criteri razionalisti di rigore geometrico e di simmetria. L’allontanamento dalla tradizione locale tridentina si manifestò più dichiaratamente tre anni dopo nel municipio di Merano, realizzato in tre fasi (1928-32), il cui unico collegamento con il contesto montano era l’ampio porticato esterno, mentre gli interni si affrancavano da ogni citazionismo.

Con il progetto del 1929, del palazzo comunale e della Scuola di arti e mestieri di Canazei, al primo piano del medesimo edificio, egli concluse la propria riflessione sugli edifici scolastici comunali in Trentino; pur rispettando i caratteri architettonici vernacolari, ad esempio nel tetto alpino a capanna, questo progetto aprì una stagione più matura della sua produzione, di impianto razionalista.

Sempre nel 1929 Sottsass si trasferì a Torino, dove il dibattito sulla ricerca architettonica era ospitato sulle pagine della rivista L’Architettura italiana. Nel giugno del 1925 si era costituito a Torino un Comitato per l’architettura moderna, composto da giovani progettisti, il cui obiettivo era rivendicare la loro indipendenza dalla linea difesa in città da Giovanni Chevalley, architetto-ingegnere portavoce della tradizione barocca piemontese. Il comitato fu incaricato di pianificare una mostra di architettura moderna nell’ambito della «Mostra internazionale di edilizia», ospitata nel maggio-giugno 1926 in varie sedi torinesi; Sottsass vi partecipò con alcuni progetti, tra cui il monumento ai morti di Pinzolo e una chiesetta di campagna.

Tra il 1929 e il 1932 lavorò allo stabilimento balneare di Bolzano insieme a Willy Weyhenmeyer. Questa struttura, composta da due bassi edifici a due piani, disposti a L, con un unico riferimento all’architettura locale (le torri colombarie) nella torre orientale, presentò i segnali del suo rinnovamento e venne esibita nel 1931 alla seconda mostra romana del Movimento italiano per l’architettura razionale (MIAR) insieme al disegno di un albergo di montagna. In questa occasione il suo nome comparve – grazie anche alla sua esperienza urbanistica, attestata dal primo premio vinto ex aequo con Adalberto Libera, Giovanni Muzio e Gino Pollini al concorso per il piano regolatore di Bolzano – nell’elenco degli aderenti al movimento nel gruppo regionale 'torinese', composto da lui, trentino, da un udinese (Ottorino Aloisio), da un goriziano (Giuseppe Gyra), da un bulgaro (Nicolay Diulgheroff), da due istriani di Parenzo (Umberto Cuzzi e Giuseppe Pagano) e da un solo torinese (Gino Levi-Montalcini). Una varietà, quindi, di apporti culturali che confluirono nel gruppo razionalista piemontese, il quale sottoscrisse il 1° giugno del 1931 il manifesto La via Roma di Torino, presentato nello studio di Cuzzi il 9 giugno 1931 e a luglio sulla rivista Per vendere. Si trattò di una presa di posizione pubblica in difesa della cultura moderna, per rivendicare una rispondenza progettuale tra estetica, funzione e impiego di capitali, contro i vincoli della normativa vigente, risalente al 1914, e riproposta da un decreto legge del 1930. Solo in occasione della V Triennale di Milano del 1933 il gruppo si presentò nuovamente riunito per il progetto della Sala d’estate, anche se Sottsass continuò a collaborare con alcuni suoi membri: con Aloisio e Cuzzi, nella stessa edizione della Triennale, al concorso per alberghetti di mezza montagna del Padiglione piemontese; con il solo Aloisio alla selezione per la nuova sede della Cassa di Risparmio di Trento (1931), per l’arredamento dell’aeroporto di Mondovì (1934) e per il progetto per la Cavallerizza della Società ippica di Torino (1935); mentre con Cuzzi e Pifferi partecipò ai concorsi per la ricostruzione del Teatro Regio (1937-38) e per la Casa littoria del capoluogo (1938).

Nel 1934 Sottsass vinse il concorso promosso dalla Federazione provinciale fascista di Torino per la Colonia marina di Riccione (1934). Il disegno, ideato con Alfio Guaitoli, propose un modello di colonia-città, le cui attività (pedagogiche e di servizi) furono organizzate in spazi non interferenti tra loro, grazie alla disposizione razionale dei percorsi di collegamento. L’opera non fu mai realizzata, ma quattro anni più tardi Sottsass applicò il medesimo impianto in scala ridotta, sempre collaborando con Guaitoli, in un progetto analogo per la colonia marina XXVIII Ottobre di Marina di Massa.

Nel 1936 si affermò sulla scena architettonica torinese ottenendo il primo premio al concorso per il palazzo della Moda al parco del Valentino (1936-38); il progetto presentava una struttura autosufficiente, sul piano formale e funzionale, rispetto al tessuto urbano, costituita da volumi bassi ed espansa in orizzontalità.

Durante la guerra lavorò a dei progetti minori, tranne quello per il palazzo dell’Acqua e della Luce all’E 42 di Roma. Soggiornò per un breve periodo in Val di Fassa, dove progettò la scuola d’arte di Pozza e iniziò il disegno della scuola elementare di Predazzo, concluso all’inizio degli anni Cinquanta con il figlio Ettore iunior. Nel 1945 fu tra i membri fondatori del Gruppo architetti moderni torinesi Giuseppe Pagano, ancora insieme al figlio, che in questo periodo lo affiancò nei progetti. Gli interventi di quest’ultimo, lontani dalla chiarezza volumetrica di Sottsass senior, cominciarono a distinguersi solo nel secondo dopoguerra, ad esempio nel progetto condiviso di sistemazione di piazza Solferino a Torino (1946), in cui la visione di Ettore iunior, di superamento della rigida simmetria razionalista, s’impose nel profilo ondulato del palazzo settentrionale. Nella primavera del 1947 i due collaborarono nuovamente al concorso per il quartiere sperimentale QT8, voluto da Piero Bottoni alla VIII Triennale di Milano, presentando dei progetti di case per reduci (di cui tre furono poi realizzati). Lo stesso anno padre e figlio disegnarono il negozio Cittone di Torino. Negli anni della ricostruzione lavorarono al piano di intervento statale INA-Casa per l’edilizia residenziale pubblica, avviato nel 1949 per volontà di Amintore Fanfani, disegnando dieci complessi abitativi (1951-54) in diverse località lombarde, piemontesi e sarde (Arborea, Carloforte, Carmagnola, Gozzano, Gravellona Toce, Meina, Novara, Romentino, Trecate, Vignole).

Tra i principali esponenti della ricostruzione sarda, Sottsass senior fu incaricato nel 1948 da Carlo Meloni, sindaco socialdemocratico e futuro presidente dell’Istituto autonomo case popolari (IACP) di Cagliari, di progettare con il figlio un quartiere operaio a Iglesias (1949-50) e la scuola elementare di Siliqua. Lontana dai principi di equilibrio formale applicati nella Torino dei primissimi anni Trenta, questa proposta, articolata in una serie di padiglioni collegati da cortili in un gioco vivace di intrecci di percorsi e prospettive, rappresentò per Ettore iunior un importante momento di affermazione identitaria e di progressivo distacco dalla firma del padre.

Sottsass senior morì prematuramente a Torino il 5 ottobre 1953, dopo aver progettato con Pier Luigi Nervi la sistemazione del complesso della Torino Esposizioni (ex palazzo della Moda e delle Esposizioni).

Il fondo dei documenti sulla sua attività fu donato da Ettore iunior all’Archivio del ‘900 del MART – Museo di Arte Moderna di Trento e Rovereto, dopo averlo qui depositato a conclusione della mostra «Ettore Sottsass senior. Architetto» (Trento, Palazzo delle Albere, maggio-agosto 1991). Il fondo raccoglie materiali documentari datati tra il 1905 e il 1955 ed è schedato su SAN – Sistema archivistico nazionale – Portale degli archivi degli architetti, e su SIUSA – Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche e su CIM – Catalogo integrato del MART.

Fonti e Bibl.: G. Gerola, A proposito del Palazzo Municipale di Mori, in Il Nuovo Trentino, 9 gennaio 1923; G. Wenter Marini, La Mostra d’architettura moderna, in Il Nuovo Trentino, 24 giugno 1924; Predazzo. Ospedale ricovero, in La Libertà, 22 gennaio 1924; G. Pagano et al., La via Roma di Torino. Progetto M.I.A.R., Torino 1931; Palazzo municipale di Merano. Arch. Ettore Sotsas [sic], in Architettura, XII (1933), pp. 695-702; Lo Stabilimento balneare della città di Bolzano. Arch. Sot-Sas [sic] e Weyhenmeyer, in Architettura, XIII (1934), pp. 257-270; G. Pagano, Il Palazzo della Moda a Torino, in Casabella, IX (1936), 108, pp. 20-25; Colonia XXVIII Ottobre della Federazione dei fasci torinesi a Marina di Massa. Arch. Ettore Sotsas [sic] e Alfio Guaitoli, in Architettura, XVII (1938), pp. 667-676; Il concorso del Teatro “Regio” a Torino, in Casabella, XI (1938), 124 pp. 12-23; M. T., Le casette per i reduci al QT8, in Domus, 1947, n. 217, pp. 2-4; Architetti E. S. sr. Ettore Sottsass jr. Progetto per un villaggio operaio ad Iglesias, in Metron, V (1949), 33-34, pp. 36-41; G. Levi-Montalcini, E. S., ibid., IX (1953), 48, p. 49-52; Scuola elementare a Siliqua. E. S. e Ettore Sottsass jr. arch.tti, in Domus, 1955, n. 302, p. 15; E. S. senior. Architetto (catal., Trento), a cura di G. Pettena - M. Carboni, Milano 1991; G. Pettena, Sottsass e Sottsass. Itinerari di architettura, Torino 2001; N. Solai, L'architetto E. S. senior. Inventario dell’archivio conservato presso il Mart di Rovereto (1906-1955), tesi di laurea, Università degli Studi di Trento, aa. 2007-08.

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