Europeismo

Lessico del XXI Secolo (2012)

europeismo


s. m. – Orientamento politico che, sulla base delle fondamentali affinità culturali, storiche ed economiche che legano tra loro i popoli d’Europa, tende a promuovere il rafforzamento dei legami tra i vari stati nazionali europei e quindi la centralità politica dell’Unione Europea. L’e. sembrava consolidarsi all’inizio del 21° sec., dopo l’approvazione dei trattati di Amsterdam (1999) e di Nizza (2003) che avevano reso l’integrazione politica più salda e i processi decisionali più trasparenti. Tuttavia gli entusiasmi suscitati dall’introduzione dell’euro, nonché dall’ampliamento dell’Unione Europea a Est e a Sud, hanno ceduto il passo allo smarrimento creato dal rifiuto della Costituzione europea nei referendum svoltisi nel 2005 in Francia e nei Paesi Bassi. La mancata approvazione della Costituzione europea ha dato la percezione a livello popolare e istituzionale che l’e. fosse entrato in crisi: «I due no espressi nei referendum popolari dai cittadini francesi e olandesi», secondo le parole del presidente del Parlamento europeo Josep Borrell Fontelles, «sono il prodotto di un malessere diffuso. L’Europa non rassicura più. Il 'sogno europeo', fatto di pace e benessere, non mobilita più perché è già una realtà mentre le nuove domande sociali riguardano la sicurezza e la prosperità». L’entrata in vigore del Trattato costituzionale, qualora fosse stato ratificato da tutti gli stati membri, era stata fissata per novembre 2006. Esso non disponeva nulla nel caso di mancata ratifica da parte di un Paese, limitandosi a indicare che, se fossero sorte difficoltà in qualche Stato membro, il Consiglio europeo avrebbe affrontato la questione, senza specificare con quali meccanismi decisionali. La mancata approvazione nei referendum indetti in Francia e nei Paesi Bassi ha dunque creato rilevanti difficoltà all’azione del Consiglio e le correnti europeiste hanno attraversato una fase d’imbarazzo politico. Malgrado i diffusi proclami sulla necessità del salvataggio della Costituzione europea, non se ne individuavano le procedure. L’e. sembrava aver perso, almeno temporaneamente, la sua capacità di mobilitazione. L'intesa è arrivata dopo due anni di decantazione, nei quali gli sforzi politici delle principali personalità istituzionali a favore dell’e., come il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente del consiglio italiano Romano Prodi, si sono impegnati a riprendere il filo del cammino interrotto, considerando l’approdo al consolidamento unitario dell’UE come imprescindibile per il progresso delle società europee. Il Trattato ‘riformato’, firmato a Lisbona nel 2007 ed entrato in vigore il 1° dicembre 2009, ha cercato di rispondere anche alle richieste di un maggior peso delle istanze rappresentative nei processi decisionali dell’UE. Nel suo complesso cammino l’e. è stato di nuovo messo duramente alla prova dalla crisi economica e finanziaria che ha colpito i paesi dell’eurozona. In particolare la drammatica situazione della Grecia ha messo in forse nel 2012 la stessa idea di un’Europa unita e integrata, evidenziando limiti della costruzione europea, non tanto come progetto, ma come concreta realizzazione istituzionale.