Farc

Lessico del XXI Secolo (2012)

FARC


<fark> s. f. pl. – Acronimo di Forze armate rivoluzionarie della Colombia - Esercito del popolo, anche note con la sigla FARC-EP. Organizzazione guerrigliera comunista colombiana d’ispirazione bolivariana fondata nel 1964 e da allora in conflitto con il potere centrale. Di base contadina, si dichiarano anti-imperialiste e hanno l’obiettivo di rappresentare le masse indigenti delle aree rurali in opposizione alle classi agiate, all’influenza statunitense nel Paese, al monopolio delle risorse naturali da parte delle grandi multinazionali e alla violenza dell’azione militare delle forze paramilitari e governative. Si finanziano principalmente attraverso attività criminali come i rapimenti e la produzione e il commercio di cocaina. Nel 1999, con l'approvazione del Plan Colombia e il conseguente massiccio sostegno economico e militare che ricevette dagli USA il governo di Bogotà, il presidente A. Pastrana decise di interrompere l'esperienza dei dialoghi di pace che erano stati precedentemente attivati con le F. e di tornare a una politica fortemente incentrata sull'azione militare. Nel frattempo le F. costituirono il Movimento bolivariano, con l'intento di organizzare tutti quei settori della società che si opponevano alla politica governativa, anche se non sostenitori dell'ideologia marxista-leninista. Negli anni che seguirono, ogni tentativo di riaprire spazi di dialogo e di negoziato è stato fallimentare. Le F. sono state oggetto di una delle maggiori offensive militari nella storia dell’America Latina, condotta per quasi dieci anni consecutivi dal governo di A. Uribe (2002–10), il cui obiettivo dichiarato era quello di sconfiggerle senza ricorrere a nessuno strumento diplomatico. L’esecutivo successivo, presieduto J.M. Santos, ha proseguito fino al 2011 la politica del suo predecessore. Il bilancio di questa campagna militare ancora in corso è controverso: mentre fonti governative esaltano l'importanza di alcuni colpi assestati contro membri del gruppo dirigente delle F. a partire dal 2008, diversi osservatori prevedono che una sconfitta militare della guerriglia non sia uno scenario credibile.

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