Anticoagulanti, fàrmaci

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anticoagulanti, fàrmaci Sostanze che ostacolano la coagulazione del sangue sia in vivo, prevenendo l’instaurarsi o l’estendersi della tromboembolia o disciogliendo il trombo formato e ristabilendo la normale circolazione nel vaso occluso, sia in vitro, impedendo la coagulazione del sangue fuori del letto vascolare.

L’azione ritardante o inibitoria della coagulazione del sangue degli a. può manifestarsi secondo meccanismi diversi, fisici e chimici. Il più rilevante del primo tipo è la bassa temperatura, mentre tra gli agenti chimici particolarmente importanti sono le sostanze decalcificanti. Esse inattivano in varie maniere lo ione calcio necessario per la trasformazione della proteina plasmatica detta protrombina in trombina, la quale reagisce successivamente con il fibrinogeno trasformandolo in fibrina insolubile e determinando la formazione del coagulo. L’acido citrico e i citrati formano con il calcio un complesso solubile scarsamente dissociato e sono usati largamente nel sangue destinato alle trasfusioni. L’acido ossalico e gli ossalati precipitano il calcio ionizzato.

Vi sono poi a. chimici di origine biologica assai importanti poiché hanno numerose applicazioni di laboratorio, e taluni anche cliniche, in svariate condizioni morbose in cui vi sia pericolo di trombosi o di embolia. Di questi i più noti sono l’eparina, il dicumarolo, i loro derivati, i sali di terre rare, in particolare neodimio e il cerio.

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