FAUNA

Enciclopedia Italiana (1932)

FAUNA

Alessandro GHIGI
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Complesso delle specie animali che abitano ambienti e territorî determinati. La sua massa numerica e la sua varietà sono proporzionali alla quantità e alla qualità della vegetazione e poiché questa è strettamente legata, sulla terra, a condizioni climatiche e specialmente alle precipitazioni atmosferiche e alla temperatura, si può dire che l'abbondanza della fauna terrestre è in relazione col clima. L'umidità e il caldo determinano condizioni ottime, la siccità e il freddo condizioni meno favorevoli o addirittura contrarie. La salsedine elevata, quale s'incontra nei mari tropicali chiusi o privi di fiumi, è pure un elemento sfavorevole all'abbondare della fauna marina. Infine la luce solare che favorisce lo sviluppo della vegetazione acquatica, provoca una maggiore ricchezza faunistica nei mari e nei laghi poco profondi.

Tutti gli animali si nutrono di sostanze proteiche, le quali vengono fabbricate soltanto dalle piante; essi non hanno questa capacità, onde la scomparsa della flora condurrebbe fatalmente alla scomparsa della fauna. Se peraltro le specie animali fossero tutte vegetariane, la loro moltiplicazione che avviene in proporzione geometrica, condurrebbe rapidamente alla distruzione delle piante, ossia degli esseri produttori delle sostanze organiche necessarie alla vita degli animali stessi. Molti di questi sono invece carnivori e assumono le sostanze proteiche elaborate dai vegetali, divorando animali erbivori. La fauna pertanto è costituita di due gruppi di elementi, uno dei quali è semplicemente consumatore, mentre l'altro regola il consumo. Quest'ultimo gruppo è composto di forme che divorano direttamente altre erbivore, di forme capaci di uccidere e mangiare carnivori e finalmente di forme parassite che possono condurre a morte lenta anche i più potenti predatori di carne viva.

Quando in un determinato ambiente o territorio tutti i gruppi di consumatori e di regolatori del consumo sono rappresentati, la fauna è armonica e tra gli uni e gli altri si stabilisce l'equilibrio faunistico. Ogni specie di piante ha una determinata clientela di consumatori e ciascuno di questi ne possiede a sua volta una sua propria: quando circostanze esteriori a questo sistema equilibrato, producono la scomparsa o la diminuzione eccessiva di uno dei suoi elementi, tutto il sistema ne risente danno che è talvolta irreparabile. La Nuova Zelanda p. es. non possiede mammiferi indigeni a eccezione di qualche topo e qualche pipistrello: rettili arcaici e uccelli spesso incapaci di volare sono gli elementi più caratteristici della sua fauna e poche specie di falchi sono sufficienti a impedirne l'accrescimento eccessivo. L'uomo, introducendo in quelle isole cani, gatti e volpi ha determinato un grave squilibrio in quella fauna autoctona, la quale in un periodo più o meno breve perderà gli uccelli che non possono volare. Così nelle isole Hawaii, una specie di oca terragnola sta scomparendo perché le mangoste, introdotte per dar la caccia ai topi, ne mangiano le uova. Viceversa i topi distruggono grandi quantità di piante e i nidi che appartengono a insetti fecondatori di fiori: l'introduzione di mangoste o di gatti vale a ristabilire, nei riguardi della vegetazione, l'equilibrio turbato. In Australia esiste una cocciniglia (Icerya Purchasii) che vive sugli agrumi senza recar loro grave danno, perché un piccolo coleottero, il Novius cardinalis, ne mangia i sacchi ovigeri. Introdotta in Europa, quella cocciniglia ha prodotto vere devastazioni fino a quando l'importazione del suo nemico ne ha limitato i danni.

Ciascuna specie è in equilibrio quando il numero dei suoi individui non compromette l'esistenza di quelle a spese delle quali essa si nutre e di quelle cui serve di nutrimento. L'uomo, con l'agricoltura e con la pastorizia ha contribuito a modificare la fauna di estese regioni, producendo sulle prime forti squilibrî e la scomparsa di molte specie; poi l'equilibrio si è ricostituito, ma la fauna è diventata assai monotona in corrispondenza alla maggiore uniformità che l'uomo ha generato nella flora.

Molte specie animali sono sensibili alle modificazioni di uno o più fattori d'ambiente, così che esse non possono spostarsi, sotto pena di perire, da quelle località che offrono loro condizioni necessarie di esistenza; altre invece, più o meno indifferenti a tali cambiamenti, popolano ambienti o territorî più estesi. Il differenziamento della fauna trae origine in buona parte da codesto fatto. Abbiamo accennato già che la moltiplicazione degli organismi avviene in progressione geometrica; le specie, pertanto, tendono a invadere tutto l'orbe terracqueo e non si arrestano nella loro diffusione fino a che non trovino ostacoli; il primo di questi è in loro stesse e dipende dal grado di resistenza costituzionale ai più disparati fattori d'ambiente. Esistono specie euriterme, capaci di sopportare notevoli variazioni di temperatura e queste hanno la tendenza a diventare cosmopolite, e specie stenoterme che, per la loro sensibilità di fronte a tali variazioni, tendono a localizzarsi. In senso più largo esistono specie euricore e stenocore, le prime delle quali possono vivere quasi dovunque, mentre le altre non si allontanano dalle località che offrono le speciali condizioni di ambiente necessarie alla loro esistenza. Accanto a una fauna cosmopolita stanno altrettante faune distinte quante sono le singole zone della terra: fauna tropicale, fauna di zona temperata, fauna glaciale. D'altra parte la fauna stenotermica delle due zone temperate non può mescolarsi attraverso il baluardo della zona tropicale; difatti la fauna boreale è molto diversa da quella australe. Le condizioni di vita delle regioni molto fredde, subpolari e polari, si ripetono sulle alte montagne, onde le rispettive faune presentano molte somiglianze, specialmente nell'emisfero boreale, dove esistettero, durante l'epoca glaciale, condizioni climatologiche uniformi. Gli animali reagiscono in maniera assai diversa all'umidità e al secco, così che la fauna deserticola è molto differente da quella delle regioni piovose o irrigate da fiumi e da altri corsi d'acqua perenni. Tenendo conto di tutte queste circostanze, non solo si notano nel mondo ambienti geofisici e biologici, come il deserto, l'alta montagna, la foresta, la savana, la prateria, la tundra, la spiaggia del mare, ecc. che hanno faune proprie, particolarmente adatte a ciascuno di essi (v. adattamento), ma anche in ogni singola regione o distretto esistono luoghi che si possono definire oasi faunistiche, perché quivi si concentra la massa principale, per numero di specie e d'individui, degli animali dei dintorni. Sono in genere località riparate dal vento, a suolo fresco e coperto di abbondante vegetazione, esposte a levante o a mezzogiorno.

La terra e l'acqua sono comunque i due elementi che ospitano le faune più differenti. La fauna acquatica è composta di animali il cui peso specifico è poco diverso da quello del mezzo ambiente e dotati di organi idrostatici capaci di modificarlo entro determinati limiti; hanno tegumenti permeabili all'acqua, organi di propulsione molto sviluppati in confronto agli organi di sostegno, apparati respiratorî esterni e a superficie molto estesa, possibilità di fecondazione esterna. Le differenze principali tra la fauna di mare e quella di acqua dolce consistono nella capacità che ha quest'ultima di salvaguardare il corpo dei suoi componenti dalla dialisi e nella possibilità di resistere allo stato adulto o di germe alla precarietà dell'ambiente per mezzo di varî dispositivi e di abitudini adeguate. Le faune locali di acqua dolce sono in relazione da un lato al vario grado di euritermia e stenotermia e dall'altro alla distribuzione e abbondanza delle piogge. Nel mare la tolleranza maggiore o minore alle variazioni di salsedine, naturalmente concomitanti a quelle di temperatura e alle condizioni idrografiche delle terre circostanti, hanno la maggiore importanza. Nell'acqua si distingue una fauna fluttuante o zooplancton da una fauna di fondo o zoobenthos: questo comprende una fauna litorale e una fauna abissale: quello un zooplancton di superficie e uno di profondità.

Gli animali terrestri, in confronto agli acquatici, hanno peso specifico molto superiore a quello dell'aria dalla quale sono circondati; organi locomotori che funzionano altresì come potentissimi organi di sostegno; tegumenti poco permeabili che riparano l'organismo dall'evaporazione, apparato respiratorio interno, fecondazione sempre interna. Nella fauna terrestre vanno distinte, oltre a quelle degli ambienti caratteristici già nominati e che formano tutte insieme la fauna epigea, una fauna ipogea che vive nel terreno e della quale i lombrichi e le talpe offrono gli esempî più comuni e caratteristici e una fauna delle caverne. Anche gli organismi vegetali e animali formano un ambiente che possiede faune speciali, costituite da inquilini e specialmente da parassiti.

Oltre a quelle di ambiente hanno grande importanza le faune geografiche e specialmente quelle delle terre emerse. Abbiamo veduto che gli animali tendono a diffondersi ovunque lo consenta la loro resistenza costituzionale alle variazioni del mondo esterno. Tuttavia gli animali incapaci di superare ostacoli materiali, mediante migrazioni attive o passive, sono arrestati da un braccio di mare, da un fiume, da una catena di montagne, da un deserto e poiché sembra certo che, indipendentemente dalle ipotesi che si possono formulare sull'origine delle specie e sulla loro evoluzione, esse non sono partite tutte da un centro unico, la configurazione delle terre emerse non soltanto nell'epoca attuale ma anche in quelle precedenti, ha contribuito al differenziamento delle faune. Così le scimmie platirrine e le antropomorfe appartengono entrambe a gruppi di animali equatoriali e forestali, ma le prime sono confinate nell'America Meridionale e le altre sullo stesso grado di latitudine, nell'Africa e nella Malesia. E compito della zoogeografia indagare in qual modo le faune territoriali si siano differenziate al punto da offrire elementi caratteristici per ciascun continente o regione. È opportuno tuttavia prendere in considerazione talune differenze faunistiche offerte dalle isole. Queste possono essere distinte in due categorie: continentali ed oceaniche. Le prime hanno fauna generalmente simile a quella del continente più vicino e sogliono essere considerate come tratti di territorio popolato dalla fauna di quel continente, prima che avvenisse il distacco dell'isola. In alcuni casi peraltro, come per Madagascar, per la Nuova Zelanda e per alcune isole minori, non esistono rapporti coi continenti ed è molto difficile formulare ipotesi pienamente soddisfacenti. Le isole oceaniche invece avrebbero ricevuto la loro fauna, composta in maggioranza di specie capaci di migrazione attiva e passiva, da lontani continenti o da altre isole meno lontane. Le faune maggiori sono l'artogeica del vecchio continente e dell'America Settentrionale, la neogeica o neotropica dell'America Meridionale, la notogeica dell'Oceania. La prima si distingue inoltre in fauna neartica (America Settentrionale) paleartica (Europa, Asia settentrionale ed Africa a nord del deserto di Sahara), molto affini l'una all'altra, etiopica (Africa), malgascia (Madagascar) orientale (India, Asia orientale e Malesia); l'ultima comprende la regione australiana, la papuasica, la neozelandese e la polinesiana.

Con lo stesso termine Fauna s'indicano anche quelle opere che trattano degli animali viventi in una regione più o meno circoscritta o anche di un gruppo sistematico di animali viventi in una data regione o in un particolare ambiente. Le Faune sono in genere opere di carattere sistematico.

Tali ad es. J. V. Carns, Prodromus Faunae Mediterraneae, Stoccarda 1885; C. Bonaparte, Iconografia della Fauna Italica, Roma 1832-41; L. Camerano ed M. Lessona, Compendio della Fauna Italiana, Torino 1885; E. Cornalia, T. Salvadori, G. Canestrini, E. De Betta, Fauna d'Italia, Milano s. a.; R. Perrier, Faune de France, Parigi 1924; H. Gadeau de Kerville, Faune de la Normandie, Parigi 1888 segg., ecc. Così per la fauna ornitica italiana l'Avifauna italica di E.H. Giglioli (Firenze 1889); per la fauna del golfo di Napoli la ricchissima serie di monografie della Fauna e della Flora pubblicate a cura della Stazione zoologica (Aquarium). Esempio di fauna caratteristica di un particolare ambiente, ad es. di quello d'acqua dolce: Die Süsswasserfauna Deutschlands, di A. Brauer (Jena 1909).

V. il paragrafo Fauna alle voci che riguardano i continenti, gli stati e le regioni e quello degli articoli ghiacciaio; lago; laguna; litorale; macerazione; oceano. Inoltre, v. gli articoli abissale, fauna; ipogea, fauna; relitta, fauna. Per le faune artogeica, neogeica, notogeica, neartica e paleartica, v. zoogeografia.

Bibl.: A. R. Wallace, The geographical distribution of animals, Londra 1876; F. E. Beddart, A text-book of Zoogeography, Cambridge 1895; W. Marshall, Atlas der Tierverbreitung, Gotha 1897; W. Kobelt, Die Verbreitung der Thierwelt, Lipsia 1902; Th. Arldt, Die Entwicklung der Kontinente und ihrer Lebewelt, Lipsia 1907; H. F. Osborn, L'origine et l'évolution de la vie, Parigi 1921; E. Trouessart, La distribution géographique des animaux, Parigi 1922; L. Germain, La vie des animaux à la surface des Continents, Parigi 1924.

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Progressione geometrica

Apparato respiratorio

Origine delle specie

America meridionale

Zona temperata