TERNI CIALENTE, Fausta

Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1981)

TERNI CIALENTE, Fausta

Giuseppe Antonio Camerino

Scrittrice, nata a Cagliari il 29 novembre 1898. Esordì nel 1929, pubblicando su L'Italia letteraria il lungo racconto Marianna. Nel 1930 apparve il suo primo romanzo in volume, Natalia (scritto qualche anno prima).

Alcuni anni dopo pubblicò il racconto Pamela o la bella estate, sulla rivista Occidente, e Cortile a Cleopatra (Milano 1936), forse il suo romanzo migliore (sarà accolto favorevolmente da Cecchi), concepito in quel clima esotico che caratterizzerà molte altre pagine della scrittrice. Furono questi anche gli anni durante i quali la T. C., che risiedeva allora in Egitto, svolse un'impegnativa attività civile: in particolare curò un programma radiofonico antifascista e nel 1943 fondò il settimanale Fronte unito. Nell'immediato dopoguerra, rientrata in Italia, si dedicò prevalentemente al giornalismo e solo nel 1961 pubblicò Ballata levantina, un romanzo ancorato alla poetica della memoria. Una memoria, però, senza idillio, misteriosa e talvolta ambigua come in certi romanzi di Conrad. La prima delle cinque parti, intitolata La nonna, è senza dubbio quella artisticamente più realizzata. Diverso è invece l'ambiente del successivo romanzo, Un inverno freddissimo (Milano 1966), storia di una famiglia milanese che, malgrado la tenace energia di una donna, Camilla, e la sua volontà di difendere fino in fondo la compattezza del nucleo familiare, subisce, soprattutto a causa della guerra, la devastazione morale e la disgregazione dei rapporti affettivi. Dopo Il vento sulla sabbia (Milano 1972, premio Enna 1973), in cui l'immagine dell'Egitto ritorna come un mito illusorio ma imprescindibile, nel suo più recente romanzo, Le quattro ragazze Wieselberger (Milano 1976, premio Strega), che, tra l'altro, registra ancora una volta la sua attenzione per i fatti musicali, la T. C., ricordando anche le origini materne, fissa l'obiettivo sulla Trieste mitteleuropea. La vicenda biografica, intesa soprattutto come rassegna delle sofferenze (in particolare il ricordo del fratello Renato) e delle ragioni morali che guidarono gli eventi familiari, s'innesta in una dimensione storica più vasta: la decadenza di un'eccezionale civiltà che viveva in modo altamente drammatico la sua storia politica e sociale (l'irredentismo conservatore e liberalmassone, la questione slava, la questione operaia). La scrittrice ha anche raccolto tutti i suoi racconti (meno qualcuno tra quelli pubblicati, negli anni egiziani, su un quotidiano in lingua italiana) nel volume Interno con figure (Roma 1976).

Bibl.: E. Cecchi, pref. a Cortile a Cleopatra, Firenze 1953; G. De Robertis, in Altro Novecento, ivi 1962; L. Baldacci, in Letteratura e verità, Milano-Napoli 1963; C. Bo, in Corriere della sera, 22 maggio 1966 e 30 maggio 1976; A. Bocelli, in La stampa, 4 ag. 1972; E. Falqui, in Il Tempo, 17 sett. 1972; E. Clementelli, in Letteratura italiana. I contemporanei, IV, Milano 1974; A. Barberis, in Corriere della sera, 21 marzo 1976.

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