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fauves

di Eugenia Querci - Enciclopedia dei ragazzi (2005)
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fauves

Eugenia Querci

La forza del colore

Come rappresentare in un quadro i colori di un paesaggio, di una figura umana, di una scena reale? Gli artisti fauves risponderebbero che non bisogna scegliere le tinte più somiglianti, bensì quelle più adatte a esprimere le sensazioni provate dall'artista di fronte al soggetto: le montagne possono essere dipinte di blu e arancione, una spiaggia diventa rosa e gialla, un volto umano rosso come il fuoco

Le "belve"

Nel 1905, in una mostra a Parigi, un gruppo di giovani artisti espone i propri dipinti attorno a quelli di un pittore più anziano, Henri Matisse. Che cosa li accomuna? I colori sono squillanti, decisi e stesi a macchie pastose, i contorni appaiono irregolari, le immagini sono piatte, l'effetto complessivo è lontano dalla realtà. Molti spettatori della mostra rimangono stupefatti.

Un critico francese, in un articolo pubblicato sulla rivista parigina Gil Blas, non trova modo migliore per definire questi artisti e i loro esperimenti se non con il termine fauves, che significa "fulvi" e quindi, attraverso il significato di "bestie dal pelo fulvo", "belve".

La 'visione interiore' dei fauves

Da allora in poi, fauves sarà il nome usato per definire i dipinti creati, soprattutto tra il 1905 e il 1910, da pittori di area francese come Matisse, André Derain, Maurice de Vlaminck, Kees Van Dongen, Albert Marquet, Raoul Dufy, Georges Braque, Henri Manguin. Lo stile cambia da artista ad artista, ma tutti sono accomunati dalla libertà di esprimersi attraverso il colore.

I fauves non vogliono ricreare le immediate percezioni visive, come gli impressionisti, ma desiderano restituire una visione interiore e personale della realtà. È celebre l'affermazione di Vlaminck che spiega: "è dei nostri colui il quale manifesta, spontaneamente e con autenticità, ciò che lo spinge a creare".

Prima dei fauves

Già verso il 1888 alcuni artisti francesi riunitisi a Pont-Aven, in Bretagna, attorno a Paul Gauguin, interpretano liberamente figure e paesaggi con colori vivaci e brillanti. Per raffigurare le foglie rosse di un albero, suggerisce Gauguin all'allievo Paul Sérusier, bisogna scegliere dalla tavolozza la tonalità di rosso più pura e bella che si ha a disposizione, non quella che più si avvicina all'effetto reale.

Nei quadri realizzati qualche anno più tardi a Tahiti, isola tropicale della Polinesia, Gauguin esprime le proprie emozioni, di fronte alla bellezza esotica di quei luoghi e dei suoi abitanti, in quadri dalle forme semplificate, fatte di macchie viola, rosse, gialle, blu, verdi.

Nei fauves, l'uso di tinte accese e arbitrarie si associa talvolta, soprattutto in artisti come Derain o Matisse, a una pennellata stesa a macchie accostate tra loro, simili a tanti tasselli quadrati o rettangolari. Si tratta di una rielaborazione, molto più libera e spontanea, dei quadri pointillistes ("puntinisti") creati alcuni anni prima dal francese Georges Seurat.

Accanto e dopo i fauves

Contemporaneamente ai fauves, si forma in Germania un altro gruppo di artisti, Die Brücke ("Il ponte"): in comune c'è l'esigenza di manifestare emozioni e stati d'animo attraverso un disegno irregolare e l'uso di colori aggressivi. Tuttavia i quadri tedeschi, definiti espressionisti, rivelano spesso un disagio interiore e un'inquietudine dai toni drammatici assente nei fauves. Nelle opere francesi prevale infatti il puro godimento della composizione pittorica, il piacere di combinare i colori secondo le sensazioni, i bisogni, i capricci del momento.

Col tempo, molti artisti fauves cambiano stile. Braque, per esempio, aderisce a un altro movimento moderno: il cubismo. Matisse, invece, associa l'uso di colori puri a un disegno decorativo, basato su riccioli e arabeschi. Le esperienze dei fauves e degli espressionisti tedeschi hanno però molta influenza sull'arte del 20° secolo. Verso la fine degli anni Quaranta, per esempio, alcuni artisti americani, poi chiamati espressionisti astratti, sperimentano l'uso di colori accesi e violenti, stesi confusamente e con gesti energici, fino a perdere ogni riferimento all'immagine reale, diventando cioè astratti.

Vedi anche
Henri Matisse Matisse ‹matìs›, Henri. - Pittore francese (Le Cateau 1869 - Vence, Nizza, 1954). Tra i più importanti artisti del 20° sec., ha aperto la strada a un tipo d'arte che non si accontenta della fedele riproduzione della realtà; le sue forme sintetiche e libere e i suoi colori vibranti hanno influenzato generazioni ... André Derain Derain ‹dërẽ´›, André. - Pittore francese (Chatou 1880 - Garches, Parigi, 1954). Amico di Vlaminck e di Matisse. Derain, Andre fu tra le figure più significative del fauvismo ma, già dal 1906, una meditata lettura dell'opera di Cézanne e l'interesse per il primitivismo dell'arte negra lo portarono a ... Maurice de Vlaminck Vlaminck ‹vlamẽ´k›, Maurice de. - Pittore (Parigi 1876 - Rueil-la-Gadelière, Eure-et-Loir, 1958). Figlio di musicisti, giovanissimo si dedicò allo studio del violino per poi volgersi, dopo l'incontro con A. Derain a Chatou, alla pittura. Formatosi da autodidatta, esordì con opere d'accentuato espressionismo ... Albert Marquet Marquet ‹markè›, Albert. - Pittore francese (Bordeaux 1875 - Parigi 1947). Condiscepolo di H. Matisse, al quale rimase molto legato, nella scuola d'arte decorativa di Parigi e presso G. Moreau, Marquet, Albert visitò spesso il Louvre, interessato in particolare a Cl. Lorrain e C. Corot. Toccato dall'arte ...
Indice
  • 1 Le "belve"
  • 2 La 'visione interiore' dei fauves
  • 3 Prima dei fauves
  • 4 Accanto e dopo i fauves
Categorie
  • ACCADEMIE SCUOLE E MOVIMENTI in Arti visive
  • PITTURA in Arti visive
Tag
  • MAURICE DE VLAMINCK
  • MOVIMENTO MODERNO
  • KEES VAN DONGEN
  • GEORGES BRAQUE
  • ALBERT MARQUET
Altri risultati per fauves
  • fauvisme
    Enciclopedia on line
    Movimento artistico delineatosi in Francia nel primo decennio del 20° secolo. Il nome (da fauve, «belva») deriva da una frase sarcastica con cui il critico L. Vauxcelles commentò la presenza di quei pittori al Salon d’Automne del 1905. Il gruppo, che ebbe in H. Matisse la personalità più incisiva e ...
Vocabolario
fauve
fauve 〈fòov〉 s. m., fr. [propr. «fulvo, falbo», e quindi – attraverso il sign. di «(bestia) di pelo fulvo» – «belva»; ha lo stesso etimo dell’ital. falbo]. – Nome (per lo più usato al plur., fauves) con cui sono stati designati i pittori...
timbro
timbro s. m. [dal fr. timbre «tamburo; campanello; bollo» (dal gr. tardo τύμβανον, variante di τύμπανον: v. timpano)]. – 1. a. Marchio di gomma (retto da un sostegno rigido) o di metallo che, inchiostrato oppure no, serve a imprimere bolli...
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