FAVA

Enciclopedia Italiana (1932)

FAVA (lat. scient. Vicia faba L., Faba vulgaris Moench., F. sativa Bernh.; fr. fève, f. des champs o des marais; sp. haba; ted. Feldbohne, Pferdebohne; ingl. ticks, horsebean)

Fabrizio Cortesi

Pianta erbacea della famiglia Leguminose Papilionate a fusto grosso eretto alto 3-14 dcm. con foglie paripennate terminate da una punta setacea munite di 1-3 coppie di foglioline ovali bislunghe, grandi, spesse, lucenti. I fiori sono disposti in brevi grappoli ascellari da 2 a 8, bianchi o violacei, con le ali macchiate di nero. Il legume è lungo, dritto o ricurvo, grosso, con parete interna rivestita d'una lanosità biancastra; racchiude da 3 a 8 semi reniformi, grandi, compressi, generalmente verdastri. A maturità il frutto diviene nero e fragile. È pianta coltivata da tempi antichissimi, fin dall'epoca del bronzo; è originaria della Persia e delle regioni limitrofe al Mar Caspio e probabilmente anche dell'Africa settentrionale. Se ne distinguono un gran numero di forme caratterizzate specialmente dalla lunghezza dei frutti e dal diverso aspetto, dimensione e colore dei semi: l'Alefeld ne ha elencate 42. Altri autori fanno della fava un genere monotipico con la specie Faba vulgaris Moench.

Secondo i più recenti studî (G. Hegi) si possono distinguere le seguenti varietà, sottovarietà e razze: varietà minor Beck. (it.favetta; ted. Ackerbohne): baccello a sezione rotonda con 3-4 semi, lunghi mm. 3,5-13. È divisa nelle seguenti sottovarietà:1. celtica-nana: forma dell'epoca del bronzo e del ferro; 2. Pliniana Körniche: forma selvatica dell'Algeria; 3. paucijuga Alefeld: un solo paio di foglioline per ogni foglia; forma selvatica del Tibet e del Panjab; 4. agrorum Alef., emend. Gams: semi lunghi mm. 10-13, bruni; 100 semi pesano grammi 40-65. Dal colore dei semi in questa sottovarietà si distinguono parecchie forme (purpurea, violacea, atra, microchlorus, nebulosoviolacea); 5. minuta Alef. - var. columbina Korn.: semi lunghi mm. 8-10;100 semi pesano 28-50 gr.

Varietà equina Pers. = Faba equina Rchb.: legumi grossi con 4-5 semi; semi lunghi millimetri 15-20, larghi 4-5; 100 semi pesano gr. 65-160. Parecchie forme distinte dal colore dei semi o da quello dei fiori (nebulosa, picea, sanguinea, superba, humillima, flabellata, mediolana, purpuriflora; albiflora).

Varietà maior Harz. (ted. Puffbohne): legumi corti meno di 6 cm., pauciseminati; semi lunghi mm. 25-30;100 semi pesano g. 130-340. Semi di questa varietà sono stati trovati a Pompei; a essa appartengono le fabae maiores dei capitolari di Carlomagno. La varietà è distinta nelle due sottovarietà megalosperma Alef.: semi bruni; 100 semi pesano g. 130-250, e macrosperma Alef., emend. Gams: 100 semi pesano g. 200-340 (forme: viridissima, volg. fava grande verde milanese; Windsoriana, volg. fava grande bianca di Windsor; albida, volg. fava grande bianca di Francoforte; arcuata; fuliginosa; atriflora).

La fava nelle sue diverse varietà e forme si coltiva come alimento dell'uomo e degli animali: i suoi semi vengono consumati freschi e secchi. I semi immaturi contengono: acqua 84,1%, albuminoidi 5,4%, grassi 0,3%, idrati di carbonio 7,3%, lignina 2,1%, ceneri 0,7%. I semi maturi hanno la seguente composizione: acqua 7,9-17,8%, albuminoidi (proteidi, legumina, vicilina, legumelina, proteosi, glucosidi o alcaloidi, vicina e convicina, fitina, nucleina, ecc.) 17,7-31,5%, grassi (lecitina e colesterina) 0,8-3,3%, idrati di carbonio (amido, saccarosio, glucosio, galactano, sostanze pectiche, ecc.) 41,2-59%, lignina 2,9-18,2%, ceneri (fosfato di calcio, ecc., anche tracce di rame) 0,38%.

Coltura. - La fava si semina in posto alla fine di febbraio o ai primi di marzo e nei climi più caldi anche prima; preferisce i terreni argillosi non privi di calcare. Si concima con q. 80 di letame per ettaro, più un quintale di perfosfato di calcio al 18% e 140 chilogrammi di cloruro di potassio al 50% (N. Passerini). In generale le fave non si consociano, ma nell'Italia meridionale le troviamo consociate con l'orzo. Precedono o succedono al frumento e agli altri cereali vernini. Si seminano in linea, distanti da 30-60 cm. o a buche, usando in media da 8 a 47 q. di granella per ettaro; poi si diradano, si compiono una o due sarchiature e si rincalzano e si cimano dopo avvenuta l'allegagione. Le varietà vernine si raccolgono da maggio a tutto giugno, le varietà marzuole in maggio nella Sicilia, da giugno a settembre nelle altre regioni a seconda del clima. Per scopo orticolo le fave si possono seminare in autunno in buona terra e in buona esposizione; è necessario riparare le piante giovani d'inverno con stuoie e copertoni e si ottengono i frutti alla fine di febbraio o ai primi di marzo. Un buon raccolto deve essere costituito da non meno di 30 ettolitri di granella e 30 quintali di paglie o favule per ettaro; queste servono per foraggio o per lettiera. Le piante verdi si usano anche per sovescio (v.) prima della fioritura, e sono preferite ai lupini per la rapidità della loro vegetazione.

Malattie e cause nemiche. - Animali: danneggiano i giovani germogli Aphis euonymi Fab.; A. viciae Kalt; attaccano i semi Larius granarius Payk e L. rufimanus Schönn; danneggiano le foglie: Sitona sp., Otiorrhynchus sulcatus, Mamestra pisi L., Agromyza scutellata Fall.; Tylenchus devastatrix attacca le radici. Parassiti vegetali: Orobanche sp., Cuscuta europaea L. subsp. viciae; Uromyces fabae Pers., Ascochyta pisi Lib., Erysibe polygoni DC.; Peronospora viciae Berk, Phyllosticta fabae Westd., Pleospora herbarum Pers., Phialea cotyledonum Oudem (attacca i cotiledoni).

Produzione. - Secondo le statistiche dell'Istituto internazionale d'agricoltura, la produzione delle fave per i principali paesi è:

Per altri paesi non si possono fornire dati precisi perché cumulativi con quelli di altre leguminose da granella: fagioli, piselli, ecc.

Fava di lupo è uno dei nomi volgari dell'Helleborus niger L.; fava di miso è la soia (v.); fava grassa è la fabaria o Sedum telephium L.; fava porcina si chiama anche il Hyoscyamus albus L. (v. giusquiamo).

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