Freiligrath, Ferdinand

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Poeta lirico tedesco (Detmold 1810 - Cannstatt 1876); esordì con successo come evocatore di paesaggi esotici nei Gedichte (1838), che gli valsero una pensione del re di Prussia, da lui rifiutata non appena si svilupparono i suoi interessi politici in direzione dapprima genericamente radicale e poi marxisteggiante (nel 1848 collaborò alla Neue Rheinische Zeitung di Marx). Esule in Svizzera e in Inghilterra prima del 1848, la sua partecipazione alla rivoluzione, un processo per la poesia politica Die Toten an die Lebenden (conclusosi peraltro con l'assoluzione) e continue difficoltà con la polizia lo indussero a riprendere la via dell'esilio londinese, fino al definitivo ritorno in Germania nel 1868, dove accolse positivamente la fondazione del II Reich (Die Trompete von Gavelotte, 1870). I suoi canti politici (Ein Glaubensbekenntnis, 1846; Ça ira, 1846; Politische und soziale Gedichte, 1849-51), fra i più robusti della lirica politica tedesca, si distinguono per efficacia oratoria e polemica e per la scelta dei temi originali (la vita e la coscienza politica del proletariato), anche se di rado raggiungono il piano di una poesia duratura.

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