FERDINANDO III il Santo, re di Castiglia e di León

Enciclopedia Italiana (1932)

FERDINANDO III il Santo, re di Castiglia e di León

Nino Cortese

Nacque nel 1199. Figlio di Alfonso IX, re di León, e della sua seconda moglie Berenguela, figlia di Alfonso VIII re di Castiglia, ereditò successivamente l'uno e l'altro stato, sebbene il matrimonio dei suoi genitori fosse stato sciolto con il consenso di papa Innocenzo III. Infatti, alla morte del piccolo Enrico I re di Castiglia (1217), figlio di Alfonso VIII, essendo passato il trono alla sorella Berenguela, questa lo diede subito al figlio F., che riuscì a vincere l'opposizione del padre Alfonso IX, aspirante anche lui alla corona, e dei Lara, definitivamente sconfitti nel 1212: e in quest'anno F. in Burgos si armò cavaliere e sposò Beatrice, figlia di Federico di Svevia. Poi, alla morte di Alfonso IX (1230), F. ebbe anche il regno di León, a quanto pare rifiutato in suo favore dal fratello Alfonso de Molina, che per di più gli fu accanto nelle sue continue imprese militari contro i musulmani.

Tali imprese già le aveva cominciate come re della sola Castiglia, ché nel 1225 aveva conquistato Andujar ed altre terre vicine a Cordova; ma poi, a forze riunite, poté continuarle con risultati di enorme importanza, valendosi anche dell'aiuto degli ordini militari e di Giacomo I re d'Aragona, con il quale nel 1248 fu stipulato il trattato di Almizra per delimitare i confini delle rispettive conquiste: trattato che fu ampliamento del precedente accordo di Cazola del 1179. Nel 1231 il fratello di F., Alfonso, sconfisse sui campi di Xérez le forze dei Banū Hūd; dal 1232 al 1235 i cavalieri degli ordini di Alcántara e di Calatrava conquistarono Trujillo, Montiel, Medellin, Alhange, Magacela; e F. nel luglio 1233 assediò e prese Ubeda, il 29 giugno 1236 fece capitolare Cordova, arresasi dopo aver atteso invano gli aiuti dei Banū Hūd, nel 1240 ampliò le conquiste nel territorio di questa città. Dipoi, nel 1243, il re di Murcia gli si offrì vassallo, ed egli inviò il proprio figlio Alfonso a prendere possesso del suo stato; nel 1244 si spinse fin sotto Granata; alla fine del 1245 assediò Jaén, e qui a cedergli la citta che gli apparteneva e a dargli tributo venne lo stesso re di Granata (1246). Allora F. poté rivolgere tutte le sue forze contro Siviglia, aiutato anche dai musulmani di Granata e sostenuto dalla parte del mare da una flotta, che, primo esempio nella storia della Castiglia, egli aveva armata nei porti del nord e che era comandata da D. Ramón Bonifaz, il quale fu il primo a ricoprire la carica di ammiraglio di Castiglia. Nel 1247 fu conquistata Carmona e assediata Siviglia, che capitolò il 23 novembre dell'anno seguente, dopo una brillante azione della flotta: i cristiani vi entrarono trionfalmente il 22 dicembre. Il re passò gli ultimi anni della sua vita in Andalusia, ove completò le conquiste raggiungendo il mare, sì che, dopo le sue vittorie e quelle contemporanee del sovrano aragonese, ai musulmani in Spagna non restarono che il regno di Granata e alcuni territorî in Huelva. E già meditava una spedizione in Africa, quando la morte lo sorprese in Siviglia, il 30 maggio 1252.

Ma F. deve la sua fama non solamente alle vittorie militari che gli permisero di restituire al cristianesimo l'Andalusia, sibbene ancora alla sua opera di governo. Unificatore dei due regni di Castiglia e di León, che, per quanto le loro Cortes continuassero per il momento a restar divise, non dovevano più separarsi, molto si adoperò per il riordinamento amministrativo della regione conquistata, concedendo fueros a Cordova, a Carmona, a Siviglia; fece tradurre il Liber iudiciorum (Fuero Juzgo), che fu dato a Cordova come legge municipale, e inoltre, seguace del principio dell'accentramento che già si era affermato in buona parte dell'Europa, pensò anche alla formazione di un unico codice che valesse per tutto lo stato. Nel campo della cultura, protesse le università, unendo fra l'altro quelle di Salamanca e di Palencia, e promosse la definitiva trasformazione del castigliano in lingua ufficiale e letteraria. In politica interna si mostrò tollerante verso gli ebrei e, per impedire la loro emigrazione nel regno di Granata, fu tutt'altro che severo verso gli assoggettati musulmani, e anzi a quelli del regno di Murcia concesse anche una parziale autonomia. In politica estera, dati i vincoli di parentela che lo univano alla regina Bianca di Castiglia e a Luigi IX, cominciò a legare la Castiglia alla Francia, e in seconde nozze, nel 1237, sposò una principessa francese. Finalmente, spinto dalla passione religiosa, che già lo aveva sempre più animato nella lotta contro i musulmani, fondò le cattedrali di Burgos (1221) e di Toledo (1227). Ma, disgraziatamente, l'opera sua non fu continuata dai successori. F. fu canonizzato da papa Clemente X nel 1671.

Bibl.: M. de Manuel Rodríquez, Memorias para la vida del santo rey Don Ferdinando, Madrid 1800; e specialmente A. Ballesteros y Beretta, Historia de España, II e III, Barcellona 1922. Per la ricca bibliografia, specialmente apologetica, cfr. anche B. Sánchez Alonso, Fuentes de la historia española e hispanoamericana, 2ª ed., Madrid 1927.

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