Ferromagnetismo

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Proprietà delle sostanze che, poste in un campo magnetico, si comportano in modo analogo al ferro, cioè sono capaci di magnetizzarsi in modo particolarmente intenso e di conservarsi, almeno in parte, magnetizzate anche dopo che è cessata l’azione del campo magnetizzante. Oltre il ferro, altri materiali ferromagnetici sono il nichel, il cobalto e molte leghe contenenti questi metalli. In essi l’intensità di magnetizzazione M cresce (non proporzionalmente) al crescere dell’intensità H del campo magnetico sino a raggiungere un valore di saturazione, in corrispondenza del quale è da ritenersi totalmente realizzato l’orientamento dei domini f. elementari. Diminuendo H, M diminuisce, ma per H=0, M non ritorna a zero (come era nello stato vergine); si ha una magnetizzazione residua concomitante a un fenomeno di isteresi. La temperatura influisce notevolmente sul f.: tutte le sostanze ferromagnetiche, a una data temperatura, detta punto di Curie, e diversa da sostanza a sostanza perdono le proprietà ferromagnetiche trasformandosi in paramagnetiche (➔ magnetismo).

Il ferrometro è l’apparecchio utilizzato per misurare il valore istantaneo dell’induzione magnetica in un campione di materiale ferromagnetico e per rilevare il ciclo d’isteresi del materiale stesso.

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