Festa

Enciclopedia Dantesca (1970)

festa

Luciano Graziuso

La voce ricorre in D. con significati diversi e sempre in poesia; è assente nell'Inferno.

Indica il giorno preciso, la festa di Tommaso apostolo (il 21 dicembre), in Pd XVI 129; un giorno di f., senza specificarlo, quale Pasqua o Kalendi Maggio o Pentecosta (Fiore CLXXVIII 9), o altro ancora, anche se non identificato, ma accostato, forse in endiadi, a nozze (e po' vada a nozze e a festa), in Fiore CLXVI 6.

Per estensione, indica la piena ed eterna beatitudine del Paradiso: Quanto fia lunga la festa / di paradiso, tanto il nostro amore / si raggerà dintorno cotal vesta (Pd XIV 37).

Sempre nel Paradiso, sta per semplice " manifestazione di gaudio ": 'l tripudio e l'altra festa grande / ... quetarsi (XII 22); io di coruscar vidi gran feste (XX 84).

Le f. dell'Empireo (XXX 94) sono i nuovi aspetti dei fiori e delle faville, trasformatisi in angeli e beati: così mi si cambiaro in maggior feste [" in maggiori letizie ", Buti] / li fiori e le faville;" idest, apparuerunt mihi in pulchriori et nobiliori figura ", Benvenuto.

Il termine indica le " liete, festose accoglienze " delle anime dei lussuriosi, che si baciano una con una / sanza restar, contente a brieve festa, " brevi... solatio ", Serravalle (Pg XXVI 33; cfr., al v. 37, Tosto che parton l'accoglienza amica...); così anche in Pd XV 84 non ringrazio / se non col core a la paterna festa, l'accoglienza di Cacciaguida. In questa accezione ricorre anche, secondo un uso vivo ancor oggi, la locuzione ‛ far f. a qualcuno ': Sordello è l'anima gentil che fu così presta / ... di fare al cittadin suo quivi festa (Pg VI 81), come s. Pier Damiano, che scende per li gradi de la scala santa per ‛ far f. ' a D. (Pd XXI 65; così anche in Fiore CLXII 14 e CLXXIII 1, dove però l'espressione acquista un particolare e più intenso significato, trattandosi di f. d'amore). In un altro passo del Purgatorio, invece (XXIX 130), il sintagma significa " danzare ": quattro [donne] facean festa / ... dietro al modo / d'una di lor, " similiter corizantes " (Benvenuto).

In Pg XXX 65 il termine si concretizza nella nuvola di fiori (v. 28), l'angelica festa, che gli angeli fanno cadere intorno a Beatrice, in segno di festosa accoglienza.

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