FICO D'INDIA

Enciclopedia Italiana (1932)

FICO D'INDIA (lat. scient. Opuntia ficus-indica Mill.; fr. figuier d'Inde; sp. higo de Indias; ted. indische Feige; ingl. Indian fig)

Domenico Lanza

Con questo nome si indica tanto la pianta della famiglia Cactacee, quanto il suo frutto. È pianta grassa, arborescente, formata da rami articolati, ellittici, appiattiti, molto spessi e succulenti (pale), di colore verde-glauco, privi di foglie, sparsi di gruppi di spine; ve ne ha qualche razza con spine minute o nulle. Negl'individui vecchi gli articoli inferiori si ingrossano e si confondono, formando un tronco continuo cilindraceo. Rudimenti di vere foglie, a guisa di piccoli uncinetti verdi si notano soltanto sugli articoli giovanissimi e cadono ben presto. I grandi fiori sono disposti sul margine superiore degli articoli, hanno calice con molti sepali squamiformi, corolla con molti petali obovati dentellati giallo-lucenti, stami numerosissimi, ovario infero uniloculare con molti ovuli a placentazione parietale e uno stilo cilindrico munito di 6-8 stimmi. Il frutto è una grossa falsa bacca ovoide, troncata e ombelicata all'apice, racchiusa nel ricettacolo, esternamente punteggiata di areole, portanti ciuffi di finissimi aculei, ripiena di una polpa mucillaginosa e liquescente, molto dolce, che contiene numerosi semi dal guscio osseo.

È originario del Messico, dove gli Spagnoli lo trovarono anche coltivato in più varietà, e donde lo trasportarono in Europa e in Africa; oggi è coltivato e si è inselvatichito nella regione mediterranea, alle Canarie, nell'Africa meridionale e altrove. Le sue bacche costituiscono un eccellente frutto da tavola; se ne distinguono tre razze: a polpa gialla, che è la più comune, a polpa bianca, e a polpa rosso-violetta; ve ne hanno anche, e sono più pregiate, senza semi. Il fico d'India si adopera anche per formare siepi; gli articoli giovani costituiscono un buon mangime per il bestiame; dai frutti può ricavarsi una gomma simile alla gomma dragante, e da essi si può anche ottenere alcool. Infine su questa pianta alle Canarie, nel Messico e altrove, si pratica l'allevamento della cocciniglia (Coccus cacti).

Ama terreni rocciosi soleggiati e asciutti; si moltiplica staccandone gli articoli (pale) e piantandoli, nella stagione estiva; non ha necessità di cure colturali. In Sicilia spesso si tolgono dalle piante i primi fiori; si ha così una seconda fioritura, da cui si ottengono frutti migliori. Affini alla O. ficus-indica sono la O. amyclaea Ten., più alta, a spine più robuste, frutto più piccolo, meno carnoso e meno sapido, e la O. Dillenii Haw., più bassa, anch'essa a spine più valide, a frutti piccoli piriformi insipidi.

V. tav. XLIV.

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