Brunelleschi, Filippo

Enciclopedia dei ragazzi (2005)

Brunelleschi, Filippo

Fabrizio Di Marco

L'architetto della cupola del Duomo di Firenze

Filippo Brunelleschi è stato uno dei più importanti protagonisti del Rinascimento: egli fu l'iniziatore dell'architettura rinascimentale, sia per la realizzazione della grande cupola del Duomo di Firenze sia perché fu il primo a scoprire le regole geometriche del disegno in prospettiva, importantissime per impostare un progetto architettonico.

Nei suoi progetti le diverse misure (altezza e larghezza dell'edificio, delle finestre, dei portali) erano in rapporto proporzionale: quest'armonia era possibile proprio perché Brunelleschi faceva uso della prospettiva, che gli permetteva di misurare e controllare sul foglio da disegno lo spazio tridimensionale dell'architettura

Gli inizi dell'attività: orafo e scultore

Brunelleschi nacque a Firenze nel 1377 e iniziò la sua carriera come orafo e scultore: nel 1401 partecipò al concorso per la seconda porta del Battistero di Firenze, che vinse a pari merito con lo scultore Lorenzo Ghiberti, ma rifiutò di collaborare con lui e gli lasciò l'incarico di realizzare tutta l'opera. Dopo questo parziale insuccesso si recò a Roma con lo scultore Donatello: fu questo il primo di una serie di viaggi nella Città eterna, dove studiò sia le sculture antiche, sia l'architettura, specialmente dal punto di vista della tecnica costruttiva.

In questa prima fase di attività collaborò con Donatello, ma i due ebbero anche modo di polemizzare quando scolpirono due crocefissi: Brunelleschi infatti accusò l'amico di aver rappresentato Cristo come un contadino, cioè con un aspetto troppo realistico, mentre la sua scultura era già basata sulle proporzioni modulari, come in seguito lo sarebbero state anche le sue opere architettoniche.

La grande impresa della cupola del Duomo

La realizzazione della cupola del Duomo fiorentino (chiesa di Santa Maria del Fiore) occupò quasi tutta la carriera di Brunelleschi, che fu presente nel cantiere dal 1404 sino al 1446, anno della sua morte. Il Duomo era stato realizzato a partire dal 1296 su progetto di Arnolfo di Cambio ma la costruzione si era interrotta all'altezza del tamburo ottagonale (struttura architettonica sulla quale si imposta la cupola) perché notevoli difficoltà tecniche ed economiche avevano impedito di edificare la grande cupola.

Nel 1418 si bandì un concorso per raccogliere idee e proposte costruttive: Brunelleschi lo vinse e nel 1420 ebbe inizio la costruzione della cupola, dopo il cosiddetto dispositivo, che rappresentava un vero e proprio programma di progetto scritto dall'architetto in dodici punti molto precisi, con istruzioni per gli operai, misure e dati tecnici. Per la prima volta nella storia dell'architettura i lavori venivano iniziati seguendo un progetto preciso e dettagliato. La cupola fu completata nel 1434 e due anni dopo papa Eugenio IV benedisse l'opera.

L'invenzione di un nuovo sistema costruttivo

Brunelleschi ebbe la meglio sugli altri architetti perché capì sin dall'inizio che era impossibile costruire la cupola utilizzando le classiche armature interne in legno, chiamate cèntine. Egli propose infatti una cupola, sormontata da una lanterna, a due calotte di pietra e mattoni (una interna e una esterna con curvatura differente e spessore che diminuisce procedendo verso l'alto), sorrette e rafforzate da otto grandi costoloni in pietra, che partono ciascuno dagli otto angoli dell'ottagono del tamburo. Altri costoloni più piccoli interni alle calotte sono collegati agli otto esterni tramite archi orizzontali: a questa struttura principale sono ancorate le due calotte in mattoni, disposti con la tecnica detta a spinapesce, che consentiva di non usare le tradizionali armature in quanto era autoportante, cioè capace di sorreggersi durante la costruzione senza l'aiuto di altre strutture.

L'organizzazione del cantiere

Brunelleschi diresse sempre personalmente il cantiere, a volte scontrandosi con gli operai, perché pretendeva che seguissero alla lettera le sue disposizioni e i suoi disegni. E proprio per organizzare al meglio la vita del cantiere, aveva anche progettato una serie di congegni e ponti di servizio in legno, che consentivano di portare il cibo agli operai senza che questi dovessero scendere dalle impalcature.

Ma non esitava a far licenziare chi non seguiva le sue indicazioni e istruzioni: il cantiere dipendeva direttamente da lui, che si assumeva tutte le responsabilità, sia tecniche sia organizzative. Si realizzò così l'opera simbolo del Rinascimento fiorentino, nata dall'ingegno di un singolo uomo ma diventata emblema di una città e di un'epoca.

Gli edifici civili

Anche se la costruzione della cupola rappresentò l'incarico più importante e impegnativo per Brunelleschi, egli svolse in parallelo una lunga attività architettonica, progettando molti edifici, sempre a Firenze. Prima di iniziare la cupola, l'architetto era già impegnato nel progetto dell'Ospedale degli Innocenti, destinato ad accogliere i bambini abbandonati: nel portico sulla piazza dell'Annunziata, per la prima volta, introdusse i rapporti proporzionali e armonici tra i singoli elementi costruttivi (colonne, archi, finestre) e usò i materiali che poi diventarono tipici dell'architettura rinascimentale, dividendo le superfici bianche e lisce dei muri (a intonaco) con gli ordini in pietra serena.

Nel campo dell'architettura civile gli si attribuiscono una serie di palazzi fiorentini; tra questi il Palazzo di parte guelfa e il Palazzo Pitti, per il quale forse Brunelleschi disegnò il progetto per il primo nucleo, contraddistinto dal massiccio muro di facciata in cui si apre una successione di archi a tutto sesto, come negli acquedotti romani.

Le cappelle

I moduli geometrici e proporzionali furono usati anche nella Sacrestia Vecchia di San Lorenzo, che doveva fungere da cappella gentilizia della famiglia Medici: l'ambiente è perfettamente cubico ed è coperto da una cupola a creste e vele, detta anche a ombrello, cioè formata da costoloni e voltine; tutti gli elementi sono anche qui di dimensioni legate tra loro da rapporti armonici.

Nella cappella della famiglia Pazzi, situata nel chiostro della chiesa di Santa Croce, il progetto è basato sui rapporti derivati dall'armonia musicale; ma in questo caso è di grande novità anche la facciata esterna sul chiostro, che si stacca dalla struttura con le sei colonne corinzie e l'ampio arco centrale.

Le chiese

Dei numerosi progetti di Brunelleschi per edifici sacri ci rimangono le chiese di San Lorenzo e Santo Spirito. Nella prima ancora una volta l'architetto si servì dei rapporti proporzionali per stabilire le dimensioni in lunghezza, larghezza e altezza della navata principale e delle due laterali. In Santo Spirito le misure interne sono organizzate da moduli quadrati, formati dalla successione di colonne e archi; qui Brunelleschi aveva previsto una serie di cappelle laterali semicircolari che dovevano sporgere dai muri esterni, ma dopo la sua morte fu eliminata la sporgenza con l'appiattimento del muro.

Negli edifici sacri, nelle cappelle come nelle chiese, si nota un'altra caratteristica fondamentale dell'architettura brunelleschiana: la riscoperta dell'ordine architettonico classico. Egli impiegò infatti il sistema costruttivo arco-colonna seguendo il modello dei monumenti romani, che conobbe durante i numerosi viaggi di studio compiuti a Roma.

L'eredità

Tutte queste opere, che sono solo le principali progettate da Brunelleschi, ebbero una profonda influenza sugli architetti della seconda metà del Quattrocento e vennero molte volte prese a modello o addirittura parzialmente copiate dai suoi allievi e collaboratori. Le idee innovative di Brunelleschi, come l'invenzione del metodo prospettico, e la conseguente misurazione razionale e proporzionale dello spazio architettonico, serviranno in seguito a Leon Battista Alberti per elaborare i suoi trattati, che sintetizzeranno e faranno conoscere le invenzioni brunelleschiane.

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