BUONANNI, Filippo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 15 (1972)

BUONANNI, Filippo

Pietro Omodeo

Figlio di Lodovico, nacque in Roma il 7 genn. 1638. Studiò lettere e disegno presso il Collegio Romano; incominciò poi il noviziato presso la Compagnia del Gesù in cui era entrato nell'ott. 1654, non ancora diciassettenne. Dopo il primo periodo del noviziato tornò al Collegio Romano, ove studiò sotto la guida di F. Eschinardi, che era molto versato nella fisica, nell'astronomia e nella geografia. A causa degli interessi del maestro, il giovane B. ebbe buona preparazione naturalistica e tecnica: tra l'altro acquistò rinomanza nella fabbricazione dei microscopi di cui molava personalmente le lenti.

Dopo questo ciclo di studi il B. fu inviato, secondo la regola della sua Compagnia, a svolgere un periodo di insegnamento in una nuova sede. Fu destinato al collegio dei gesuiti di Orvieto a insegnare discipline umanistiche, ma non cessò di occuparsi di scienze e di esercitarsi nel disegno, né perse i contatti con i suoi insegnanti. Ritornò quindi ancora una volta al Collegio Romano per apprendere la teologia e le altre materie che figuravano in quel corso di studi: scolastica, morale e polemica. Dopo di ciò prese gli ordini. Tra gli altri gli fu maestro P. Pallavicini Sforza alla cui memoria rimase sempre legato. Venne poi mandato ad Ancona, ove insegnò filosofia in un altro collegio della sua Compagnia.

Ad Ancona il B. frequentò la casa di Camillo Pichi, uomo erudito, che aveva organizzato, come allora usava, un "gabinetto di rare curiosità". In tale occasione si ravvivò in lui l'entusiasmo naturalistico ed egli iniziò a raccogliere conchiglie di Molluschi, animali che sarebbero rimasti oggetto preferito dei suoi studi per il resto della sua vita; non trascurò tuttavia il lavoro diligente dell'erudito e pubblicò nel 1672un catalogo delle molte sedi e attività della Compagnia del Gesù.

Il soggiorno anconetano terminò nel 1676 quando il B. venne richiamato a Roma ove gli fu affidato l'incarico di archivista presso la casa professa detta "Il Gesù". Quivi proseguì le ricerche naturalistiche, pubblicando nel 1681 un libro intitolato Ricreatione dell'occhio e della mente nell'osservation delle chiocciole, fornito di un ricchissimo corredo di figure incise in rame di suo pugno.

Si trattava di un'opera diligente, animata da un sincero amore della natura che risentiva fortemente dell'indirizzo che l'eloquente suo confratello Segneri imprimeva con le famose prediche: le bellezze della natura, la ricchezza di forme e la perfezione dei viventi testimoniano della grandezza del Creatore e della continua cura che la Provvidenza rivolge anche alle più umili creature. Simile impostazione, anche se contaminata qua e là dalle tesi di magia bianca derivate da Martino del Rio, Athanasio Kircher e Onorato Fabri, non avrebbe granché nociuto all'opera se il B. non avesse creduto opportuno applicare i più triti dettami della scolastica e ignorare i più elementari dati di osservazione laddove soccorrevano le opinioni e le affermazioni di Aristotele. Il libro è quindi disseminato di strani anacronistici errori: i Molluschi mancano di sensi e quindi di occhi, sono privi di cuore, compaiono per generazione spontanea.

Nell'insieme l'accoglienza fu favorevole, tanto che alcuni anni dopo il B. ne approntò anche l'edizione latina, ma si fecero sentire pure alcune voci di vivace dissenso che dettero origine ad una polemica durata poi più di vent'anni. Da una parte ci fu il Lister (Appendix ad historiam animalium Angliae, Londini 1685-1689), che criticò le scorrettezze di carattere anatomico e fece notare che il B. non aveva tenuto conto che l'avvolgimento delle conchiglie nella stampa delle figure risultava rovesciato (l'osservazione è stata fraintesa dai vari biografi); da un'altra parte insorsero gli esponenti della nuova biologia inaugurata dal Redi, indignati perché veniva riproposta la tesi della generazione spontanea. Primo a controbattere le affermazioni del B. fu l'abate Anton Felice Marsili, poi vescovo di Perugia, fratello del grande Luigi Ferdinando. Il Marsili in un suo libretto, apparso anonimo nel 1683 a Bologna (Relazione del ritrovamento dell'uova delle chiocciole), descriveva con ricchezza di particolari la riproduzione delle chiocciole e non perdeva l'occasione di lanciare qualche frecciata contro gli aristotelici. Il B. replicò in quell'anno stesso con le Riflessioni sopra la relatione del ritrovamento dell'uova delle chiocciole in cui, mettendo a frutto gli studi di polemica e scolastica, difendeva la propria filosofia e le proprie affermazioni facendo solo il minimo numero di concessioni ai reperti esposti dall'antagonista. L'anno dopo intervenne anche il Redi con le Osservazioni intorno agli animali viventi (Firenze 1684), nelle quali il B. veniva smentito, sia pure garbatamente, con un profluvio di rigorose osservazioni e gli aristotelici venivano, con molto meno garbo, messi in ridicolo. Il B. replicò ancora una volta con un'opera molto più massiccia e circostanziata dal titolo Observationes circa viventia quae in rebus non viventibus reperiuntur (1691)imbastite a dialogo, avendo forse a modello il celebre dialogo galileiano.

Rufus (che impersona il Redi) discute contro Bemarcus (il B.) mentre Fulbertus fa la parte dello spettatore. Vengono dibattute le opinioni dei filosofi antichi e recenti e le basi metodologiche della ricerca naturalistica. Bemarcus fa larghe concessioni sul valore euristico dei dati di osservazione e sperimentazione, ma nessuna concessione fa al determinismo galileiano e conclude con una lunga, pedante lezione di logica aristotelica a Rufus, le cui frasi poco rispettose verso gli assiomi degli aristotelici vengono stigmatizzate molto duramente. Nel dialogo non vengono risparmiati né Swammerdam né Malpighi né altri naturalisti che avevano confutato o dubitato della generazione spontanea.

Il Redi, malfermo in salute, non replicò, ma rispose il Malpighi (Opera posthuma, Londini 1697, p. 77), violentemente indignato perché il B. aveva usato l'espediente di confutare le sue osservazioni sulle galle con certe più antiche osservazioni del Redi citate anonime da una traduzione latina. Questo passo del Malpighi ("callide quidem Eruditissimus Pater invertit temporum differentias...") è risultato oscuro a vari biografi del B., alcuni dei quali hanno creduto che il Malpighi lo accusasse ingiustamente di plagio, il che non è vero.

Malgrado l'irritazione e la tarda età, il Malpighi controbatté sul piano sperimentale gli argomenti del B. e in particolare la sua obiezione che la generazione spontanea fosse ostacolata dalla privazione d'aria effettuata quando si chiudevano ermeticamente i vasi per impedire l'ingresso agli insetti che potevano deporre le uova sul materiale putrescente. Altrettanto fece Antonio Vallisneri in due dialoghi dal titolo Della curiosa originee degli sviluppi di molti insetti (in Galleria di Minerva, I-II, Venezia 1696-97), pregevoli per la consapevolezza metodologica ed il rigore delle osservazioni e della sperimentazione.

Frattanto gli interessi del B. si erano spostati alla numismatica, intorno alla quale pubblicò nel 1694 una breve operetta anonima e poi un'opera assai più vasta e impegnativa dal titolo Numismata summorum Pontificum (Roma 1696).

Nel 1695 fu chiamato a dirigere il Collegio dei maroniti in Roma e tenne tale carica perun triennio, dopodiché, nel 1698, tornò al Collegio Romano come addetto al "Gabinetto delle curiosità" lasciato da Alfonso Donnini nel 1651 e arricchito in seguito da padre Athanasius Kircher. In quel collegio il B. attese anche alla direzione della Congregazione primaria. Nella nuova sede, che gli era particolarmente cara, egli proseguì nelle ricerche erudite ed infatti nel 1699 compare una nuova e più vasta opera di numismatica dal titolo Numismata Pontificum Romanorum...in due volumi in folio:un'opera di rilievo, che studia la monetazione pontificia da Martino V a Innocenzo III, e che fu seguita, negli anni dal 1706 al 1711, da vasti cataloghi intorno agli ordini religiosi e cavallereschi (riccamente illustrati, furono più volte ristampati, tradotti e illustrati ex novo).

In questo periodo nel B. si risvegliarono gli interessi naturalistici ed egli redasse la più vasta opera: il Musaeum Kircherianum (1709) ove, accanto a osservazioni erudite intorno ai materiali archeologici, etnologici e naturalistici del museo ripubblicò parte delle Observationes circa viventia e la Ricreatione dell'occhio e della mente (tradotta in latino) col suo ricchissimo corredo di figure. Molte di queste erano state ridisegnate per ovviare alle critiche del Lister; peraltro assolutamente nulla il B. modificava delle sue tesi intorno alla generazione spontanea, né correggeva le sue affermazioni circa l'anatomia dei Molluschi.

Il solito gusto dell'erudizione indusse ancora il B. a pubblicare a Roma nel 1722 il Gabinetto armonico nel quale egli delinea la storia degli strumenti musicali e descrive quelli esistenti nel Collegio Romano. L'opera, riccamente illustrata con incisioni in rame di A. Van Westerrout, è un importante documento per la storia degli strumenti musicali del sec. XVIII. Nel 1720 pubblicò inoltre il Trattato sopra la vernice detta comunemente cinese.

Era ormai più che ottantenne; tuttavia nella quiete del suo ufficio, apparentemente ignaro della grave crisi che attraversava la sua Compagnia, continuò nell'assiduo, diligente lavoro di catalogatore e cronista e, quando venne a morte il 30 marzo 1725, lasciò una gran massa di manoscritti inediti e di incisioni che andarono poi dispersi.

Opere: Catalogus provinciarum Societatis Iesu. Domorum,Collegiorum,Residentiarum,Seminariorum,et Missionum,quae in unaquaque Provincia numerabantur, Romae 1679; Catalogus provinciarum,Domorum,Collegiorum,Rosidentiarum,Seminariorum et Missionum,Societatis Iesu, Romae 1717; Ricreatione dell'occhio e della mente nell'osservation delle chiocciole, Roma 1681; Recreatio mentis,et oculi in observatione Animalium Testaceorum... Italico sermone primum proposita a P. Philippo Bonanno S. I. Nunc denuo ab eodem Latine oblata, Romae1684; Riflessioni sopra la relazione del ritrovamento dell'uova delle chiocciole,di A. F. M. in una lettera al sig. Marcollo Malpighi celebre professore di medicina nell'università di Bologna, Roma 1683; Observationes circa viventia quae in rebus non viventibus reperiuntur. Cum micrographia curiosa,sive rerum minutissimarum observationibus, Romae 1691 (rist. nel1699 senza la Micrographia curiosa, rist.separatamente nel 1703); Lemmata numismatum Romanorum Pontificum a Martino V ad Innocentium XII, Romae 1694; Numismata Summorum Pontificum,Templi Vaticani fabricam indicantia,chronologica eiusdem fabricae narratione..., Romae 1696 (rist. nel 1696 e nel1715 con correzioni ed aggiunte); Numismata Pontificum Romanorum quae a tempore Martini V usque ad annum MDCXCIX,vel authoritate publica,vel privato genio in lucem prodiere..., Romae 1699 (rist. conaggiornamenti nel 1744); Ordinum religiosorum in Ecclesia Militanti catalogus,eorumque indumenta in iconibus impressa... Pars I complectens virorum ordines, Romae 1706 - Pars II continens virgines Deo dicatas, ibid.1707 - Pars III complectens aliquos in prima editione omissos,diversa etiam alumnorum Collegia et foeminarum Congregationes..., ibid.1710 - Ordinum equestrium et militarium catalogus imaginibus expositus..., ibid.1711 (rist. più volte in latino, italiano, tedesco e francese con aggiunta difigure, in Roma, in Venezia, a Norimberga e Amsterdam); Musaeum Kircherianum,sive Musaeum a P. Athanasio Kirchero in Collegio Romano Societatis Iesu..., Romae 1709 (vi ritroviamo l'edizione latina della Ricreatione dell'occhio e della mente nell'osservation delle chiocciole, nonché la Micrographia curiosa); Gabinetto armonico pieno d'istromenti sonori..., Roma1722 (1723 [riedito nel1776 rived. e corretto dall'ab.G. Ceruti;una nuova ediz. è apparsa, a cura di F. Ll. Harrison e J. Rimmer, aLondra nel 1964); La gerarchia ecclesiastica considerata nelle veste sagre, Roma1720; Trattato sopra la vernice detta comunemente cinese, Roma1720 (rist. in italiano efrancese).

Fonti e Bibl.: G. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 4, Brescia 1763, pp. 2329-2333; Elogio di Ph. B., in Giornale de' letterati d'Italia, t. XXXVII (1725), pp. 326-388; J. P.Niceron, Mémoires pour servir à l'histoire des hommes illustres dans la rèpublique des lettres, XXX (1734), pp. 22-30. Cfr. inoltre: P. Mandosio, Bibliotheca romana,seu Romanorum scriptorum centuriae, II, Roma 1682, pp. 297 ss.; J. J. Manget, Bibliotheca scriptorum medicorum veterum et recentiorum, I, Genevae 1731, pp. 349-52; C. Sommervogel, Bibliothèque de la Compagnie de Jesus, II, coll. 376-384. Per la parte mus. v.: G. Hilpert, F.B. und seine Gabinetto armonico, Diss., Leipzig 1945.

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