FILIPPO di Pietro

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 47 (1997)

FILIPPO di Pietro

Mario Infelise

Nato presumibilmente nella prima metà del sec. XV, da Pietro, fu attivo a Venezia come tipografo tra il 1472 e il 1482.

Incerte sono le notizie sulle sue origini; fu comunque il primo italiano a praticare a Venezia l'arte della stampa in anni in cui la tipografia era esercizio pressoché esclusivo dei maestri provenienti dalla Germania. Sulla vita di F. manca qualsiasi documento certo, all'infuori delle sottoscrizioni che figurano sul colophon dei libri da lui pubblicati. È stata frequentemente ipotizzata una probabile origine trevigiana, poiché agli inizi appare associato con il tipografo Gabriele di Pietro di Treviso, assieme al quale stampò nel 1472 i suoi primi libri, un Attila flagellum Dei (20 gennaio) e la probabile prima edizione del Filocolo di G. Boccaccio, datata 20 novembre; nel 1473 si aggiunse l'edizione del Doctrinale di Alexandre de Villedieu, la fortunata opera duecentesca, utilizzata per vari secoli per l'insegnamento del latino della Chiesa.

È peraltro da precisare che nessuna fonte prova che F. e Gabriele fossero fratelli. A differenza di Gabriele, F. non si qualifica mai come "trevisanus", ma sempre come "venetus" o "da Venetia", e nelle edizioni che realizzarono assieme è espressamente precisato che erano soci e non altro. Dopo il 22 giugno 1478 F. si sottoscrive "Philippus quondam Petri", tuttavia nella Fiammetta del 1481 la sottoscrizione si presenta come quella di "Filippo, di Pietro". Tale discordanza potrebbe indurre a sospettare l'esistenza di due differenti stampatori, ma l'identità dei caratteri usati porta ad escludere tale possibilità.

Fino al 1700 a F. fu inoltre attribuita una edizione del 1458 dell'Acerba di Cecco d'Ascoli. Senza ombra di dubbio già Antonio Bartolini nel '700, ripreso nel 1805 dal Federici, aveva avuto modo di precisare che si era sicuramente trattato di un refuso tipografico da correggersi in 1478.

Nel 1473 le strade di F. e di Gabriele di Pietro si separarono. Gabriele rimase a Venezia ancora pochi anni, fino a che, nel 1478, perseguitato da alcuni creditori, preferì spostarsi a Toscolano e a Brescia, dove peraltro non ebbe grande fortuna. F. invece, rimasto a Venezia, proseguì sulla strada tracciata, dedicandosi alla pubblicazione di testi volgari e di classici latini e greci, in gran parte ristampe di edizioni di altri stampatori, considerati non sempre di perfetta correzione. Utilizzò sei serie di caratteri, due greci, due romani e due gotici.

li primo libro in cui F. compare da solo è la prima edizione della Chirurgia, in volgare, opera del medico duecentesco Guglielmo da Saliceto, uscita il 1º marzo 1474. Negli anni successivi l'attività editoriale di F. si fece più intensa. Nel complesso risulta avere stampato una quarantina circa di opere.

La produzione è nel suo insieme coerente: testi volgari, come L'amorosaFiammetta (1481) e il Filocolo di Boccaccio (1481), La commedia di Dante Alighieri (1478), in una edizione senza commento definita dal Mambelli "preziosa per la sua rarità, ma assai scorretta", l'Attila flagellum Dei (1477), Lacerba di Cecco d'Ascoli (nel 1476 e nel 1478), il Fiore novello estratto dalla Bibbia (1476) e lo Spechio de croce del domenicano Domenico Cavalca (1477). Significativa dell'interesse verso un pubblico costituito non solo da dotti è la Historia naturale di Plinio, tradotta in volgare dall'umanista fiorentino Cristoforo Landino. Pure in volgare fu un'opera di tutt'altro genere, ma non per questo meno rilevante: gli Statuti de Venesia, usciti in data 24 apr. 1477, furono la prima raccolta di leggi dello Stato veneziano pubblicata a stampa.

Sul versante dei classici latini o tradotti dal greco in latino, in primo luogo abbondano varie opere di Cicerone (De inventione, 1475; Rhetorica ad Herennium, 1479; Epistolae ad familiares, 1480; De finibus bonorum et malorum, 1475, 1480; Tusculanae disputationes, 1480) e di Aristotele (Opera, 1482; Rhetorica, 1481) quindi Orazio (Opera, 1479) Omero (Iliade, 1477) e Sallustio (Opera, 1480).

La scarsa documentazione rimasta su F. non consente di fornire che limitatissime indicazioni circa i suoi rapporti col mondo culturale veneziano e con gli altri tipografi contemporanei. Oltre alla iniziale società con Gabriele di Pietro risulta un limitato legame con B. Teo, campano di Pontecorvo, assieme al quale F. realizzò la già citata edizione dell'Acerba del 1478. Lo stesso Teo risulta aver "diligentemente corretto" la stessa composizione di Cecco d'Ascoli e l'Attila flagellumDei del 1477.

L'attività di F. andò avanti costante e senza avvertibili interruzioni sino al 14 agosto 1482, quando uscì il Canzoniere del Petrarca. Da allora si perdono le sue tracce; ignoti sono l'anno e il luogo della morte.

Fonti e Bibl.: P. Orlandi, Origine e progressi della stampa o sia dell'arte impressoria e notizie dell'opere stampate dall'anno 1457 sino all'anno 1500, Bologna 1722, p. 29;M. Boni, Lettere sui primi libri a stampa di alcune città e terre dell'Italia superiore, Venezia 1794, p. CXI;D. M. Federici, Memorie trevigiane sulla tipografia del sec. XV per servire alla storia letteraria e delle belle arti d'Italia, Venezia 1805, pp. 27-37;A. Marsand, Biblioteca petrarchesca, Milano 1826, p. 15; A. Bacchi della Lega, Serie delle edizioni delle opere di Giovanni Boccacci..., Bologna 1875,pp. 102 s., 109;C. Castellani, La stampa di Venezia dalla sua origine alla morte di Aldo Manuzio seniore, Venezia 1889, p. 31;R. Bertieri, Editori e stampatori italiani del Quattrocento. Note biobibliografiche, a cura di R. Bertieri, Milano 1929, pp. 106-109;T. Accurti, Editiones saeculi XV pleraeque bibliographis ignotae. Annotationes ad opus quod inscribitur "Gesamtkatalog der Wiegendrucke", Florentiae 1930, pp. 2 s.; G. Mambelli, Gli annali delle edizioni dantesche, Bologna 1931, p. 17;D. Fava, Manuale degli incunaboli, Milano 1953, pp. 70 s.; V. Scholderer, Printing at Venice to the end of 1481, in Fifty essays in fifteenth and sixteenth century bibliography, a cura di D. E. Rhodes, Amsterdam 1966, p. 87; D. Reichling, Appendices ad Hainii-Copingeri Repertorium bibliographicum, II,Monachii 1911, pp. 253-255; Catalogue of the books printed in the XVth century now in the British Museum, V, London 1924, pp. 217-223; Indice gen. degli incunaboli delle Biblioteche d'Italia, VI, p. 353 ad nomen.

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