Filovirus

Dizionario di Medicina (2010)

Filovirus


Virus a RNA monocatenario lineare, con dimensioni di circa 80 nm e di forma allungata; possiedono un nucleocapside a elica. I F. sono dotati di altissima contagiosità, patogeni, oltre che per l’uomo, anche per numerosi animali tra cui topi, cavie e scimmie. I rappresentanti più noti sono i virus Marburg ed Ebola. Nel 1967 il primo causò, nella città tedesca di Marburgo, un’epidemia tra i tecnici di un laboratorio che avevano lavorato su tessuti di scimmie provenienti dall’Uganda. Il secondo (distinto nelle varianti Sudan e Zaire) si è manifestato per la prima volta nello Zaire nel 1976 e nella stessa regione con una nuova, violenta epidemia nel 1995. Nel 1989 si è dimostrata l’esistenza di altri virus in grado di colpire i macachi asiatici, evidenziando la diffusione dei F. anche al di fuori dell’Africa. Il contagio da F. si attua per via ematica e attraverso le secrezioni biologiche; è dubbia la trasmissione per via aerea. La malattia ha un’incubazione compresa tra 4 e 18 giorni e si manifesta con febbre, cefalea, dolori muscolari. Un tipico rash maculopapuloso si osserva in quasi tutti i pazienti. Rapidamente compaiono fenomeni emorragici che, da 5 a 10 giorni dopo l’esordio clinico, possono causare la morte.

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