FIUME

Enciclopedia Italiana - II Appendice (1948)

FIUME (croato Rijeka; XV, p. 507; App. I, p. 601)

Bruno NICE
Carlo SCHIFFRER

Secondo le decisioni del trattato di Parigi del 10 febbraio 1947, Fiume è stata ceduta dall'Italia alla repubblica federale di Iugoslavia che l'ha incorporata nella repubblica croata. Alla città, che nel 1936 contava 53.896 ab. residenti, è stato congiunto il finitimo centro di Sušak (italiano Sussa), già in precedenza iugoslavo, che ne contava 16.111 nel 1931, cosicché l'attuale agglomerato urbano supera i 70.000 abitanti ed è perciò uno dei principali della Iugoslavia. Questa vi trova il suo più importante sbocco marittimo, guadagnando un'area portuale di 1.068.700 mq., con 9 km. di sviluppo di banchine approdabili e il cui traffico ascendeva nel 1938 a 12,i milioni di q., dei quali 4,4 per ferrovia e 7,7 via mare.

Provincia del Carnaro. - Il 18 maggio 1941, in seguito alla dissoluzione del regno di Iugoslavia ed all'effimera creazione di quello di Croazia, la provincia di Fiume (o del Carnaro) che nel 1936 contava 109.018 ab. residenti, aveva più che raddoppiata la propria estensione mediante l'annessione di 1.382 kmq. e 79.191 pI ab. (1931), già appartenenti alla Iugoslavia compresi nei distretti di Castua (Kastav), Sušak, Čabar; da una parte del distretto di Delnice con Buccari, nonché dalle isole di Veglia ed Arbe. Con l'acquisto dell'intera provincia del Carnaro nei suoi limiti anteriori al 1941, la Iugoslavia dispone - oltre che dell'importante centro turistico di Abbazia - anche delle due ferrovie che, attraverso Ogulin e S. Pietro del Carso (già appartenente alla scomparsa provincia di Trieste), collegano Fiume rispettivamente a Zagabria e a Lubiana.

Storia (XV, p. 516). - La città visse giornate drammatiche già nell'aprile 1941 allo scoppio della guerra con la Iugoslavia. La posizione di sacca entro il territorio nemico la rendeva facile obiettivo di un attacco, perciò la popolazione in preda al panico abbandonò la città, per ritornarvi pochi giorni più tardi a situazione chiarita. Seguì poi le sorti comuni della regione. Quando, nel settembre 1943, fu occupata dai Tedeschi, ebbe la sua parte nella Resistenza: in questo periodo si delinearono tre correnti politiche: l'italiana, la slavofila e l'autonomista. I reparti militari formati da fiumani agirono agli ordini di comandi iugoslavi; tuttavia si ebbero anche rapporti col CLN di Trieste. Nell'aprile 1945, intorno alla città, vi furono combattimenti fra Tedeschi e Iugoslavi; dal 17 al 31 i Tedeschi fecero saltare gli impianti portuali e due giorni dopo si ritirarono. Il 3 maggio entrarono a Fiume le truppe iugoslave e contemporaneamente furono uccisi nelle loro case o deportati varî esponenti dell'antico partito autonomista e patrioti italiani. Quindi la città fu incorporata nella repubblica popolare croata e si iniziò l'esodo della popolazione italiana. Si valuta ad oltre 25 mila il numero dei rifugiati in Italia. Iniziati i lavori per la pace, il governo italiano propose di rettificare la frontiera sulla base della linea Wilson dichiarandosi disposto a rinunciare alla sovranità su Fiume, a patto che uno statuto speciale ne salvaguardasse l'autonomia. Ciò permise a Riccardo Zanella, ex presidente dello stato libero di Fiume, di chiedere il ripristino di questo ultimo, senza però ottenere alcun risultato.

Bibl.: V. venezia giulia, in questa App. Dal 1945 si stampa a Fiume la Voce del Popolo. Vedi inoltre: Lettera aperta del prof. R. Zanella ... a S. E. l'on. E. Bevin, Parigi, 30 luglio 1946.

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