Flycat.- Pseudonimo del writer e artista italiano Luca Massironi (n. Milano 1970), rappresentante della prima generazione del writing italiano e fautore di una peculiare ricerca sulla lettera che lo vede confrontarsi con il patrimonio di conoscenze provenienti dallo scenario di formazione statunitense, di cui si fa massimo – oltre che originale – interprete e portavoce in Italia.
A tredici anni il primo contatto con la dimensione hip-hop, esplorata nella sua totalità prima di concentrarsi interamente sul suo versante grafico-visuale. In anticipo sui muri – seguiti dai treni – gli esordi sono a pennarello su fogli e vestiario, e culminano con la creazione della TFS (The Fabulous Sprayers) formata con l’amico writer Sher. L’incontro con Spyder 7, di cinque anni più grande, è decisivo per la maturazione di F. sotto il profilo artistico e personale: nascono nel 1988 i PWD (Pals with Dreams), che tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio del decennio seguente elevano la giovane scena milanese a un più alto grado di cognizione riguardo lo studio del lettering e della composizione, fermamente ancorati ai modelli della vecchia scuola di New York. Il lavoro di F. riflette una prioritaria e costante tensione sul fronte stilistico, ma soprattutto una consapevolezza non comune per l’ambiente italiano delle origini, in linea di continuità con le innovazioni e gli insegnamenti di alcuni dei più grandi maestri del writing americano: A-One influenza il periodo ante PWD; da Rammellzee e Phase2 scaturisce lo stile “frantumato” dello Pzyko Futurizm: corredato da manifesto del 1991 affranca la ricerca stilistica dalla formalità precostituita della lettera; Kase2 lo introduce al suo Computer Rock Style. Ulteriore arricchimento gli è conferito dalla parentesi californiana a Los Angeles, sul terreno dei cholo graffiti, vivendo in prima persona la cultura chicana di East L.A. attraverso storici esponenti quali Chaz Bojorquez e Luis J. Rodriguez. Nel 2010, infine, F. trova nuovi stimoli nel riconoscimento tributatogli da Rammellzee, che lo nomina suo discepolo e difensore della 25esima lettera dell’alfabeto. Con il grado di Y-1 inizia una nuova fase del lungo e articolato percorso dell’artista milanese, ora pronto a sublimare il lascito del maestro americano e a portarlo ad un nuovo livello. Nel Manifesto del Futurismo Celeste, redatto nel 2013 in una prima versione, F. manifesta la volontà di restituire sacralità e unità ontologica al segno grafico della lettera riallacciandosi all’artificiosità e al carattere criptico delle litterae caelestes, scrittura in uso nei documenti ufficiali del tardo Impero Romano. Figura trasversale, affronta la cultura hip-hop anche in campo musicale, producendo tre album, di cui uno a Los Angeles in collaborazione con il gruppo locale dei Sick Symphonies (Our Sign, 2006). La sua travagliata esperienza personale e la sua visione risolutamente artistica del writing ne fanno un sostenitore di attività con risvolti sociali e un efficace testimonial istituzionale; in quest’ultimo ruolo partecipa nel 2008 alla costituzione di un tavolo di discussione sull’arte urbana promosso dal Ministero della Gioventù. Protagonista in Italia di molteplici mostre ed eventi, l’arte di F. viene esposta più volte in California e raggiunge anche l’Iran, su diretto invito del Governo locale, nel 2016. Nel 2016-17 è stata allestita presso la Casa Milan Gallery di Milano la mostra In the sign of the lion, in cui sono state esposte le sei Lettere cele$ti che raccontano la storia della squadra calcistica, mentre nel 2018 F. ha partecipato alla mostra Street à porter tenutasi nell’Hotel Boscolo di Milano e realizzato presso la sede di Assago della catena di ristorazione PizzHub l’opera murale Celeste allegoria.