FONDI

Enciclopedia Italiana (1932)

FONDI (A. T., 27-28-29)

Goffredo COPPOLA
Carmelo COLAMONICO
Giulio Quirino GIGLIOLI
Gino CHIERICI
Giulio Quirino GIGLIOLI
Raffaello MORGHEN

Paese della provincia di Roma (da cui dista 119 km.), situato sulla Via Appia a 8 m. s. m., in una piccola pianura che si apre fra il Tirreno e i Monti Aurunci. Ha pianta rettangolare, con vie per lo più rettilinee. Il comune contava 10.613 ab. nel 1921 (di cui 8675 nel centro), 13.320 secondo il censimento del 1931. Il territorio comunale (142 kmq.) presenta, per la differente altitudine, una molto varia vegetazione: dalle ricche colture della pianura (ulivi, viti, agrumi) ai seminativi, ai boschi e ai pascoli della zona elevata. A SO. del centro abitato si apre il Lago di Fondi, a forma di arco lunare, vasto kmq. 4,5, profondo fin oltre 30 m., che forniva fino al 1925 abbondante pesca di anguille, spinole e cefali; oggi la pesca dà prodotto scarsissimo. Fondi ha stazione ferroviaria sulla direttissima Roma-Napoli.

Monumenti. - Archeologicamente Fondi è della più grande importanza perché è uno dei più perfetti esempî di conservazione di una città a pianta romana. Nonostante la demolizione avvenuta alcuni decennî or sono delle porte sull'Appia e la trasformazione dell'antico lastricato, conserva ancora la sua cinta di mura, in un tratto poligonale, ma generalmente di opus incertum del sec. I a. C., ed è intatta la porta settentrionale con l'epigrafe dei tre edili L. Numistronio Deciano, Gaio Lucio e Marco Runzio Messiano. L'Appia, che ha in questo punto una perfetta direzione da ponente a levante, costituisce il decumano massimo, mentre la piazza è l'antico foro, e ben conservata è la direzione dei decumani minori e dei cardini. Molte e importanti le epigrafi rinvenute, notevoli le rovine di ville e di tombe lungo l'Appia.

Ricca di monumentì quattrocenteschi (S. Domenico, Collegiata di S. Maria - coi belli amboni dei primi anni del 500 - il portale di S. Francesco, la rocca, il palazzo feudale) dovuti alla liberalità di Onorato II Caetani, Fondi ha anche cospicui avanzi di architettura del sec. XIV (S. Pietro, il campanile della Collegiata, l'interno di S. Francesco, il chiostro di S. Domenico la cui sala capitolare è però posteriore) e di arte campana del sec. XII e XIII (ambone e cattedra vescovile in S. Pietro). Il palazzo feudale, squisito esempio di stile catalano, è forse opera di Matteo Forcimanya e fu eseguito fra il 1466 e il 1477. Interessanti e ben conservate le tavole di C. Scacco e A. Romano in S. Pietro, e le due quattrocentesche con ricche cornici dorate in S. Maria.

Storia. - Città aurunca, che dovette essere occupata poi dai Volsci, appare nella storia nel 338 a. C., al tempo della guerra latina. Come Formia, con la quale ebbe sorte comune, Fundi ricevette la cittadinanza senza suffragio, poi nel 188 a. C., per proposta del tribuno della plebe Gaio Valerio Tappone, la cittadinanza completa e l'ascrizione alla tribù Emilia. Fu allora, come Formia e Tuscolo, governata da tre edili, mentre prima era una prefettura e il prefetto era nominato dal pretore urbano di Roma.

Assurse a notevole importanza nel Medioevo per la sua posizione dominante la via Appia ai confini del territorio romano. Nel sec. V faceva parte dei patrimonia della Chiesa. Nel sec. IX Giovanni VIII la cedé a Docibile e Giovanni ipati di Gaeta per la lotta contro i Saraceni. Al principio del sec. XIII la contea di Fondi tornò alla Chiesa per donazione di Riccardo dell'Aquila, e nel sec. XIV passò in potere dei Caetani, divenendo il centro dei dominî e della potenza di quella famiglia. Così nel 1378, sotto gli auspici del conte Onorato I, si tenne in Fondi il conclave che elesse l'antipapa Clemente VII. Passata agli Aragonesi, Ferdinando VI la diede in feudo a Prospero Colonna e dai Colonna passò poi alla casa di Sangro. Fu saccheggiata due volte dai Saraceni (1534 e 1594) e da allora in poi andò sempre più decadendo. Pio VII nel 1818 soppresse la cattedra vescovile di Fondi unendola a quella di Gaeta.

Bibl.: Corpus Inscript. Lat., X, p. 617 segg.; Weiss, in Pauly-Wissowa Real-Encycl., VII, coll. 293-294; E. De Ruggiero, Diz. epig., III, col. 338; S. Borgia, Breve storia del dominio temporale della S. Sede nelle Due Sicilie, Roma 1788; H. Nissen, Ital. Landeskunde, II, Berlino 1883-1892, p. 658; B. Amante e R. Bianchi, Memorie storiche... di Fondi in Campania, Roma 1903; G. Conte-Colino, Storia di Fondi, Napoli 1902 (questa, come la monografia precedente, è spesso assai inesatta, almeno per la parte antica); G. Q. Giglioli, in Ausonia, VI (1911), p. 71 segg.; G. Caetani, Domus Caietana, S. Casciano Val di Pesa 1927; G. Police, Il lago di Fondi, Roma 1928; R. Filangieri di Candida, Architettura e scultura catalana in Campania nel sec. XV, Castellon 1930.

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