FOOTBALL AMERICANO

Enciclopedia dello Sport (2005)

Football americano

Antonio Maggiora Vergano

Le origini

Il football, conosciuto in Italia come football americano e internazionalmente come American football per evitare confusione con il calcio (detto football in Gran Bretagna e soccer negli Stati Uniti), è uno sport di squadra nato nella seconda metà dell'Ottocento nelle università e nelle scuole militari statunitensi. Senza dubbio, è lo sport più popolare negli Stati Uniti, pur non avendo le tradizioni (baseball) o il carattere internazionale (basket e hockey su ghiaccio) degli altri sport professionistici. Non è soltanto la National Football League (NFL), la lega professionistica, ad avere grande seguito di pubblico negli stadi e in televisione: anche il campionato universitario della National Collegiate Athletic Association (NCAA) ottiene un successo superiore, in termini di gradimento, a quello degli altri sport.

Come è accaduto per il baseball, che affonda le sue radici nel cricket, così il football americano trae origine da un altro sport, il rugby. Il primo match ufficiale si disputò fra le università di Princeton e Rutgers nel 1869, ma con regole che si discostavano molto da quelle attuali: 25 giocatori per squadra, campo di 140x76 yard, vittoria a 6 punti. C'è da rilevare che l'evoluzione del regolamento in questo sport è continua e si differenzia tra le varie leghe, professionali e non; tra un campionato e l'altro possono cambiare regole di campo, di gioco e di cronometro.

Il periodo 1880-83 è stato fondamentale per lo sviluppo di questo sport. Walter Chauncey Camp, padre del football americano, marcò le differenze tra il nuovo sport e il rugby, stabilendo tra l'altro il possesso di palla assegnato a una squadra alla volta, il numero dei giocatori in campo (11) e le modalità del punteggio. Del 1889 è il primo manuale di gioco, a firma dell'allenatore dell'Università di Yale Amos Alonzo Stagg. Nel 1902 si svolse la prima edizione del Rose Bowl, la finale più classica del torneo universitario, mentre nel 1903 nacque, a Harvard, il primo impianto dedicato esclusivamente al football americano. Lo sviluppo del gioco nelle università subì un rallentamento a causa della durezza degli scontri fisici, che nel 1905 provocò addirittura la morte di alcuni giocatori, costringendo il presidente degli Stati Uniti Theodore Roosevelt a chiedere una riforma per la stagione successiva. Nel 1906 venne introdotto il passaggio in avanti; nel 1912 la lunghezza del campo fu ridotta a 100 yard (dimensioni del terreno di gioco tuttora valide e corrispondenti a 91,4 m); inoltre, i downs (tentativi) per guadagnare 10 yard passarono da 3 a 4. Nonostante la creazione di un movimento professionistico, l'interesse per il campionato universitario continuò a prevalere fino a dopo la seconda guerra mondiale, e questo in virtù della televisione, che aveva trasmesso in via sperimentale la prima gara nel 1939. L'interesse in termini assoluti tuttavia non è mai scemato. Molti colleges, con il programma di football americano, riescono a mantenere le loro strutture grazie alla passione degli ex alunni che riempiono gli stadi. Il campionato universitario è molto particolare, perché alla fine della stagione non si disputa una sola vera finale, come accade in qualsiasi altro sport, ma diversi Bowl (il Rose Bowl è il più classico, l'Orange Bowl il più ricco) che mettono in palio per le squadre vincenti milioni di dollari. Dal 1936 la classifica conclusiva viene stilata servendosi di sondaggi (polls) svolti fra allenatori e giornalisti. Si è verificato in qualche occasione che due squadre festeggiassero lo stesso titolo, perché i sondaggi non si erano trovati d'accordo nell'indicare un'unica squadra nazionale vincente. I giocatori universitari non possono ricevere compensi; possono però, dopo due anni di college, candidarsi per il professionismo ed essere scelti attraverso un sistema di selezione (draft) applicato da tutte le squadre della NFL ed entrato in uso nel 1936.

Il professionismo

La nascita del football professionistico risale al 1920, quando venne fondata l'American Professional Football Association, che nel 1922 adottò il nome di National Football League (NFL); ma il primo play-off (fase finale del campionato nazionale in cui si assegna il titolo), a causa della divisione delle squadre in due conferences (gironi), si disputò molto più tardi, nel 1933. L'unificazione delle due leghe principali ‒ la NFL e l'American Football League (AFL), nata nel 1960 ‒, con l'avvento del primo Super Bowl, data addirittura al 1967. La trasformazione finale in NFL, con la vecchia NFL diventata National Football Conference (NFC) e la AFL diventata American Football Conference (AFC), è del 1970. Il successo della lega e del Super Bowl oscurò in poco tempo perfino il baseball. Negli anni Settanta avvenne il sorpasso, quanto a interesse sportivo, nei confronti del baseball e si segnò anche la fine di atteggiamenti di stampo razzista. I giocatori neri, ingaggiati in precedenza soltanto se di eccezionale valore, non vennero più discriminati e molti di loro cominciarono a essere messi sotto contratto.

In seguito ci furono due tentativi di interrompere l'egemonia della NFL, ma sia la World Football League (WFL) sia la più seria United States Football League (USFL), pur utilizzando periodi dell'anno diversi per svolgere il campionato, non riuscirono a emergere, durando una stagione (1974) la prima e tre (1983-85) la seconda. Nel 2004 le due conferences NFC e AFC raccoglievano 16 squadre ciascuna, distribuite fra quattro divisions. Di fatto l'unica altra lega professionistica di football americano esistente attualmente, se si esclude la NFL Europe, diretta emanazione in Europa della NFL, è la Canadian Football League (CFL), che raccoglie giocatori canadesi e scarti della stessa NFL ed è comunque molto meno importante. La NFL Europe è il tentativo, andato in un primo tempo a vuoto con la World League of American Football, di trasportare una lega professionistica di football americano in Europa. Nelle intenzioni della NFL i giocatori autoctoni, che in alcuni momenti della gara devono essere schierati obbligatoriamente, avrebbero dovuto far avvicinare ulteriormente il pubblico europeo al football americano. In realtà ciò ha funzionato quasi esclusivamente in Germania: delle sei squadre che hanno partecipato al torneo 2004 ben quattro sono tedesche, una è olandese e una scozzese. Di fatto la NFL Europe è diventata una palestra per giocatori delle squadre americane che vengono mandati, spesso con ottimi risultati, a fare esperienza in Europa.

Gli sviluppi in Italia

In Italia il football americano è meno popolare di basket, baseball e hockey su ghiaccio, anche perché la sua storia è molto più recente. Nonostante il primo incontro di football americano sia stato giocato nel 1944, durante la seconda guerra mondiale, tra due divisioni di soldati americani a Firenze, il primo tentativo serio di creare una federazione risale al 1972 con la costituzione della Federazione italiana football americano (FIFA), con presidente Bruno Beneck, all'epoca già a capo della Federbaseball, e dirigenti dal passato importante come Giuseppe Prisco (uno dei vicepresidenti) e Marco Bollesan. Al 1973 risale la creazione dei Roman Gladiators, che però restò tale soltanto sulla carta: il primo campionato ufficiale FIFA, infatti, dovette aspettare ancora. Il 6 agosto 1977, a Marina di Massa, si giocò l'incontro tra Diavoli Gazzetta dello sport Milano e Lupi Corriere dello sport Roma. Le altre squadre di questo torneo furono i Tori Tuttosport Torino e i Veltri Stadio di Bologna. In finale i Tori superarono i Diavoli per 13 a 8 diventando i primi campioni italiani di football americano. Da notare l'accostamento ai quattro quotidiani sportivi nazionali dell'epoca, voluto da Beneck per poter pubblicizzare al meglio il torneo, che ebbe un indubbio successo, tanto da interessare la stessa NFL. Nacque così la Lega italiana football (LIF) che, grazie all'aiuto dei Green Bay Packers, una delle squadre più popolari negli Stati Uniti, poté contare su un vero campo da football americano a Castel Giorgio, in provincia di Terni.

Nel 1980 si disputò il primo campionato italiano a girone unico con Lupi Roma, Diavoli Milano, Tori Torino e Gladiatori Roma. L'anno successivo nacque l'Associazione italiana football americano (AIFA) con Aquile Ferrara, Frogs Gallarate, Giaguari Torino, Rams Milano e Rhinos Milano, guidata da Giovanni Colombo, che celebrò il primo Super Bowl italiano a Santa Margherita Ligure, mentre la concorrente LIF fu costretta a sciogliersi dopo metà campionato. La struttura del campionato italiano in seguito subì continue evoluzioni.

Il football americano in Italia visse il momento più fortunato nella stagione 1986, con il Super Bowl disputato allo stadio Dallara di Bologna tra Warriors Bologna e Angels Pesaro che attirò oltre 20.000 spettatori. In seguito, però, nonostante la creazione della Federazione italiana American football (FIAF) nel 1988, l'interesse verso questo sport cominciò a diminuire. Gli anni Novanta hanno visto il declino progressivo di pubblico e soprattutto di squadre, fino al minimo storico raggiunto nel 2003 con soltanto cinque squadre iscritte alla massima serie. La stagione 2004 ha riportato la serie A a nove squadre, con il ritorno di protagonisti storici come Warriors Bologna, Giaguari Torino, Aquile Ferrara e Gladiatori Roma. Parallelamente alla Golden League, ora nuovamente serie A, è nata nel 2001 sotto l'egida del CONI la Federazione italiana di American football (FIDAF), che però ha visto confluire solamente qualche squadra del Sud Italia e non è riuscita a decollare.

Diffusione in Europa e nel resto del mondo

La storia europea del football americano ha seguito inizialmente un percorso simile a quello italiano. Nel 1981 nacque la European Federation of American Football (EFAF), che diventò in seguito European Football League (EFL), per poi tornare alla precedente denominazione. Attualmente l'EFAF, con sede in Germania, conta soltanto 18 federazioni nazionali aderenti. Nel 1983 il primo campionato europeo (disputato con cadenza biennale fino al 2001) fu vinto dall'Italia sulla Finlandia. Nel 1986 il primo Euro Bowl, l'equivalente della finale di Coppa dei campioni, vide il successo dei Taft Vantaa (Finlandia) sui Doves Bologna. L'Italia ha poi vinto nel 1987, ha conquistato tre secondi posti nel 1985, 1993 e 1995 e un terzo posto nel 1997. Attualmente è precipitata nel gruppo C; il prossimo torneo di qualificazione è previsto per il 2007. Nell'Euro Bowl il primo successo italiano risale al 1989, con i Frogs Legnano; poi dal 2000 al 2003 vi furono i Lions Bergamo, campioni d'Europa e imbattuti per 60 gare consecutive. Le nazioni europee in cui il football americano trova un buon seguito sono Germania, Austria, Gran Bretagna, Francia, Olanda e paesi scandinavi, in particolare la Finlandia, storica avversaria degli azzurri nelle prime edizioni degli europei. Ultimamente anche in Russia, grazie ai primi universitari di ritorno dagli Stati Uniti, è nato un movimento in rapido sviluppo, che ha già portato la nazionale tra le prime otto in Europa.

Nel resto del mondo il football viene praticato a ottimi livelli, certamente superiori a quelli europei, sia in alcune nazioni dell'America Centrale (Messico su tutti) sia in Asia (Giappone e Corea). In territorio australe viene oscurato dal football australiano, che ha regole diverse, mentre è praticamente sconosciuto nell'America Meridionale e in Africa.

aspetti tecnici

Lo spirito del gioco

Secondo la maggior parte degli studiosi e amanti del football americano, il successo di questo sport negli Stati Uniti è tale perché incarna l'anima pionieristica della nazione. L'epopea del Far West può in qualche maniera essere paragonata a una partita di football, che prevede sia la conquista sia la difesa del territorio. Agli spettatori piace accompagnare con manifestazioni di tifo l'attacco che penetra nel campo avversario e ancor di più la difesa, che deve respingere le offese. Per questo motivo nella stessa squadra esistono due gruppi ben distinti, con mentalità del tutto opposte, che si uniscono con lo scopo comune della vittoria.

Le regole

Una partita di football americano è divisa in due tempi, ognuno dei quali prevede due quarti di gioco, con periodi che vanno dai 15 minuti (professionisti) ai 10 minuti (campionato italiano) di tempo semieffettivo per quarto. Tra i periodi di ogni tempo è inserito un intervallo di 2 minuti; tra i due tempi uno di 15 minuti. Ogni squadra dispone di tre time-outs (sospensioni a richiesta) di un minuto e mezzo per ciascun tempo. Ogni tempo inizia con un kickoff (calcio d'inizio) dalla linea delle 30 yard e la stessa cosa accade dopo ogni segnatura; però, nel caso si metta a segno un safety, la squadra che lo ha subito è costretta a calciare il pallone dalle 20 yard. Alla fine del primo e del terzo quarto le squadre in campo invertono la posizione sul terreno, riprendendo il gioco con cui si era concluso il quarto.

In campo si gioca con 11 giocatori per parte. Lo scopo del gioco è, per l'attacco, quello di guadagnare almeno 10 yard in quattro downs, correndo con la palla o lanciandola, fino a entrare nella end zone (zona di meta) avversaria e realizzare un touchdown (varcandola con la palla o ricevendo un passaggio valido all'interno di essa) del valore di 6 punti. La difesa tenterà di impedire il guadagno degli avversari. Dopo il touchdown si assiste alla conversione (extra point): con la palla posizionata sulle 2 yard (NFL) o sulle 3 yard, la squadra che ha realizzato il touchdown tenterà di piazzare la palla tra i pali della porta avversaria (1 punto) o di riportarla in end zone con una corsa o un lancio, realizzando in tal modo un secondo touchdown (2 punti). Si possono ottenere 3 punti con un field goal (calcio al quarto tentativo del kicker di calciare la palla tra i pali della porta avversaria) e 2 punti con un safety (atterramento di un giocatore in possesso di palla dentro la sua end zone da parte della difesa della squadra avversaria). Il field goal viene tentato anche nell'overtime per chiudere la partita. Nel caso una squadra non sia vicina a guadagnare 10 yard dopo il terzo tentativo e sia in posizione di campo difficile, essa si libera del pallone con un punt (calcio libero), che rende il possesso agli avversari il più lontano possibile dall'area di meta. La difesa, deputata a fermare l'attacco che ha di fronte, può segnare punti intercettando un lancio del quarterback (regista del gioco offensivo) avversario o recuperando un fumble (palla persa) nella end zone avversaria. In caso di parità alla fine dei tempi regolamentari, nella NCAA resta la parità; nella NFL si disputa un quarto con sudden death ("morte improvvisa"), sistema che interrompe un overtime ai primi punti segnati; mentre in Italia si va al supplementare con serie dalle 20 yard (una per ogni squadra). Nei play-offs sia NCAA sia NFL vanno avanti fino a quando il punteggio non si sblocca.

Nel regolamento del football americano sono inoltre contemplate varie penalità che sanzionano le diverse infrazioni. Tranne che in casi particolari (in genere movimenti irregolari in linea), un fallo non determina l'interruzione del gioco da parte degli arbitri, che invece lanciano sul luogo dell'infrazione una flag (bandiera gialla), lasciando proseguire l'azione. Al termine della stessa la squadra che ha subito il fallo sceglierà se accettare il provvedimento per l'avvenuta infrazione o rinunciarvi in quanto non vantaggioso. Le sanzioni prevedono 5 yard di penalità per i falli meno gravi, come falsa partenza o shift irregolare (un giocatore dell'attacco si muove prima che la palla sia messa in gioco), fuorigioco (chiamato off-side quando un giocatore di difesa entra nel campo avversario, encroachment quando un giocatore di difesa tocca un avversario, in entrambi i casi prima dello snap), formazione irregolare (squadra con più di 11 giocatori in campo o, per l'attacco, con meno di 7 giocatori in linea); 10 yard per i falli di media gravità come in caso di holding (trattenuta irregolare); 15 yard per falli gravi (interferenza, placcaggi portati in ritardo, colpi antisportivi e proteste). La penalità può portare alla perdita del down per l'attacco o a subire un primo down automatico degli avversari per la difesa. In caso di penalità per l'attacco e per la difesa nella stessa azione, si registra un nulla di fatto e il gioco riprenderà come se l'azione non si fosse mai svolta. Questo avviene anche in caso di fischio intempestivo (azione che viene fermata per errore da un arbitro della crew).

Differenze di regolamento

Se le impostazioni generali del regolamento sono valide per tutti i campionati, nello specifico ci sono molte differenze tra le regole adottate nella NFL e quelle adottate nella NCAA. Nel torneo universitario si tende a proteggere di più i giocatori ma, forse anche per questo, il gioco è meno spettacolare. In Europa si è adottato il regolamento NCAA, che in Italia è stato modificato in qualche regola (la più importante modifica è quella che permette l'avanzamento di un fumble, cioè di una palla persa, da parte della difesa). Gli aggiustamenti al regolamento sono poi continui e nella NFL possono addirittura arrivare a play-off in corso. Nella stagione 2002 la gara del primo turno dei play-offs tra San Francisco e New York Giants è stata macchiata da un clamoroso errore arbitrale. L'errore è stato ammesso con tanto di scuse ufficiali della NFL ai Giants, squadra penalizzata. La commissione che ha analizzato la gara ha constatato che la posizione del gruppo arbitrale (crew) in campo non aveva permesso un'adeguata visione del gioco e l'ha ridisegnata per la stessa situazione. La nuova regola è stata applicata la settimana successiva nelle semifinali di conferences.

I protagonisti del gioco

Attacco

L'attacco deve schierare obbligatoriamente sette uomini in linea. Il centro, che avvia il gioco con lo snap (passaggio al quarterback con un movimento all'indietro del braccio tra le gambe), ha al suo fianco due guardie, che a loro volta hanno schierati ai lati due tackles, i giocatori più esterni della linea. Questi cinque giocatori non sono autorizzati a ricevere un lancio; almeno altri due giocatori, tight ends (ricevitori), devono posizionarsi sulla linea immaginaria (scrimmage) del pallone. Il quarterback prende posto dietro il centro, mentre il resto del backfield (area dietro le due linee di attacco e di difesa) può essere posizionato liberamente. L'attacco può eseguire uno shift (riposizionamento di uno o più giocatori) o una motion (giocatore del backfield che si muove in linea retta da una parte all'altra dello schieramento) prima che il quarterback raccolga lo snap dal centro. Compito delle linee d'attacco è aprire varchi per i running backs (corridori) o proteggere il quarterback in caso di azione di lancio. A differenza delle linee d'attacco (centro, guardie e tackles), il tight end è un giocatore di linea che può ricevere, generalmente nel corto e medio raggio, il pallone. I running backs corrono con la palla dopo averla ricevuta dal quarterback o con un lancio. I ricevitori, infine, vengono mandati in campo aperto a ricevere il pallone o lo bloccano per poi cederlo ai running backs nelle azioni di corsa.

Difesa

La difesa non ha obblighi di formazione, nel senso che, teoricamente, potrebbe anche schierare solo giocatori di backfield. Negli schieramenti non di situazione ci sono 3 linee e 4 linebackers (3-4) o viceversa (4-3), più 4 backs difensivi. Compito principale di linee e linebackers è fermare le corse dei running backs o tentare di atterrare il quarterback con il pallone (sack) o comunque impedirgli un lancio. Il reparto dei backs difensivi è composto da due defensive backs puri, che coprono sui ricevitori avversari, e da due safeties, corrispondenti al libero del calcio: free safety e strong safety, il primo generalmente chiamato a coprire sui lanci (coperture aeree) e il secondo a fermare le corse avversarie.

Squadre speciali

Vi sono formazioni particolari (special teams), composte da uomini di attacco e di difesa, che vengono utilizzate soltanto in determinate situazioni di gara. Giocatori speciali sono considerati il kicker e il punter. Il primo è deputato a calciare in caso di field goal, extra point e kickoff; il secondo calcia il punt e spesso ha funzione di holder (giocatore che tiene la palla) per un field goal o un extra point del kicker.

Formazioni offensive e difensive

Le formazioni d'attacco sono in continua evoluzione, ma discendono da alcuni schieramenti principali: la I Formation, per giochi generalmente di corsa, che ha la caratteristica principale di formare una I dietro la linea d'attacco con quarterback, fullback (running back che per la sua potenza ha soprattutto compiti di bloccatore o di ricevitore nel corto e medio raggio) e halfback (running back agile e veloce la cui funzione più importante è quella di correre con la palla) uno dietro l'altro; la Wing T, ancor più votata alla corsa, con tre running backs alle spalle del quarterback; la Pro Set che prevede due running backs alle spalle del quarterback sulla stessa linea, due ricevitori e un tight end; la Shot Gun, sbilanciata per i lanci, con un solo running back e quattro ricevitori, o addirittura con solo ricevitori. Non far intuire all'avversario le proprie mosse è una chiave determinante per l'attacco: spesso una formazione d'attacco apparentemente pronta a un gioco di corsa invece lancia, e viceversa.

La difesa nel football americano moderno ha invece ormai solamente due formazioni base: la 3-4, che prevede 3 uomini di linea e 4 linebackers, e la 4-3, con 4 uomini di linea e 3 linebackers. A completare il quadro della difesa, 3-4 o 4-3 che sia, ci sono, come già visto, 4 backs difensivi (due defensive backs e due safeties). Gli adattamenti della difesa sono continui. In situazioni di cosiddetto short yardage (attacco che deve guadagnare una yard o poco più) o di estrema vicinanza alla propria linea di meta, aumenta il numero di linee e linebackers a scapito di backs difensivi. Al contrario, con l'attacco costretto a grandi guadagni, escono linee e linebackers e aumentano i backs difensivi.

Ufficiali di gara

Sei sono gli ufficiali di gara che compongono la crew arbitrale, ognuno con compiti specifici: il primo arbitro riveste la maggiore autorità nella direzione della partita; il secondo arbitro è addetto al controllo dell'equipaggiamento e dell'inizio del gioco in particolare; il guardalinee opera su un lato del campo e, oltre a coprire la sua zona laterale, deve controllare i fuorigioco, i passaggi della palla tra giocatori della stessa squadra e il comportamento dei giocatori che cercano di entrare in possesso della palla in modo non consentito; il giudice di campo è preposto al controllo di come viene lanciata la palla all'inizio della partita e nei passaggi in avanti dentro la linea difensiva anteriore; il giudice di linea, che si trova sul lato opposto del guardalinee, oltre a regolare la durata dei tempi, deve registrare le sospensioni di squadra, i sorteggi, il punteggio, i movimenti irregolari dietro la linea che separa le due squadre, le sostituzioni irregolari e la copertura irregolare sul suo lato del campo; il giudice, che si posiziona dallo stesso lato del giudice di linea, deve controllare il numero di giocatori in difesa in uno snap e i possibili ricevitori sul suo lato del campo.

Il terreno di gioco

Il terreno di gioco di un campo di football americano è lungo 100 yard, più altre 20 yard per le due end zones (10 yard ciascuna), con linee trasversali ogni 5 yard, che rendono il campo una sorta di griglia (gridiron), e numerazione ogni 10 yard dalle 50 (metà campo) a decrescere. La linea dell'extra point (conversione dopo un touchdown con riposizionamento della palla a cronometro fermo) è segnata dopo 3 yard per i campi universitari, dopo 2 per quelli della NFL. Le porte (goalposts), a forma di H o di Y squadrata, sono larghe 18 piedi e 6 pollici (circa 5,64 m) nei campi della NFL, 23 piedi e 4 pollici (circa 7,12 m) in quelli universitari; la sbarra trasversale è a 10 piedi (circa 3,05 m) da terra.

Allenamento

I giocatori di una squadra di football americano si allenano tutti insieme quasi esclusivamente durante lo scrimmage, che vede i settori attacco e difesa della squadra provare l'uno contro l'altro gli schemi. La separazione dei due settori e quella dei ruoli impone infatti una diversificazione anche del lavoro svolto in palestra. Se linee di attacco e di difesa sviluppano nell'allenamento al 70% la forza e al 30% l'agilità, il rapporto si inverte, quando si passa a linebackers e running backs, a defensive backs e ricevitori, fino ai quarterbacks, che arrivano al 20% di forza e all'80% di agilità. Anche i drills (esercizi di agilità) cambiano in base ai ruoli. Negli Stati Uniti, sia le squadre NFL sia quelle universitarie organizzano i cosiddetti training camps, veri ritiri prestagionali. Generalmente il primo mese viene risparmiato ai titolari, che soltanto successivamente raggiungono i rookies, le matricole. Squadre professionistiche e universitarie hanno a disposizione diversi coaches (allenatori) di reparto e preparatori fisici, che organizzano il lavoro sulle indicazioni dello head coach (capo allenatore) e dei due coordinators (offensive e defensive), responsabili di attacco e difesa.

In Italia il gruppo degli allenatori si riduce a cinque o sei al massimo. La specializzazione e il ritmo degli allenamenti decresce con l'importanza del campionato. Dai due, tre allenamenti al giorno dei professionisti si passa ai due, tre a settimana delle squadre italiane. Con l'avvicinarsi del torneo, cambia anche la sessione dell'allenamento, che prevede sempre meno esercizio fisico e drill, e più scrimmage. Se infatti la condizione fisica è un elemento molto importante nell'economia di una squadra di football americano, la conoscenza degli schemi è fondamentale.

È soprattutto l'attacco a dover studiare. Prima della partita il quarterback riceve una serie di schemi di gioco da eseguire, che deve conoscere ma che può cambiare anche un momento prima dell'inizio: con un ordine in codice (il cosiddetto audible), generalmente consistente in un colore associato a un numero, può modificare il gioco previsto mentre sta per ricevere lo snap dal centro. Anche la difesa studia. Lo fa generalmente allenandosi sulle caratteristiche dell'attacco che deve affrontare. Ormai parte fondamentale di un allenamento è lo studio dei filmati sulla squadra avversaria, per cercare di carpirne le strategie di gioco. Nella NFL questo accade durante la gara stessa.

Attrezzatura

La rudezza del gioco impone agli atleti una pesante attrezzatura di protezione. Un giocatore di football americano si protegge con una serie di paracolpi, alcuni obbligatori. Innanzitutto il casco con maschera e paradenti, quindi il giubbotto paraspalle con la protezione per il collo, il paracostole, i parafianchi, il paracoccige, i paracosce e i paraginocchi. Ginocchiere, parabicipiti, paragomiti e guanti imbottiti rientrano invece nella categoria delle protezioni non obbligatorie, usate a seconda del ruolo di gioco.

Il pallone, di forma ovale, è costituito da una camera d'aria di gomma avvolta in una copertura di cuoio. La sua lunghezza varia da 28 a 28,6 cm; la circonferenza da 71,1 a 72,4 cm; il peso da 396,9 a 425,2 g.

Strategie di gioco

La strategia di gioco in una squadra di football americano è quasi sempre più importante dei giocatori che la mettono in pratica. Il cosiddetto sistema che una squadra usa in gara è una sorta di marchio di fabbrica e varia da allenatore ad allenatore: così, può capitare che un giocatore determinante in un certo sistema di gioco diventi inutile o quasi in un altro. Alla sua nascita il football americano, discendendo dal rugby, basava il suo gioco quasi esclusivamente su schemi di corse; soltanto all'inizio degli anni Ottanta del 20° secolo questo indirizzo è stato abbandonato. L'avvento di quarterbacks dal braccio capace di coprire anche 50 yard con un lancio ha trasformato il gioco rendendolo più veloce e bilanciato tra corse e lanci.

Entrambi i settori, attacco e difesa, organizzano durante la settimana il loro game plane, il piano di gioco da mettere in atto durante la gara. Determinante è l'abilità degli allenatori nel saper anticipare, o arginare in seguito, le mosse avversarie. Il quarterback, esecutore materiale dei giochi d'attacco, riceve la chiamata dalla panchina e applica in campo la strategia richiesta; se si accorge che la difesa avversaria ha intuito le sue intenzioni, può cambiare il gioco in linea come si è visto. Anche la difesa riceve in panchina gli ordini, che vengono trasmessi in campo dal capitano del settore, in genere un linebacker.

Gli impianti

Il primo impianto dedicato al football americano è stato costruito dall'Università di Harvard nel 1903: uno stadio con 30.000 posti a sedere che aveva già le caratteristiche di un campo moderno, tranne le porte, che non erano posizionate al termine dell'area di meta. Negli Stati Uniti gli impianti sono oggi spesso polivalenti, utilizzabili anche per il baseball o, ultimamente, per il calcio. Inoltre, negli ultimi anni si tende a costruire nuovi stadi che porteranno il nome dello sponsor principale, o addirittura a cambiare quello di vecchi impianti con vere e proprie aste. L'ultimo a cadere in ordine di tempo (settembre 2004) è stato il Candlestick Park, storica casa dei San Francisco 49ers, che ora ha preso il nome di una nota azienda di cavi elettronici. Resistono alcuni terreni storici del football americano come il Giants Stadium di New York, il Lambeau Field di Green Bay o il Texas Stadium di Dallas tra i professionisti; l'Orange Bowl di Miami e il Rose Bowl di Pasadena tra le università. In Italia dopo lo stadio di Castel Giorgio, abbandonato alla fine degli anni Ottanta, sono nati impianti dedicati a questo sport a Bolzano (Europa), Milano (Vigorelli) e Palermo (Borsellino). Più spesso però si adattano con opportune modifiche campi di calcio esistenti.

le principali manifestazioni

Campionati professionistici
Super Bowl

Il football americano presenta come avvenimento principale della stagione il Super Bowl, la finale che assegna il titolo della NFL e si disputa ogni anno, generalmente a fine gennaio, tra le squadre vincenti delle due conferences, la NFC e la AFC. Il Super Bowl è negli Stati Uniti molto più di una semplice partita scudetto: la settimana che precede l'avvenimento, nella città che ospita la gara, è vissuta come una festa. Innumerevoli le iniziative e gli avvenimenti collaterali che si succedono, con in primo piano la NFL Experience, una sorta di Disneyland costruita sul mondo del football americano, visitata giornalmente da migliaia di persone. In genere il Super Bowl, data la sua cadenza in periodo invernale, viene organizzato in città con clima mite e in stadi all'aperto, anche se non mancano le eccezioni con disputa della gara in un dome. Enorme il ritorno economico per il luogo ospitante: anche in momenti di crisi il tutto esaurito è d'obbligo, così come la copertura televisiva. I diritti del Super Bowl, che vengono assegnati a rotazione alle catene televisive interessate, sono stati oggetto a metà degli anni Novanta di accese discussioni. Considerato che nella classifica annuale dei programmi televisivi più visti negli Stati Uniti il Super Bowl occupa sempre un posto fra i primi tre, l'indiscrezione che una televisione via cavo a pagamento avesse fatto una proposta economica difficile da rifiutare scatenò una serie di proteste che arrivarono fino in Parlamento. Il rischio di un Super Bowl criptato negli Stati Uniti fu paragonato da alcuni a una violazione dei diritti costituzionali.

La storia del Super Bowl ebbe inizio nel 1967 con i Green Bay Packers che superarono i Kansas City Chiefs per 35 a 10. Green Bay viene considerata storicamente la squadra degli anni Sessanta, così come Pittsburgh quella degli anni Settanta, San Francisco quella degli anni Ottanta e Dallas quella degli anni Novanta. Le crescenti difficoltà a mantenere una squadra forte con il sistema del draft e della free agency (giocatore libero al termine del contratto) hanno portato a continui cambiamenti di equilibri e, dal 1998 (Denver) a oggi, nessuna formazione NFL è riuscita a operare il cosiddetto back to back, cioè a difendere il titolo vinto l'anno precedente.

Pro Bowl

Prima del Super Bowl è nato il Pro Bowl, con la gara giocata a Los Angeles nel 1939 tra i New York Giants e la Pro All-Stars. Il Pro Bowl è la partita che chiude la stagione dei professionisti, con le selezioni dei migliori giocatori di AFC e NFC. Dal 1980 la sua sede fissa è Honolulu nelle Hawaii. Prima che nascesse il Super Bowl, il Pro Bowl veniva considerato la classica del football americano; attualmente, pur essendo rivalutato da giocatori e allenatori dopo una fase in cui le rinunce erano frequentissime, è una gara-esibizione che chiude una stagione molto dura.

Tornei universitari

Anche le partite conclusive della stagione universitaria si chiamano Bowl. Pur non avendo l'importanza di un Super Bowl, queste finali a inviti tra le migliori squadre dell'anno hanno comunque un grande seguito di pubblico e sui media, e rappresentano l'ultima possibilità per migliorare la classifica nazionale. Il Rose Bowl di Pasadena è quello con la tradizione più antica (il primo si disputò nel 1902), ma da anni il più ricco e determinante per l'assegnazione del titolo universitario è l'Orange Bowl di Miami. Partecipare a un Bowl importante significa per ogni università raccogliere milioni di dollari da poter investire nelle proprie attività.

Finali in Europa

Il termine Super Bowl (o Superbowl) viene utilizzato in quasi tutte le nazioni dove si gioca il football americano per indicare la finale per il titolo. La finale della Coppa dei campioni si chiama sin dalla sua prima edizione Euro Bowl. Nella NFL Europe la finale viene chiamata, non senza enfasi, World Bowl.

Olimpiadi: un approdo mancato

Le Olimpiadi e il football americano sono sempre stati due mondi separati. Il professionismo esasperato, ma anche la diversa considerazione del problema doping, hanno impedito qualsiasi ipotesi di avvicinamento fino all'inizio degli anni Novanta. Dopo l'apertura totale al professionismo, culminata con l'avvento del Dream Team USA di basket a Barcellona 1992, un tentativo non ufficiale di approccio si è registrato nel 1994 prima del Super Bowl di Atlanta, città che avrebbe ospitato i Giochi del centenario due anni più tardi. Si ipotizzò infatti sui media un torneo dimostrativo, ma la NFL bloccò tutto sul nascere. Con una dichiarazione ufficiale il commissario Paul Tagliabue spiegò che il football americano non aveva bisogno delle Olimpiadi per il semplice motivo che, come per il calcio o per il tennis, il titolo olimpico non avrebbe rappresentato il massimo successo raggiungibile. Difficoltà logistiche e contingenti, ma anche il problema dei controlli anti-doping, rendevano poi vano qualsiasi tentativo di organizzare un torneo olimpico, anche soltanto a livello dimostrativo. La dichiarazione di Tagliabue, che ha escluso definitivamente ogni possibile presenza ai giochi olimpici, potrebbe sembrare supponente: in realtà era, ed è tuttora, pienamente condivisibile per chi conosce la NFL.

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