Fosfolipide

Dizionario di Medicina (2010)

fosfolipide


Lipide di grande importanza biochimica, detto anche fosfatide, costituito da acidi grassi, acido fosforico e glicerina. I f. che contengono, al posto della glicerina, sfingosina (amminoalcol a lunga catena) sono comunemente classificati come sfingolipidi (➔). Tra i f. derivati dalla glicerina ricordiamo le lecitine, e tra i derivati della sfingosina le sfingomieline. Insieme ai glicolipidi, al colesterolo e alle proteine, i f. sono costituenti essenziali di tutte le membrane biologiche e della guaina mielinica delle cellule nervose, e partecipano ai processi di secrezione, di trasporto ionico e di permeabilità selettiva.

Struttura

I f. sono costituiti da una parte idrofoba, rappresentata dai due residui di acidi grassi legati al glicerolo, e da una parte idrofila, rappresentata dal residuo di acido fosforico esterificato al gruppo alcolico primario del glicerolo e legato a una sostanza idrofila come etanolammina, colina, inositolo. A causa di questa particolare struttura, i f. presentano la proprietà, se dispersi in acqua, di aggregarsi spontaneamente in modo da costituire membrane formate da un doppio strato fosfolipidico. In presenza di opportuni stimoli chimici o fisici, tali strutture possono assumere una configurazione sferoidale chiusa, denominata liposoma, al cui interno è racchiuso il liquido nel quale erano stati originariamente dispersi i fosfolipidi. Dei due residui di acidi grassi legati al glicerolo, quello legato in posizione 1 è generalmente saturo, mentre quello in posizione 2 è più o meno fortemente insaturo.

Metabolismo

I f. sono sintetizzati a partire dal glicerolo-3-fosfato per acilazione con acil-coenzima A e formazione di acido fosfatidico da cui, con l’intervento dei nucleotidi citidinici, si originano i f. più complessi. I f. vengono degradati a opera di enzimi (fosfolipasi o fosfatidasi). Sono contenuti, oltre che nel tessuto nervoso, nel fegato, nel muscolo, nel rene, nelle uova e in molti semi.