Fosforo

Enciclopedia dei ragazzi (2005)

fosforo

Francesca Turco

Un elemento chimico vitale e … diabolico!

Il fosforo è una sostanza molto infiammabile: bruciando emette luce (in greco fòs) e a questo deve il suo nome. Il fosforo, sotto forma di fosfato, è indispensabile alla vita sia dei vegetali sia degli animali, e quindi dell'uomo. Ma così come una mancanza di fosforo è pericolosa, anche un eccesso può portare gravi problemi

Il fosforo: luce e fiamma

Fosforo è il nome di un elemento chimico costituito da uno dei circa novanta tipi di atomi che compongono il nostro mondo e l'intero universo. Gli atomi di fosforo si legano tra loro in tre modi differenti e le molecole che si formano nei tre casi danno luogo a corpi con colori diversi: rosso, bianco, nero. Il fosforo rosso è utilizzato per fabbricare le capocchie dei fiammiferi, che sono per questo rosse. Il fosforo è infatti un elemento facilmente infiammabile: nel caso dei fiammiferi basta sfregarlo per accenderlo. Il fosforo bianco è ancora più infiammabile e non c'è nemmeno bisogno di sfregarlo per farlo bruciare: è sufficiente che venga a contatto con l'aria. La combustione avviene lentamente e quindi senza produzione di una fiamma vistosa; se però questo processo si svolge al buio si vedrà il fosforo emettere una debole luce bluastra. Questa proprietà ha dato nome all'elemento: infatti, la parola fosforo deriva dal greco e significa "portatore di luce". Questa stessa espressione in latino si traduce con lucifer. Il Lucifero nella Bibbia è l'angelo caduto, che è inizialmente divino (porta la luce!) ma diviene poi il diavolo, circondato di fiamme. Il racconto biblico simboleggia il saldo legame fra bene e male e si adatta perfettamente al nostro elemento. Infatti il fosforo bianco è molto pericoloso perché a contatto con la pelle o respirato porta alla degenerazione dei tessuti. La terza varietà, il fosforo nero, ha un aspetto simile alla grafite ed è molto meno reattivo di quello bianco.

Il fosfato: né troppo né troppo poco

Quando un atomo di fosforo si lega a quattro atomi di ossigeno forma il fosfato, un gruppo atomico indispensabile per la vita. In questa forma, infatti, il fosforo è uno dei nutrienti principali delle piante ed è quindi uno degli ingredienti dei concimi.

Gli animali introducono il fosfato nei propri tessuti attraverso l'alimentazione. I cibi che contengono più fosfato sono i cereali, le verdure, il latte, le carni bovine, ma soprattutto il frumento e il pesce. Nei corpi degli animali il fosfato ha diverse e importanti funzioni: innanzi tutto è un componente del DNA, la molecola che porta le informazioni genetiche. È poi indispensabile per la regolazione dell'energia: un complicato meccanismo chimico che coinvolge il fosfato assicura la disponibilità di energia che serve a tutte le cellule e agli organi per svolgere i loro compiti: per esempio ai muscoli per lavorare, o al cuore per pompare sangue. Il fosfato è presente nel sangue per mantenere la giusta acidità nell'organismo, un compito decisivo perché variazioni anche piccolissime di acidità del sangue sarebbero mortali.

Il fosfato è anche un indispensabile materiale di costruzione per molti tessuti: è un componente delle molecole che costituiscono le pareti delle cellule e serve a rendere forti i denti e le ossa (scheletro e ossa). Le cellule del cervello contengono ancora più fosfato delle altre: per questo è diffusa la credenza che mangiare alimenti ricchi di fosfato (in particolare il pesce) renda il cervello più attivo; tuttavia non esiste alcuna prova scientifica che le cose stiano così. Una carenza di fosfato nell'organismo provoca molti danni: al cervello, ai muscoli e allo scheletro; nei casi gravi si può arrivare al coma e alla morte. Ma anche l'eccesso di fosfato è molto dannoso: negli animali causa deformità scheletriche e problemi cardiaci.

L'eccesso di fosfato è dannoso anche nell'ambiente: infatti in presenza di grandi quantità di fosfati nelle acque ‒ a causa dei fertilizzanti, dei detersivi e degli scarichi organici degli allevamenti animali che vi si riversano ‒ la crescita delle alghe diviene talmente esagerata (eutrofizzazione) da rendere l'acqua torbida e causare la degenerazione dell'ecosistema.

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