fototipia Nelle arti grafiche, processo fotomeccanico che serve a ottenere immagini con chiaroscuri e a colori per la stampa litografica, senza l’uso del retino. La matrice è una lastra di vetro recante uno strato uniforme di gelatina sensibilizzata a base di bicromato di potassio; oppure una lastra di materiale termoplastico rinforzata con fibre di vetro ( collotipia). La lastra, su cui viene disteso il negativo del disegno da riprodurre, si espone alla luce, si stampa fotograficamente e poi si lava. La gelatina si presenta nelle diverse zone dell’immagine più o meno indurita a seconda dell’azione della luce che le ha colpite e perciò l’inchiostro grasso vi aderisce nella stampa in misura/">misura variabile; si ottiene così il chiaroscuro dell’immagine.
La f. è oggi usata soltanto per la riproduzione d’arte.
fototipìa s. fototipia [comp. di foto-2 e -tipia]. – Nell’industria grafica, processo fotomeccanico, poco usato, che serve a ottenere immagini con chiaroscuri per la stampa litografica, senza l’uso del retino, impiegando forme in gelatina su lastra di...
fototìpico agg. [der. di fototipia] (pl. m. -ci). – Che si riferisce alla fototipia, che è proprio della fototipia o è ottenuto con la fototipia: procedimento fototipico; riproduzione fototipica. ◆ Avv. fototipicaménte, mediante processo fototipico: riprodurre...