FRAGOLA

Enciclopedia Italiana (1932)

FRAGOLA (fr. fraisier, fraise; sp. fresera, fresa; ted. Erdbeere; ingl. strawberry)

Domenico Lanza

Con questo nome si indicano tanto la pianta quanto il frutto di varie specie del genere Fragaria della famiglia Rosacee (Linneo, 1737). Le fragole sono piante erbacee perenni, cespitose, con caule breve rizomatoso, generalmente stolonifero, pubescenti; hanno foglie alterne tutte radicali, lungamente picciolate, munite di stipole guainanti, generalmente trifoliate, a foglioline obovate, inciso-dentate, raramente a cinque foglioline o con una sola. I fusti scapiformi sono nudi, eretti e portano un corimbo di pochi fiori a peduncoli arcuato-reflessi dopo la fioritura. Il fiore ha calice persistente di 5 sepali lanceolato-acuminati, accompagnato da un calicetto formato da 5 bratteole, conformi ai sepali, corolla di 5 petali obovato-rotondati brevemente unguiculati, poco più lunghi del calice, generalmente bianchi; stami in numero indefinito; carpelli numerosi inseriti su un ricettacolo conico accrescente. Il frutto consta del ricettacolo straordinariamente ingrossato, globoso, ovoideo più o meno allungato, cuoriforme, talvolta gibboso, che a maturità diventa rosso o in talune razze bianco, a polpa bianca succosa e profumata, sul quale sono attaccati numerosi minuti achenî crostacei, bruni, volgarmente detti semi, che sono i veri frutti.

La specie principale, di più antica e più estesa coltura è la F. vesca L., la quale cresce spontanea nei luoghi boschivi delle regioni temperate d'Europa e d'Asia ed è comune anche in Italia. È caratterizzata dai frutti piccoli, staccantisi facilmente dal calice e portanti achenî fino alla base, dai sepali patenti o reflessi a maturità, dalle foglioline laterali quasi sessili, dai peli dei peduncoli florali diretti in alto o applicati. Sottospecie della F. vesca sono: la F. elatior Ehrh., distinta per essere la più robusta del tipo in ogni parte, per le foglioline laterali picciolettate, per i peli dei peduncoli patenti, per i fiori spesso dioici, per gli achenî poco numerosi e maggiormente immersi nella polpa, e la F. collina Ehrh., la quale ha i sepali eretti e applicati sul frutto maturo, che è fortemente aderente al calice e senza carpelli alla base, i peli dei peduncoli applicati. Entrambe, oltre che coltivate, si rinvengono spontanee in Italia. Tipo del tutto diverso è la F. chiloensis Duchesne, indigena del Chile e anch'essa largamente coltivata. È pianta dioica, a foglie glauche, coriacee, largamente crenulate, sericee di sopra, a peduncoli ingrossati a maturità, frutti eretti, rosei, assai grossi. Fra le specie a frutto edule è compresa la F. virginiana Duchesne, indigena dell'America del Nord; ha frutti piccoli, sferici, numerosi, foglie quasi glabre; ma è poco coltivata.

Dalla coltura delle specie sopra ricordate e dagl'incroci eseguiti fra esse sono sorte un grandissimo numero di varietà e razze, che portano nomi orticoli diversi. Esse sogliono riunirsi in due gruppi: fragole a frutto piccolo e a frutto grosso; le prime si suddividono in due categorie: rimontanti o delle quattro stagioni e non rimontanti. In ciascun gruppo le razze diversificano per la forma e la grossezza del frutto, per il colorito rosso più o meno carico o bianco e per lievi differenze di gusto e di profumo; ve ne sono razze non stolonifere. Le razze a frutto grosso, dette comunemente fragole ananasse, derivano dalla F. chiloensis o da incroci fra questa e le altre specie mentovate; esse non sono affatto o raramente rimontanti.

Per la sua importanza scientifica è da ricordare la F. monophylla Duchesne, che presenta la singolarità di avere le foglie con una sola fogliolina, anziché con tre come nelle altre specie. Essa è uno dei pochi e più segnalati casi di mutazione documentariamente accertata; fu segnalata dal Duchesne nel 1763 in unico esemplare in una sua semina della comune F. vesca e si è conservata fin oggi, riproducendo anche per seme la sua singolare caratteristica.

Una specie di fragole che si coltiva soltanto a scopo ornamentale, perché il suo frutto insipido e inodoro non è mangiabile, è la F. indica Andr. Essa ha fusti striscianti, fiori gialli isolati all'ascella delle foglie con calicetto a lacinie fogliacee, obovate, tridentato-lobate all'apice, frutti globosi rosso scarlatto. È pianta rusticissima che si espande largamente, formando un bel tappeto verde cosparso di numerosi frutti molto decorativi, che si conservano a lungo.

Le fragole si riproducono generalmente per mezzo dei germogli che crescono dagli stoloni radicanti, i quali si staccano da luglio a settembre e si pongono a vivaio per piantarli poi a dimora in autunno o a primavera. Si moltiplicano anche per divisione dei cespi o per seme, ma con questo ultimo mezzo non sempre si ha la esatta riproduzione della varietà. Hanno bisogno di terreno soffice, fresco, e abbondantemente concimato. Le piantagioni vanno rinnovate ogni 3-5 anni. Facilmente si ottiene la fruttificazione anticipata mediante forzatura, preparando convenientemente le piante nella stagione precedente. Vaste coltivazioni di fragole esistono in Liguria, sulle sponde del lago di Nemi presso Roma e in altre regioni italiane. Le fragole si consumano fresche, sole o con latte, vino, liquori; sono anche largamente usate nella pasticceria, per farne conserve, confetture, ecc.; dal loro succo fermentato si ottiene una bevanda alcoolica.

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