AMATO, Francesco

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 2 (1960)

AMATO, Francesco

Alfredo Petrucci

Incisore all'acquaforte, attivo intorno al 1650, secondo Arthur M. Hind. Questi, al pari di altri studiosi, lo pone nell'orbita di G. B. Castiglione e B. Biscaino; ma in effetti l'A. rappresenta, nel quadro della cosiddetta acquaforte "pittoresca" genovese, un'isola linguistica, modesta, ma incomparabile: egli è gracile e tardo nel tratteggio, spesso incoerente, specie nel modellato, e meglio riesce dove meno insiste nel cercarlo. A. Bartsch, che, dopo l'accenno dell'ab. Zani e di C. H. de Heinecken, ne descrive analiticamente l'opera, gli assegna cinque stampe, due delle quali (San Giuseppe con il Bambino Gesù sulle ginocchia, in un paesaggio con rovine, e San Gerolamo seduto all'ingresso di una grotta, nell'atto di leggere) chiaramente firmate: "Franc. Amatus Inv.". Le altre sono: una Sacra Famiglia con san Giovannino che bacia il piede al Bambino, stilisticamente ancora molto discentrata e contraddittoria, un Figliuol prodigo a guardia dei porci e un San Cristoforo sulla riva del fiume. In quest'ultimo intaglio, che è considerato il capolavoro dell'A., egli rivela la sua originalità, non solo stilistica, col dare un costrutto ed una effettiva luminosità al suo tratteggio vimineo, ma anche inventiva, presentando il santo non già come al solito con il Bambino sulle spalle, ma curvo su lui che siede ancora al suolo, con il globo terraqueo in mano, e nell'atto d'invitarlo ad attraversare il fiume. Alcuni autori gli assegnano qualche altra stampa, ma senza fondamento, specie quando lo confondono con il cosiddetto "Maestro A. F.". Il San Cristoforo si trova in molte collezioni pubbliche e private e la sua matrice fa parte dei rami della Calcografia nazionale di Roma, deturpata però da un grosso titolo, "s. Christoforo", inciso in alto a destra da altra mano.

Bibl.: C. H. de Heinecken, Dict. des Artistes dont nous avons des estampes..., I, Leizpig 1778, p. 163; G. K. Nagler, Die Monogrammisten, I, Leipzig-München 1858, pp. 264, 421; II, ibid. 1860, p. 692 (attribuz. erronee); A. M. Hind, A short history of engraving and etching, London 1908, p. 362; A. Bartsch, Le peintre graveur, Würzburg 1920, XXI, pp. 117 ss.; A. Petrucci, Un'acquaforte del Genovesino, in Idea, VII, 31, (1955), p. 3; U. Thieme-F. Becker, Allgemeines Lexikon der bildenden Künstler, I, p. 379.

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