BORGHESE, Francesco

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 12 (1971)

BORGHESE, Francesco

Francesco Malgeri

Nacque a Roma il 21 gennaio 1847. Figlio secondogenito di Marcantonio e di Teresa de La Rochefoucauld, assunse il titolo di duca di Bomarzo. Il 5 giugno 1873 sposò la cugina Francesca Salviati, figlia di Scipione Borghese Salviati.

Il suo nome, come quello del padre e del fratello Paolo, è legato alle più importanti iniziative che in campo economico e finanziario vennero promosse a Roma, dopo l'unificazione nazionale, dai maggiori esponenti cattolici del patriziato e dell'alta finanza.

Nel 1871 il B. entrò a far parte del consiglio di amministrazione della Società artistico-operaia edificatrice di case per le classi povere e laboriose, che, sotto la presidenza del principe Mario Chigi e alla dipendenza della Banca cattolica artistico-operaia (alla cui testa figuravano personalità cattoliche di rilievo come il Vespignani, il Parisi, il Benucci e il Kambo), si dedicò in particolar modo alla costruzione di fabbricati nei quartieri di Trastevere e Testaccio. Nello stesso periodo il B. fu consigliere di una delle più importanti società romane di utilità pubblica, la Società dell'Acqua antica pia marcia, sorta nel 1865 con capitali inglesi e presieduta dal principe Giustiniani Bandini, nonché della Società anglo-romana per l'illuminazione col gas. Dal 1877 al 1888 il B. fece anche parte del consiglio di amministrazione della Cassa di risparmio di Roma.

Poco dopo il fallito tentativo di dar vita a un partito conservatore da parte di esponenti del patriziato cattolico, il B. prese parte, con il fratello Paolo ed insieme con il marchese Giulio Mareghi e con il principe Sigismondo Giustiniani Bandini, ad una delle più importanti iniziative nel campo della finanza romana, fondando, il 9 marzo 1880, il Banco di Roma, di cui il B. fu il secondo presidente, dopo Pietro Gabrielli e prima di Camillo Rospigliosi e di Edoardo Soderini.

Il Banco di Roma, sorto come piccolo istituto a carattere locale, andò via via acquistando potenza ed estensione. Si occupò infatti, nei primi venti anni di vita, del finanziamento del settore dei servizi pubblici, quali l'Acqua marcia, il Gas, la Società dei molini, le Tramvie e gli omnibus, che in questi anni risultavano a Roma tra gli investimenti più redditizi, ma non permettevano che un limitato movimento economico. Dopo il marzo 1900, invece, avendo il Banco di Roma assorbito la Banca cattolica romana artistico-operaia, fu possibile allargare notevolmente la cerchia degli affari, dapprima in Italia e successivamente anche all'estero.

L'attività del B. si sviluppò in seguito anche nel settore industriale, tanto che nel 1907 lotroviamo tra i sostenitori della Società officine meccaniche di Roma, iniziativa che, tuttavia, come altre dello stesso tipo sorte nella capitale, non trovò il terreno adatto per affermarsi ed ebbe vita breve.

Il B. morì a Cafaggiolo, in provincia di Firenze, il 20 nov. 1926.

Fonti e Bibl.: U. Pesci, Iprimi anni di Roma capitale, Firenze 1907, p. 166; Il Banco di Roma. Monografia storica, a cura di L. Splendore, Roma 1913, passim; F. Boncompagni Ludovisi, Il Banco di Roma, in L'Italia di Vittorio Emanuele III, a cura di T. Sillani, Roma 1925, pp. 270-73; V. Spreti, Encicl. storica nobiliare ital., Milano 1929, p. 133; G. Candeloro, Il movimento cattolico in Italia, Roma 1953, p. 342; A. Caracciolo, Roma capitale, Roma 1956, passim; A. Bocca, Il palazzo del Banco di Roma, Roma 1961, p. 195.

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