CAMPORESI, Francesco

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 17 (1974)

CAMPORESI, Francesco (in Russia, Franc Ivanovič Kamporezi)

Stefan Kozakiewicz

Architetto, figlio di Giovan Battista (S. Muzzi, Annali di Bologna, VIII, Bologna 1846, p. 735), nacque a Bologna nel 1747. Non si sa nulla della formazione, ma l'11 marzo 1782 era nominato accademico d'onore dell'Acc. Clementina: a quella data era in procinto di partire per la Russia (Bologna, Acc. di Belle Arti, Atti d. Accad. Clementina, ad diem). A Pietroburgo lavorò dapprima, ma senza successo, alla costruzione di un edificio per stalle sul canale di Caterina. Nel 1783 venne inviato a Mosca per partecipare alla costruzione del grande palazzo di Caterina, chiamato pure di Golovin, nel quartiere di Lefortovo.

I lavori, iniziati verso il 1773, condotti dal 1778 da Karl I. Blank, con interventi, dall'inizio del nono decennio, di Giacomo Quarenghi, furono terminati nel 1796. Non è chiara la parte che ebbe il C. in questo edificio (tutt'ora esistente, ma parecchie volte rimaneggiato), al quale lavorarono anche altri architetti oltre a quelli già citati. È forse originata da affermazioni dello stesso C. l'opinione, espressa nella vecchia letteratura russa e sostenuta pure dal Lo Gatto, che il C. sia stato architetto-capo nella seconda fase dei lavori, dopo il Blank. In realtà, benché egli fornisse vari disegni architettonici fino all'ultimo decennio del secolo, pare che si sia occupato prevalentemente di progettare alcune parti decorative, come, fra l'altro, quelle in stucco, insieme con Hagenberger. Dal 1797 il C. non lavorò più per la corte imperiale.

A cavallo dei secc. XVIII e XIX, all'ombra della potente personalità di M. Kazakov, il C. fu uno degli architetti neoclassici preferiti di Mosca, accanto ad Ivan V. Egotov e Giovanni Gilardi. Lavorò principalmente per i nobili. Le ricerche sovietiche hanno messo in luce la parte da lui avuta nella costruzione dei due palazzi di Ostankino e di Olgovo nei pressi di Mosca.

Nella residenza di Olgovo (regione di Dmitrov, a nord di Mosca), appartenente allora alla famiglia Apraksin, il C. alla fine del sec. XVIII ricostruì del tutto il vecchio palazzo, aggiungendo inoltre al corpo principale in legno un'ala in muratura con sala di teatro. Per Ostankino (oggi nella cerchia urbana), famosa residenza-teatro del conte N. P. Šeremetjev, costruita, anch'essa in legno, negli anni 1791-98, fu attivo specialmente nel 1792 e 1793. Gli spettò il compito di aggiungere all'edificio-teatro già costruito ali laterali (padiglioni "egiziano" ed "italiano") conferendo all'insieme l'aspetto imponente di un palazzo. Sembra che ai suoi progetti per questo determinante ampliamento sia legato l'aspetto esterno del palazzo quale è a tutt'oggi visibile; il progetto subì però vari mutamenti, in una situazione complessa, caratterizzata dagli interventi incessanti del capriccioso mecenate che spediva spesso da Pietroburgo disegni per il suo palazzo, ricorreva agli altri costruttori di Mosca, faceva abbattere e costruire di nuovo parti intere dell'edificio, servendosi sul posto dei suoi architetti servi della gleba come esecutori delle sue disposizioni; fra questi, dopo il 1793, Pavel I. Argunov non era privo di una seria personalità. Al C. si devono pure alcune parti decorative negli interni delle gallerie laterali, ed egli fu inoltre chiamato come consulente nell'ultima fase della costruzione del palazzo.

A Mosca stessa il C. eresse alcuni palazzi aristocratici. Gli si attribuiscono quelli del conte S. S. Apraksin in via Znamenka (oggi via Frunze; 1792); del Conte P. I. Panin (chiamato poi palazzo Liphardt o Lobanov-Rostovskij) in via Mjasnickaia (oggi via Kirova; verso il 1790) e del principe M. N. Volkonskij in via Bolšaia Lubjanka (ultimo decennio del secolo), non più esistente. Non esiste più la "Rotonda" belvedere, da lui costruita in via Tverskaja, nel 1806. Nel 1809 il C. presentò la domanda di esonero dal servizio di corte per la quale d'altronde non lavorava da più di vent'anni. Il suo nome viene collegato pure con la costruzione delle chiese di Andrejevskoje e Peremilov.

Ormai molto vecchio, il C. partecipò negli anni 1828-30 alle discussioni per il progetto della costruzione della chiesa del Salvatore sulla Collina dei Passeri (Vorobjevyje Gory). Morì a Mosca nel 1831.

Il C. pur essendo abile architetto, non ebbe una spiccata personalità: le sue opere sono improntate a un neoclassicismo maturo, ma non ancora severo. Fu anche disegnatore: le sue vedute di Mosca a penna e acquerello non hanno gran valore artistico, ma sono interessanti per il loro valore documentario. Si conoscono di lui pure quattro acqueforti, due con vedute del Cremlino e due (1791) con chiese moscovite.

Fonti e Bibl.: Documenti sono conservati a Leningrado nell'Archivio storico centrale di Stato (Centralnyj gosudarstvennyj istoričeskij archiv), nell'Archivio della corte imperiale, Sezione di Mosca (Moskovskij otdel obščego archiva Ministerstva Dvora) e nell'Archivio della regione di Mosca delle strade di comunicazione (Archiv Moskovskogo okruga putej soobščenija). Disegni architettonici e documenti, nell'Archivio scientifico del palazzo-museo di Ostankino (Naučnyj Archiv Ostankinskogo Dvorca-Muzeja) a Mosca; qui pure, manoscritti, due lavori scientifici importanti anche per la parte sostenuta dal C. nella costruzione del palazzo: V. K. Stanjukovič, Materialy po istorii postrojki Ostankina (Materiali per la storia della costruzione di Ostankino) e la monografia sulla residenza in tre volumi di K. A. Solovjev e N. A. Elizarova, Ostankino. Disegni architettonici nel Museo dell'Accaderma di architettura (Muzej Akademii architektury) a Mosca. Ma vedi anche: Moskovskija Vjedomosti (Annali moscoviti), 1806, p. 1487; Moskva ili istoričḥskij putevoditel po znamenitoj stolice Gosudarstva Rossijskago (Mosca, ossia guida storica della celebre capitale dello Stato russo), Moskva 1827, IV, p. 58; S. Ciampi, Notizie di ... pittori architetti, scultori ed altri artisti italiani in Polonia ... in Russia..., Lucca 1830, p. 154; Id., Bibl. crit. delle antiche reciproche corrispondenze..., II, Firenze 1839, p. 275; A. A. Martinov-I. M. Snegirev, Russkaja starina v pamjatnikach cerkovnogo i graždanskogo zodčstva (L'antichità russa nei monumenti dell'architettura religiosa e civile), Moskva 1851, pp. 81-84; B. S. Puškin, in Istoričeskij Vestnik (Rivista storica), III (1882), p. 840; D. Blagovo, Rasskazy babuški iz vospominanij pjati pokolenij, zapisannyje i sobrannvje jejo vnukom (I racconti della nonna dai ricordi di cinque generazioni, annotati e raccolti da suo nipote), Sankt Peterburg 1885, p. 268; P. N. Petrov, Russkije chudožniki po "Leksikonu" Naglera, Prodolženije (Artisti russi secondo il "Lessico" di Nagler, continuazione), in Chudožestvennyja Novosti (Novità artistiche), VIII (1890), n. 9, col. 260; I. Fomin, Moskovskij klasicizm (Il classicismo moscovita), in Mir iskusstva (Il mondo dell'arte), 1904, fasc. 7, pp. 180, 193; I. Grabar, Ostankinskij dvorec (Il palazzo di Ostankino), in Staryje Gody (Anni antichi), maggio-giugno 1910, pp. 14, 33 s., note 16 s.; Istoričeskaja vystavka architektury (Mostra storica di architettura), Sankt Peterburg 1911, p. 63, I. Bondarenko, Putevoditel Po Moskve... (Guida di Mosca), a cura di I. P. Maškova, Moskva 1913, pp. 18, 36; J. Samurin, Očerki klassičeskij Moskvy (Saggi sulla Mosca classica), Moskva s.d., pp. 20, 23, 69; I. I. Lazarevskij-V. V. Zgura, Podmoskovnyje muzei (I musei dei dintorni di Mosca), I, Kuskovo i Ostankino, Moskva 1925; V. V. Zgura, Monumentalnyje pamjatniki Moskovy (I monumenti di Mosca), Moskva 1926, pp. 41, 58; J. P. Anisimos-G. A. Novickji, Ostankino, Moskva 1927, passim;K. Vinogradov, Ostankino. Istoričeskij očerk (Ostankino. Saggio storico), Moskva 1929, passim; L'Opera del genio italiano all'estero, E. Lo Gatto, Gli artisti in Russia, I, Roma 1934, ad Indicem; III, ibid. 1943, ad Indicem; Architekturnyj kalendar (Calendario di architettura), in Architektura SSSR (Architettura dell'URSS), 1939, n. 6, p. 87; N. A. Elizarova, Teatry Šeremetevych, Moskva 1944, pp. 42-44; K. A. Soloviev, Ostankino (Sokrovišča russkogo zodčestva)(Ostankino. I tesori dell'architettura russa), Moskva 1944, p. 8; P. I. Goldenberg, Staraja Moskva (La vecchia Mosca), Moskva 1947, p. 48; V. L Snegirev, Moskovskoje zodčestvo. Očerki po istorii russkogo zodčestva XIV-XIX vekov (L'architettura di Mosca. Saggi di storia dell'architettura russa dei secoli XIV-XIX), Moskva 1948, pp. 229, 232; P. V. Sytin, Izistorii moskovskich ulic, Očerki (Dalla storia delle vie di Mosca. Saggi), Moskva 1948, pp. 71, 101, 313; M. I. Rzjanin, Architekturnyje ansambli Moskvy i Podmoskovja XIV-XIX veka (I complessi architettonici di Mosca e dei suoi dintorni dei secoli XIV-XIX), Moskva 1950, pp. 59-61; I. Grabar, Vpoiskach neizvestnych postrojek V. I. Baženova (Ricerche sulle costruzioni ignote di V. I. Baženov), in Neizvestnyje i predpolagajemyje postrojki V. I. Baženova (Costruzioni ignote e presunte di V. I. Baženov), Moskya 1951, pp. 119-122 con ill. (attribuisce il palazzo Lobanov-Rostovskij a N. Legrand, senza menzionare il C.), 138 (ill.), 145 s., 150-154, 160, 169, 173 s., 178 s.; A. Fedorov-Davydov, Russkij pejzaž XVIII- načala XIX veka (Il paesaggio russo del XVIII e dell'inizio del XIX sec.), Moskva 1953, pp. 154, 313, nota 43; P. V. Sytin, Istorija planirovki i zastrojki Moskvy. Materialy i issledovanija (Storia della progettazione e della costruzione di Mosca. Materiali e studi), II, Moskva 1954, pp. 98, 297, 572 nota 173, 575 nota 184; V. L. Snegirev, Podmoskovje Pamjatnyje mesta v istorii russkoj kultury XIV-XIX vekov (I dintorni di Mosca. Luoghi memorabili nella storia della cultura russa dei secoli XIV-XIX), Moskva 1955, pp. 203 s., 261; N. J. Tichomirov, Architektura podmoskovnych usadeb (L'architettura delle case rurali dei dintorni di Mosca), Moskva 1955, pp. 124-129 (con ill. 92-96) 145-151 (con ill., 114-118), 332 note 46-49; Albomy partikuljarnych strojenij (Architekturnyje albomy M. F. Kazakova), Žilyje zdanija Moskvy XVIII veka (Album di costruzioni particolari. Album d'architettura di M. F. Kazakov. Edifici d'abitazione della Mosca del XVIII sec.), Moskva 1956, pp. 157-159, 224 s., 309-311; Istorija russkoj architektury (Storia dell'architettura russa), Moskva 1956, pp. 396, 590; K. A. Solovjev, Ostankino..., Moskva 1958, pp. 20, 22-27, 32, 49, 59, 90, 99, 128, 131 (con ill. 7-9); Istorija russkogo iskusstva. Izdatelstvo Akademii Nauk SSSR (Storia dell'arte russa. Edizioni dell'Accademia delle Scienze), VIII, 1, Moskva 1963, p. 186 e note 1 e 3; N. A. Elizarova, Ostankino, Moskva 1966, pp. 19, 21-24 (con ill. 6); D. A. Rovinskij, Podrobnyj slovar russkich graverov XVI-XIX vv. (Dizionario particolareggiato degli incisori russi dei secc. XVI-XIX), II, Sankt Peterburg 1895, pp. 40 s., n. 1-4 con ill.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, V, pp. 478 s.; Enc. Ital., VIII, p. 618; Bolšaja Sovetskaja Enciklopedija, XIX, 1953, p. 549.

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