BARBERINO, Francesco da

Enciclopedia Italiana (1930)

BARBERINO, Francesco da

Francesco Egidi

È noto come poeta didascalico della fine del sec. XIII e i principî del XIV (n. a Barberino in Val d'Elsa nel 1294, morì a Firenze nel 1348), per le due opere intitolate Documenti d'Amore e Reggimento e costumi di donna. Nelle sillogi poetiche del sec. XIV appare spesso di lui una canzone sulla natura e la figura d'Amore, composta nel 1293, che ebbe grande rinomanza al suo tempo. S'ha notizia d'un'altra sua opera, purtroppo perduta, Fiori di novelle, una scelta cioè di novelle che sarebbe stata certo preziosa per lo studio delle origini di questo componimento. Notevole è anche la sua attività artistica, per la quale merita un posto anche nella storia dell'arte, e che si esplicò non solo nella concezione e nel disegno delle figure allegoriche che dovevano ornare i suoi libri, ma anche nel suggerire soggetti e idee a pittori ed artisti. Si conservano nel cod. vat. barb. 4077 i disegni originali dei Documenti d'Amore, i quali furon ridotti a miglior forma per opera d'ignoto alluminatore nel manoscritto originale ed autografo di quell'opera (cod. vat. barb. 4076); ma il manoscritto del Reggimento, che è una copia, non reca le miniature che ornavano l'originale; e perduto è anche un Officiolo, figurato secondo suoi disegni e da lui citato con compiacenza più volte. Di straordinario interesse sono le chiose latine dei Documenti, poiché in esse egli condensò tutta la scienza del tempo nei più disparati campi (medicina, arte nautica, ritmica, astronomia, cosmografia, tattica guerresca, costumi da osservare a tavola, a passeggio, in chiesa, in viaggio, giurisprudenza, filosofia, ecc.), e introdusse novelle e copiosissimi aneddoti, ricordi, in genere, di ciò ch'egli vide e udì nei suoi numerosi viaggi in Italia e specialmente in Provenza ed in Francia, dove egli fu alla corte pontificia, nonché a quella di Filippo il Bello e del re di Navarra. Molti aneddoti riguardano pertanto personaggi notevoli nella storia politica e letteraria. Ben sei autori provenzali ci son noti esclusivamente per le citazioni ed i racconti sparsi nelle chiose; ed anche per la letteratura italiana quelle chiose molte notizie e nomi ignoti vengon rivelando. In esse il B. cita anche Dante e la Commedia, la qual cosa costituisce, ora che la datazione delle opere barberiniane si è potuta finalmente fare con precisione, un notevole e sicuro indizio per la datazione almeno dell'Inferno dantesco, che risulterebbe già pubblicato nel 1313. I Documenti furon pubblicati nel 1314; il Reggimento, compiuto prima che si iniziassero i Documenti, fu invece pubblicato subito dopo i Documenti stessi.

Compiute queste opere e ritornato a Firenze dopo un breve periodo trascorso tra i fuorusciti fiorentini a Venezia, il B. non attese più ad opere letterarie, ma alla pratica del diritto ed agli affari, godendo di grande autorità e rinomanza per la sapienza e la rettitudine, che il Boccaccio gli riconosce nella Genealogia Deorum, dove lo dice hominem honestate morum et spectabili vita laudabilem, qui etsi sacros canones longe magis quam poeticam noverit, nonnulla tamen opuscula rythmis vulgari idiomate splendidi ingenii sui nobilitatem testantia edidit, quae stam et apud Italos in praetio sum.

Bibl.: Una bibliografia completa dei numerosissimi scritti riguardanti il B. si può ricavare dalle note alla prefazione dell'edizione dei Documenti d'amore a cura di F. Egidi, Roma 1927. Quest'edizione comprende anche il commentario latino ch'era stato omesso nelle precedenti. Del Reggimento e costumi di donna, v. l'edizione di C. Baudi di Vesme, Bologna 1875.

Tra le opere di notevole mole ed importanza sul B. ricordiamo quelle di A. Thomas, F. da B. et la littérature provençale en Italie, Parigi 1883, e quella di G. B. Festa, Un galateo femminile italiano del Trecento, Bari 1910. Sulla datazione delle opere del B., vedi F. Egidi, L'argomento barberiniano per la datazione della Divina Commedia, in Studi Romanzi, XIX (1928). Sull'importanza del B. nella storia dell'arte, v. dello stesso F. Egidi, Le miniature dei codici barberiniani dei Documenti d'A., in L'Arte, V (1901).

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