LO SAVIO, Francesco

Enciclopedia Italiana - V Appendice (1993)

LO SAVIO, Francesco

Alexandra Andresen

Pittore italiano, nato a Roma il 28 gennaio 1935, morto suicida a Marsiglia il 21 settembre 1963. Diplomatosi nel 1954 presso l'Accademia di Belle Arti di Roma, tra il 1955 e il 1958 frequentò la facoltà di Architettura dell'università di Roma, orientando i suoi studi soprattutto nell'ambito del razionalismo europeo e dell'architettura contemporanea statunitense. Dal 1958 lavorò come industrial designer e nel 1961 collaborò con H. Mack e O. Piene alla rivista Zero. Nel 1960 fu presente, con F. Angeli, T. Festa, M. Schifano e G. Uncini, alla mostra Cinque giovani pittori romani, presso la Galleria La Salita di Roma; tra il 1960 e il 1963 espose in numerose personali partecipando, tra l'altro, alla rassegna Monochrome Malerei, allestita dallo Stadtisches Museum di Leverkusen nel 1960, e alla Tentoostelling Nul presso lo Stedeljik Museum di Amsterdam nel 1962. Alla fine di quello stesso anno pubblicò, con il titolo Spazio-Luce: evoluzione di un'idea, la somma del suo quadriennale lavoro di ricerca e sperimentazione nel campo della relazione tra spazio e luce.

Reagendo ai fattori emotivi propri dell'espressionismo astratto, L.S. tende a valorizzare la realtà obiettiva dell'atto pittorico, attraverso lo sviluppo di una concezione spaziale pura, che trova espressione, tra il 1959 e il 1960, in una serie di opere intitolate Spazio-Luce, consistenti in superfici monocrome sulle quali la diversa distribuzione cromatica crea variazioni d'intensità luminosa (Spazio-Luce, 1959, Roma Coll. Spini; For Nothing, 1960, Roma, Galleria La Salita). Contemporaneamente nascono i Filtri collages, stratificazioni di filtri in carta semitrasparente, sostituiti poi da sottili reti metalliche, che vengono sovrapposte al disegno − un cerchio inserito in un quadrato − nel tentativo di sviluppare ulteriormente, attraverso una maggiore vibrazione cromatica, le qualità dinamiche della relazione tra luce e spazio (Filtro, 1960, Torino, Galleria civica d'arte moderna; Filtro, 1961, Torino, Coll. Stein). Segue infine la serie dei Metalli, oggetti tridimensionali monocromi, definiti ''entità primarie'' (Metallo, nero, opaco, uniforme, 1960, Otterlo, Rijksmuseum Kröller-Müller; Metallo, nero, opaco, uniforme, 1961, Roma, Galleria La Salita), che evolvono in serie di Articolazioni totali- involucri in cemento bianco con piani articolati in metallo nero, opaco, uniforme − in cui l'esigenza di una maggiore libertà nella strutturazione formale si realizza attraverso la definizione di uno spazio di azione integrato nell'oggetto stesso (Articolazione totale, 1962, Pescara, Galleria Pieroni). Nel 1962, la riflessione teorica di L. S. si concentrò sulla progettazione di unità di abitazione nel tentativo di espandere l'articolazione totale fino a renderla spazio abitativo. Vedi tav. f.t.

Bibl.: E. Villa, Francesco Lo Savio, in Appia Antica, 1 (1959); M. Bandini, Lo Savio, in NAC, maggio 1971; G. Celant, Francesco Lo Savio, spazio-luce, Torino 1975; V. Agnetti, P. Restany, E. Spaletti, Testimonianza su Lo Savio, in Domus, giugno 1977. Cataloghi di mostre: F. Menna, Francesco Lo Savio, in V Rassegna di Arti figurative di Roma e del Lazio, Roma 1965; G. Celant, Francesco Lo Savio, Milano 1979; G.C. Argan, Francesco Lo Savio, in Flash-Art, estate 1986; Francesco Lo Savio, Otterlo 1986.