BANDITI, Francesco Maria

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 5 (1963)

BANDITI, Francesco Maria

Enzo Pozzato

Nacque a Rimini l'8 sett. 1706;fece i primi studi nelle scuole locali, dove ebbe condiscepolo Lorenzo Ganganelli, futuro Clemente XIV. Entrò tra i teatini della città nativa nel 1722;fece il noviziato e professò nella casa di S. Nicolò da Tolentino in Venezia, ma per la casa di Rimini, il 16 dic. 1723. Compì gli studi di filosofia, pare, a Rimini, ma studiò la teologia nella casa di S. Michele di Firenze, dove, ordinato sacerdote il 14 ag. 1729,fu sottomaestro dei novizi, carica che lasciò per ricoprire, sempre a Firenze, la cattedra di diritto canonico.

Trascorse a Rimini la maggior parte della sua vita religiosa, nella casa di S. Antonio da Padova, della quale fu superiore nel triennio 1756-59 e di nuovo nel 1765-67; lo troviamo anche, nel 1756, visitatore per le case di quella provincia. Oratore applaudito, salì i pergami delle principali città d'Italia: suo merito è l'aver decisamente reagito contro lo stile secentista. Membro dell'Accademia ecclesiastica riminese fondata dal card. L. Valenti, vi esordì, il 4 genn. 1762, con una memoria sull'origine dell'ufficio divino, essendo egli appassionato per le scienze storico-liturgiche, per cui opportunamente al B., già cardinale, dedicò, più tardi, il Vezzosi la sua grande opera sugli scrittori teatini.

Nel 1755 restaurò la biblioteca del suo convento dotandola di copiosi nuovi volumi e affidandone la decorazione al pittore riminese Felice Angelini. Un documento della procura generalizia dei teatini definisce il B. "raccoglitore di libri insigni" (Atti della proc. gen. dei teatini,f. 12). Tenne la direzione spirituale degli istituti di S. Maria Maddalena e delle Celibate. Dei suoi amichevoli rapporti col celebre medico riminese Giovanni Bianchi (Ianus Plancus), archiatra pontificio, fa fede il loro carteggio che, sebbene esiguo quanto alla parte che si è conservata, tuttavia abbraccia il lungo periodo dal 1733 al 1775;vi affiora anche la loro amicizia con L. A. Muratori.

Il B. prese più volte parte ai capitoli generali dell'Ordine e ne fu presidente nel 1759. Il capitolo del 1768, adunatosi in Roma, lo elesse, il 27 aprile, preposito generale. Fra gli atti rilevanti del triennio del suo governo va ricordata l'edizione delle Institutiones theologicae antiquorum Patrum di G. M. Tomasi, curata dal Vezzosi (Roma 1769); si ebbe anche dalla S. Congregazione dei Riti il decreto di beatificazione (17 marzo 1771) del ven. Paolo Burali d'Arezzo, cardinale arcivescovo di Napoli. Importante è anche la lettera circolare che, in data 27 luglio 1770, il B. emanò alle case dell'Ordine sulle missioni teatine di Goa.

Compiuto il triennio del suo generalato, nel maggio 1771 ritornò a Rimini in vesti di semplice religioso. Ma nel gennaio dell'anno successivo Clemente XIV lo promosse alla sede vescovile di Montefiascone e Cometo. I tre anni di vescovado del B. segnarono - a detta delle fonti - una sicura ripresa della vita religiosa nella diocesi.

Oggetto di sue cure personali fu il seminario, dove, dietro suo invito, insegnò il filosofo e matematico Tomaso Tamagna. Rimise a nuovo l'ospedale civico, con l'annessa sede della confraternita della misericordia, e insignì del titolo di collegiata la chiesa di S. Maria Assunta, come ricorda una lapide marmorea postavi dal capitolo in suo onore. Diresse e appoggiò validamente la madre Maria Crocifissa di Gesù, fondatrice delle suore passioniste, la quale, insieme alle dieci prime sue compagne, emise, il 20 maggio 1772,la professione nelle mani del B., che d'allora fu in rapporto con S. Paolo della Croce e con i superiori maggiori dei passionisti.

Il 29 maggio 1775 Pio VI lo promosse alla sede arcivescovile di Benevento, deputandolo però nel contempo amministratore di Montefiascone e Corneto per tutto quell'anno in corso. Il 17 luglio dello stesso anno Pio VI lo creò cardinale riservandolo in pectore; lo pubblicò il 13 novembre successivo e gli assegnò, il 18 dicembre, il titolo di S. Crisogono, annoverandolo nelle congregazioni dei vescovi e regolari, delle immunità, dei riti e delle indulgenze. Il diarista teatino annotava, dietro confidenze di curia, che la promozione del B. "era la più gradita al popolo di Roma soprattutte le altre di questo Pontefice" e soggiungeva che il cardinale D. Orsini aveva detto che nel prossimo conclave "sarebbe egli un taglio da Papa" (Diario di S. Silvestro, f.222).

Il 7 genn. 1776 il B. partì per Benevento. Tenne nello stesso anno la predicazione della quaresima e dell'avvento e indisse una missione con venti missionari; instancabile nel suo zelo pastorale, nel giro di poco più di un anno, aveva amministrato ventiquattromila cresime. Amante dei buoni studi, inviò alla biblioteca di S. Silvestro al Quirinale edizioni pregiate, fra le quali, le opere di Benedetto XIV. Per i membri del capitolo della cattedrale beneventana ottenne dalla S. Sede la distinzione di prelatura domestica pontificia; completò e portò a termine la fabbrica dell'istituto delle orsoline, l'ospedale di S. Gaetano Thiene e la chiesa di S. Maria della Verità.

Morì a Benevento il 26 genn. 1796.

Fonti e Bibl.: Roma, Arch. gen. dei teatini: Acta capit. generalium (1713-1786); Atti della Consulta,mss. 64, 65; Diario della casa di S. Silvestro a Montecavallo scritto da D. Bartolomeo Carrara,ms. 109, ff. 116, 126 ss., 154-158, 207, 213 ss.; Atti della procura generalizia,ms. 77, f. 112; L. Guarini, Catalogo dei cardinali, arcivescovi e vescovi teatini, ms. 144, ff. 12-13; Rimini, Bibl. Gambalunghiana, ms. 155, ff. 750-755, app. 56-58; Fondo Gambetti (lett. di B. a Iano Planco, sub voce Bianchi); Roma, Arch. postulazione generale passionisti: una lettera del B. a s. Paolo della Croce, 11 lettere a suor Maria Crocifissa di Gesù, 12 ai superiori passionisti (sono in genere risposte a felicitazioni); Novelle letterarie pubblicate in Firenze,1777, coll. 471-474; 1779,coll. 665 s.;A. F. Vezzosi, I scrittori de' chierici regolari detti teatini, Roma 1780, I,pp.V-VIII, 90-93 (lett. di B. sulle missioni); C. Tonini, La cultura letteraria e scientifica di Rimini, Rimini 1884, II, p. 579;Id., Rimini dal 1500 al 1800, Rimini 1888,pp. 697 s.;A. De Rienzo, La Chiesa beneventana nell'ingresso pastorale di Mons. Luigi Lavitrano,19 apr. 1925, Benevento 1925, p.17;L. Ceccarelli, De Ecclesiae Faliscodunensis Episcopis,Viterbo 1926,pp.29-31; Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés.,VI, col. 489.

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