NELLI, Francesco

Dizionario Biografico degli Italiani (2013)

NELLI, Francesco

Paolo Garbini

– Figlio di Niccolò, nacque a Firenze dopo il 1304, dal momento che Francesco Petrarca lo dice più giovane di sé (Sen. XVII, 2).

Il padre è ricordato varie volte in documenti fiorentini tra il 1325 e il 1334, periodo in cui fu quattro volte priore e due volte membro del Collegio dei dodici Boni viri (Ildefonso di San Luigi, 1779). Priore era stato in precedenza, fra il 1302 e il 1315, anche il padre di Niccolò, Nello di Rinuccio (ibid., 1778).

Le scarse notizie sulla vita di Nelli sono deducibili da pochi documenti e in gran parte dalle sue epistole. Non si ha nessuna testimonianza circa i suoi primi studi, in seguito ai quali divenne chierico e notaio, come si evince dalla circostanza che fin dal 1340 era giudice ordinario e notaio della curia vescovile di Firenze, al tempo del vescovo Francesco da Cingoli (Manni, 1740, p. 12). Forse dopo gli studi notarili frequentò le lezioni di Forese Donati – da Nelli ricordato nelle sue lettere come maestro – il quale lo accostò ai classici di maggior diffusione, mentre solo più tardi lesse Orazio, Persio e Giovenale (ep. XIV). Da appunti autografi apposti a un codice da lui posseduto (Pomaro, 1978), si apprende che nel 1347 ricevette dall'abate di Crespino i primi quattro ordini minori (il 15 marzo) e che nel 1350 ottenne dal vescovo di Firenze prima il suddiaconato (il 22 maggio), poi il diaconato e il presbiterato (entrambi il 18 settembre).

Ai primi di ottobre 1350, a Firenze, si verificò un evento nodale per la vita di Nelli: a casa dell'amico Boccaccio, e insieme con Zanobi da Strada e Lapo di Castiglionchio, conobbe Petrarca che era in viaggio per Roma; dal giorno di quel primo e unico incontro fino alla morte, per quasi 13 anni, come mostra il cospicuo carteggio fra i due, Nelli entrò in privilegiato sodalizio con Petrarca che lo appellò classicamente Simonide, dal nome del poeta lirico greco Simonide di Ceo.

Da un atto (Ildefonso di San Luigi, X, 1778, p. 73) risulta che ricopriva l'ufficio di notaio nella curia vescovile il 29 dicembre 1350, quando vescovo era Angelo Acciaioli. Tale incarico verosimilmente fu lasciato da Nelli allorché fu eletto priore dei Ss. Apostoli, ruolo che già ricopriva il 6 aprile 1351, quando Petrarca gli inviò la prima lettera conservata (Var. 29); come priore dei Ss. Apostoli l'8 ottobre 1356 presenziò all'atto con cui il clero fiorentino incaricava Guido, priore di Lucignano, di fare da paciere con l'abate di Settimo (Lami, 1758).

Nel 1353 incontrò Boccaccio in Romagna. Tra il 1357 e il 1358 soggiornò ad Avignone dove frequentò gli amici di Petrarca Lello Tosetti, Guido Sette, Stefano Colonna e il figlio del poeta, Giovanni, di cui fu precettore. Al ritorno da Avignone fece nuovamente tappa in Romagna. Probabilmente nel 1359, in qualità di segretario privato (ep. XXIV), collaborò con un terzo vescovo fiorentino, Filippo Dell'Antella.

Nella seconda metà del 1361, subentrando nell'ufficio di spenditore a Zanobi da Strada, morto nell'estate di quell'anno, si mise al servizio di Niccolò Acciaioli, grande siniscalco del Regno di Napoli, e si trasferì nella città partenopea. Seguì Acciaioli in Puglia, dove si ammalò; si riprese, riposandosi a Minori, ma dovette accompagnare il gran siniscalco in Sicilia. Da Messina, tra la fine del 1361 e gli inizi del 1362, scrisse a Petrarca una sentita consolatoria per la morte del figlio (ep. XXVIII). La morte del re Luigi di Taranto lo costrinse a tornare a Napoli dove, nel 1362, invitò Boccaccio, il quale, deluso dal trattamento riservatogli dai napoletani, lasciò la città nel 1363 scrivendo il 28 giugno una sdegnata lettera di sfogo all'amico (ep. XIII di Boccaccio, di cui sopravvivono solo un volgarizzamento e un breve frammento latino).

Stanco e malato, Nelli accettò l'offerta di Petrarca di prendere il posto nella curia papale da lui rifiutato (ep. XXX, Napoli 20 dicembre 1362) ma poco dopo, nell'estate del 1363, morì di peste.

Petrarca ne pianse la morte nella Sen. III, 1 indirizzata a Boccaccio. Nelli fu il corrispondente prediletto del poeta: fu lui a spedirgli il maggior numero di lettere e più di ogni altro ne ricevette. Si conservano 30 sue lettere a Petrarca, raccolte probabilmente per cura del poeta stesso (ms. Parigi, Bibliothèque nationale, Lat. 8631, segnalato nel sec. XVIII da J.F.P.A. de Sade e utilizzato da H. Cochin per la sua edizione). L'explicit del codice parigino, Francisci Nicolai Sanctorum Apostolorum de Florentia prioris ad Franciscum Petrarcam laureatum Epystolarum liber feliciter explicit, dovuto se non a Petrarca a un suo fido collaboratore, conferisce alle lettere di Nelli la dignità petrarchesca di liber epystolarum. Distribuite in un arco di tempo che va dal 19 novembre 1350 al 20 dicembre 1362, esse affrontano vari argomenti tra i quali si segnalano l'amicizia e la venerazione per Petrarca; il sodalizio fiorentino degli amici del poeta, quali Boccaccio, Lapo da Castiglionchio, Zanobi da Strada, Francesco Bruni (cetus tuus, legio devota: ep. XVI); il disappunto per il trasferimento di Petrarca presso i Visconti; gli amici di Petrarca ad Avignone; l'appena accennato e preumanistico rammarico per la scelta del volgare da parte di Dante; il figlio di Petrarca, Giovanni. Si impone come ricorrente, tra le lettere dei due corrispondenti, il tema consolatorio.

Scritte in un latino faticoso, talvolta involuto, le epistole di Nelli tradiscono una discreta consuetudine con i classici, testimoniata altresì da una nota autografa (riprodotta da Cochin in calce all'ed. originale) apposta sul ms. Parigi, Bibliothèque Nationale, Lat. 8061, c. 120 r.) contenente la Tebaide di Stazio, autore cui Nelli era particolarmente interessato (cfr. ep. XXVIII). Di Nelli Petrarca elogia tra l'altro le doti di calligrafo e menziona (Sen. III, 1) suoi opuscoli di cui non rimane traccia.

Petrarca indirizzò a Nelli  29 Familiares (Le Familiari, a cura di V. Rossi, I-V, Firenze 1933-42: XII 4, 5, 9, 12, 13; XIII 5, 6, 8; XV 2; XVI 11, 12, 13, 14; XVIII 7, 8, 9, 10, 11; XIX 6, 7, 13, 14, 15; XX 6, 7; XXI 12, 13, 14; XXII 10); tre Epystole (Epistulae metricae. Briefe in Versen, a cura di O. Schönberger - E. Schönberger, Würzburg 2004: III, 22, 23, 33); sei Sine nomine (Sine nomine. Lettere polemiche e politiche, a cura di U. Dotti, Roma-Bari 1974: 6, 9, 10, 17, 18, 19); tre Seniles (Res Seniles. Libri I-IV, a cura di S. Rizzo con la collab. di M. Berté, Firenze 2006: I, 1, 2, 3); tre Disperse (Lettere disperse, a cura di A. Pancheri, Parma 1994: 13, 20, 23). In aggiunta a ciò, a Nelli, che sembra il dedicatario ideale delle Sine nomine (Baldassarri, 2003, p. 732), Petrarca volle dedicare, benché post mortem, la raccolta delle Senili, affermando che la morte poteva impedirgli di scrivere a lui, non di lui, di pensarlo e ricordarlo finché avesse avuto vita (Sen. III, 1). Oltre alla ricordata epistola XIII scritta da Boccaccio (Epistole, a cura di G. Auzzas, con un contributo di A. Campana, in Tutte le opere di Giovanni Boccaccio, a cura di V. Branca, V, Milano 1992, pp. 596-629), si conservano due epistole a Nelli di Coluccio Salutati (Epistolario di Coluccio Salutati, a cura di F. Novati, IV, 1 Roma 1905, pp. 241-245 e IV, 2, ibid. 1911, pp. 619-621).

Fonti e Bibl.: Le sparse notizie desunte dai documenti sono frutto delle ricerche erudite di M. Manni, Osservazioni istoriche circa i sigilli antichi de' secoli bassi, III, Firenze 1740; G. Lami, Sanctae Ecclesiae Florentinae Monumenta, II, Firenze 1758, p. 1024; Ildefonso di San Luigi, Delizie degli eruditi toscani, X, Firenze 1778, pp. 29, 61, 73; XI, ibid., pp. 5, 28, 38; XII, ibid. 1779, pp. 62, 83, 103, 135, 169, 176. Rinvenne e segnalò il ms. parigino J.F.P.A. de Sade, Mémoires pour la vie de François Pétrarque tirès des ses oeuvres et des auteurs contemporains, III, Amsterdam 1767, p. 79. La sola lettera XXX pubblicò A. Hortis, Studj sulle opere latine del Boccaccio, Trieste 1879, p. 349; la prima e tuttora unica edizione integrale si deve a H. Cochin, Un ami de Pétrarque. Lettres de F. N. a Pétrarque publiées d'après le manuscrit de la Bibliothèque Nationale, Paris 1892; nel recensire il lavoro di Cochin, F. Novati, in Giornale storico della letteratura italiana, XXI (1893), pp. 400-406, apportò nuovi dati biografici e correzioni testuali, onde Cochin rivide la sua edizione pubblicandola nella traduzione italiana di G.L. Passerini: E. Cochin, Un amico di Francesco Petrarca. Le lettere del N. al Petrarca pubblicate di su un manoscritto della Nazionale di Parigi, Firenze 1901. Il nome di Nelli compare ovviamente spesso nella bibliografia petrarchesca; fondamentali riesami dei dati biografici di Nelli in rapporto alla biografia di Petrarca hanno fornito P. de Nolhac, Pétrarque et l’humanisme, Paris 1894 (2a ed. in due voll. Paris 1907), ad ind., e G. Billanovich, Petrarca letterato. I. Lo scrittoio del Petrarca, Roma 1947 (rist. anast. Roma 1997, con indici dei nomi e dei manoscritti a cura di P. Garbini), ad ind.; E.H. Wilkins, A survey of the correspondence between Petrarch and F. N., in Italia medioevale e umanistica, I (1958), pp. 351-358, ha riordinato la datazione del carteggio in una tabella frutto di sue precedenti indagini. Pubblica gli appunti autobiografici autografi G. Pomaro, Una scheda per F. N., in Tra libri e carte. Studi in onore di Luciana Mosiici, a cura di T. De Robertis - G. Savino, Firenze 1998, pp. 369-388. Su Nelli dedicatario ideale del Liber sine nomine: G. Baldassarri, «Familiarium rerum liber» e «Liber sine nomine», in Motivi e forme delle «Familiari» di Francesco Petrarca. Gargnano del Garda (2-5 ottobre 2002), a cura di C. Berra, Milano 2003, pp. 723-760. Dopo i rilievi contenutistici e formali di Cochin e di Novati, l'unico studio di critica letteraria dedicato alle epistole di Nelli si deve a G. Chiecchi, Il tema consolatorio nell'epistolario tra F. N. e Petrarca, in Studi petrarcheschi, XVI (2003), pp. 149-196 (rist. in La parola del dolore. Primi studi sulla letteratura consolatoria tra Medioevo e Umanesimo, Roma-Padova 2005, pp. 207-263).

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