PACELLI, Francesco

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 80 (2014)

PACELLI, Francesco

Luca Carboni

PACELLI, Francesco. – Nacque a Roma il 27 febbraio 1874, secondogenito di Filippo e Virginia Graziosi.

La famiglia Pacelli si era trasferita a Roma da Onano (vicino Viterbo) nella seconda decade dell’Ottocento. Il nonno Marcantonio, fedele al pontefice Pio IX, fu membro del Consiglio di censura e sostituto del ministro degli Interni; il padre Filippo fu avvocato civilista e poi decano degli avvocati concistoriali.

Francesco con il fratello più giovane Eugenio, il futuro pontefice Pio XII, compì gli studi liceali nel laico liceo Visconti e nel 1891, ancora studente, si iscrisse al Circolo di S. Pietro. Si laureò in giurisprudenza alla R. Università di Roma nel 1896 e fu allievo di Lorenzo Meucci cui dedicò il suo primo volume, Le acque pubbliche e i diritti dello Stato e dei privati, Roma 1898 (aggiornato poi nel 1918 e nel 1934). Nel 1898 si addottorò anche in diritto canonico presso la Pontificia Università Gregoriana e iniziò la professione di avvocato. Dal 1901 al 1904 fu vicepresidente del Circolo di S. Pietro; eletto presidente il 30 aprile 1904, rinunciò per gli impegni professionali, continuando a ricoprire cariche minori fino al 1908.

L’8 novembre 1902 sposò Luigia Filippini Lera; dal matrimonio nacquero quattro figli: Carlo (1903), Giuseppe (1905), Marcantonio (1907), Giulio (1910).

Nel febbraio 1908 venne assunto presso l’Ufficio legale del Comune di Roma, dal quale si sarebbe dimesso nel 1919. Parallelamente all’attività comunale, dal 1911 iniziò la sua collaborazione con la S. Sede: fu procuratore e consulente legale dell’Amministrazione di Propaganda Fide, poi dell’Amministrazione dei Beni della S. Sede (dal 1921 anche dei Sacri Palazzi apostolici); nel 1917 fu nominato e ammesso tra gli avvocati concistoriali.

Il 21 agosto 1920 morì la moglie; lo stesso anno si candidò alle elezioni comunali nelle liste del Partito popolare italiano (PPI) e l’anno seguente divenne membro effettivo della giunta provinciale amministrativa di Roma. Nel 1922 ottenne la libera docenza in diritto delle acque all’Università di Roma.

Nel suo campo di studi, tra il 1919 e il 1933 pubblicò una decina di contributi, soprattutto nella rivista Acque e Trasporti. La sua teorica sulle acque pubbliche e il contributo da lui portato allo sviluppo della legislazione italiana in materia sarebbe stata oggetto del saggio di G. Pacelli, Acque pubbliche e acque private nella teoria di F. P. e nel nuovo Codice Civile, in Rivista di diritto pubblico. La giustizia amministrativa, I (1943), pp. 278-291, 324-335.

Nell’estate del 1926 partecipò alla missione pontificia che accompagnò il cardinale Giovanni Bonzano al Congresso internazionale eucaristico di Chicago. Tornato dagli Stati Uniti, l’8 agosto incontrò per la prima volta il consigliere di Stato Domenico Barone, dando inizio alle trattative che portarono tre anni più tardi alla risoluzione della Questione romana, con la firma dei Patti lateranensi, l’11 febbraio 1929, da parte dei due plenipotenziari della S. Sede e del governo italiano, il cardinale Pietro Gasparri e il capo di gabinetto Benito Mussolini.

I colloqui tra Barone e Pacelli – prima ufficiosi, poi ufficiali, ma sempre segreti – furono frequenti, sempre alternati alle udienze con Mussolini e Pio XI. Il 24 novembre 1926, l’avvocato concistoriale consegnò a Barone un primo schema di trattato; tre giorni dopo, il papa gli affiancò monsignor Francesco Borgongini Duca, segretario della congregazione per gli Affari ecclesiastici straordinari, per la stesura di uno schema di concordato. Le trattative proseguirono nel 1927 e 1928 con frequenti interruzioni, dovute al dissidio tra S. Sede e regime fascista in merito all’educazione della gioventù. Dopo la morte di Barone, avvenuta il 4 gennaio 1929, Pacelli rimase unico intermediario tra Mussolini e Pio XI.

Il 23 febbraio 1929, Pio XI affidò a Pacelli il compito di approntare il progetto di sistemazione del nuovo Stato vaticano e della sua legislazione; il 27 fu nominato membro della commissione provvisoria per il governo della Città del Vaticano e successivamente membro ‘vaticano’ della commissione mista Italia-S. Sede per predisporre l’esecuzione del concordato.

Nell’ordinamento del nuovo Stato, chiese e ottenne di avvalersi della collaborazione del giurista ebreo Federico Cammeo. Durante gli incontri tenutisi tra Roma e Firenze, i due giuristi approntarono lo schema delle prime sei leggi del nuovo Stato, poi emanate il 7 giugno 1929, lo stesso giorno della ratifica dei Patti lateranensi. Primo lavoro sistematico sul diritto vaticano dopo i Patti fu la pubblicazione di Cammeo L’ordinamento giuridico dello Stato della Città del Vaticano (1932), dedicata proprio a Francesco Pacelli.

Dopo la firma degli accordi, la forte tensione suscitata dai discorsi di maggio di Mussolini alle Camere e dalla lettera di Pio XI a Gasparri (5 giugno), fu superata anche grazie alla mediazione di Pacelli e alla dichiarazione da lui predisposta e letta il giorno dello scambio delle ratifiche. Il 7 giugno 1929 venne nominato consigliere generale dello Stato della Città del Vaticano e gli fu concesso il titolo ereditario di marchese.

Tra il 6 agosto 1926 e il 7 giugno 1929 Pacelli tenne anche un diario delle trattative. Lasciato al fratello Eugenio perché lo consegnasse al pontefice l’anno della sua morte, venne pubblicato da Michele Maccarrone nel 1959 (Diario della Conciliazione, con verbali e appendice di documenti, Città del Vaticano).

Negli anni seguenti il consigliere generale dello Stato si occupò dell’applicazione ed esecuzione in Italia e nel nuovo Stato dei Patti lateranensi, e si adoperò anche per la creazione di una stazione radio vaticana autonoma. Nel settembre 1929 tenne lezione alla sedicesima Settimana sociale d’Italia, pubblicata lo stesso anno con il titolo L’Opera di Pio XI per la Conciliazione con l’Italia. Spiato dalla polizia fascista, venne considerato dagli informatori il regista occulto della nomina del fratello a segretario di Stato.

Negli anni Trenta, nonostante un’affezione cardiaca ne minasse la salute, ricoprì ancora incarichi rilevanti in molte società partecipate dal Vaticano: fu presidente della Società romana tramways-omnibus; della Società elettroferroviaria italiana; della Società romana del gas; nel 1931 entrò anche a far parte del consiglio di amministrazione dell’Italgas. Fu altresì membro del consiglio d’amministrazione del Fondo di beneficenza e religione nella Città di Roma e vicepresidente dell’Istituto dei ciechi in Roma. Era terziario francescano.

Morì a Roma il 22 aprile 1935, assistito dal fratello Eugenio, il quale però, nominato legato papale a Lourdes, non poté partecipare ai funerali, che si svolsero il 26 seguente nella chiesa di S. Maria in Traspontina. Fu seppellito al Verano.

Fonti e Bibl.: Arch. segreto Vaticano: Avvocati Concistoriali, scatola AF, Admissiones, P. F. 1917; Palazzo Ap., Titoli 150, f.1; Segr. Stato, Brev. Ap. 131, cc. 345r-348v; 205, cc. 99r-103v; 326, cc. 349r-351v; 385, cc. 238r-244v, 261r-263v; 414, cc. 416r-426v; 458, cc. 321r-326v; Biblioteca apostolica Vaticana: Archivio Circolo di S. Pietro, II.60 (P. F., n. 928); Archivio di Stato: f. Diari di F. P. (si conservano le copie del manoscritto originale); Segreteria di Stato, Archivio della Sezione rapporti con gli Stati: AA.EE.SS., IV periodo, Stati Ecclesiastici, 515 P.O., ff. 531-534; 702 P.O., ff. I-XVI; Roma, Arch. centr. dello Stato, Ministero dell’Interno, Direzione generale della Pubblica Sicurezza, Divisione Polizia politica, fascicoli personali 932; Presidenza del Consiglio dei Ministri, Consulta Araldica, f. 8848: Pacelli; Presidenza del Consiglio dei Ministri, Gabinetto 1928-1930, b. 369, f. 2/5, 6240; Segreteria Particolare del Duce, Carteggio Riservato, b. 6, f. 97/R; Ibid., Archivio Pacelli; Ibid., Archivio storico Capitolino: Ripartizione I, Posizioni matricolari, versamento 1948, b. 14, pos. 551; Ibid., Archivio storico Università ‘La Sapienza’: Serie Fascicoli Personale Docente: F. P., AS 269; Torino, Archivio storico Italgas; Guida Monaci, Roma 1906-35, ad annum e ad ind.; Annuario Pontificio, Roma-Città del Vaticano 1912-35, ad annum e ad ind.; Annuario della Regia Università degli Studi di Roma, Roma 1923-35, ad annum e ad ind.; M. Maccarrone, P. F., in Enciclopedia Cattolica, IX, Città del Vaticano 1953, pp. 502 s.; N. Padellaro, P. F., in Enciclopedia biografica. I grandi del cattolicesimo, II, Roma 1958, pp. 261 s.; P. Lehnert, Pio XII. Il privilegio di servirlo, Milano 1984, pp. 56, 65; M. Pacelli, Quando fu creata la stazione radio del Vaticano, in Strenna dei Romanisti , Roma 1989, pp. 405-415; F. Margiotta Broglio, Federico Cammeo legislatore. Il contributo alla costruzione dell’ordinamento giuridico dello Stato vaticano, in Quaderni fiorentini per la storia del pensiero giuridico moderno, XXIII (1994), pp. 247-264; C.M. Fiorentino, All’ombra di Pietro. La Chiesa cattolica e lo spionaggio fascista in Vaticano 1929-1939, Firenze 1999, pp. 58, 148, 207-209, 248; A. Tornielli, Pio XII. Eugenio Pacelli. Un uomo sul trono di Pietro, Milano 2007, ad ind.; F. P., in 1929-1989. Ottanta anni dello Stato della Città del Vaticano (catal.), a cura di B. Jatta, Città del Vaticano 2009, p. 92. In particolare sulle trattative per i Patti lateranensi: C.A. Biggini. Storia inedita della Conciliazione, Milano 1942; F. Margiotta Broglio, Italia e Santa Sede dalla Grande Guerra alla Conciliazione. Aspetti politici e giuridici, Bari 1966, pp. 180-204; R. De Felice, Mussolini il fascista, II, L’organizzazione dello Stato fascista (1925-1929), Torino 1968, pp. 382-436; I. Garzia, Il negoziato diplomatico per i Patti lateranensi, Milano 1974; L. Carboni, I Patti lateranensi, in 1929-1989, cit., pp. 73-88; R. Pertici, Chiesa e Stato in Italia. Dalla Grande Guerra al nuovo Concordato (1914-1984). Dibattiti storici in Parlamento, Roma-Bologna 2009, pp. 124-240; G. Sale, La conciliazione tra Santa Sede e Italia. Il ruolo dell’avv. F. P., in La Civiltà Cattolica, CLXII (2011), 3, pp. 29-41.

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