Branciaròli, Franco. - Attore italiano (n. Milano1948). Esordì nel Toller di T. Dorst (1970), confermandosi in alcuni spettacoli diretti da A. Trionfo (Arden of Feversham, 1971; Nerone è morto?, 1974; Faust-Marlowe burlesque, 1976, con C. Bene). Si è fatto particolarmente apprezzare in testi densi di drammaticità e sacralità, scritti per lui da G. Testori (Confiteor, 1986; In exitu, 1988; Verbò, 1989; Sfaust, 1990) e nel monologo tratto da F. Céline (Pantomima per un'altra volta, 1989), ma ha interpretato con versatilità anche ruoli tradizionali (La bisbetica domata, 1993; Otello, 1995) e ambigui (Medea, 1997, nel ruolo della protagonista; Humbert Humbert in Lolita, 2001). Nel 1981 aveva esordito nella regia (Il furfantello dell'ovest di J. Synge), mettendo in scena fra l'altro La vita è sogno e Peer Gynt (1985). Meno significativa la sua attività cinematografica (Vizi privati pubbliche virtù, 1975; La chiave, 1983; Miranda, 1985; Così fan tutte, 1991; Senso '45, 2002).
franco1 agg. e s. m. (franco1 -a) [dal lat. tardo Francus, pl. Franci, nome di origine germanica che significava propr. «coraggiosi»] (pl. m. -chi). – 1. agg. Relativo o appartenente ai Franchi, antica popolazione germanica, costituita da diverse...
franco2 agg. [dal prec.: propr. «uomo libero del popolo dei Franchi»] (pl. m. -chi). – 1. ant. o letter. Ardimentoso, intrepido: affrontò franco2 il pericolo; la Persia e il fato assai men forte Fu di poch’alme franco2 e generose (Leopardi);...