EVANGELISTI, Franco

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 43 (1993)

EVANGELISTI, Franco

Daniela Tortora

Nacque a Roma il 21 genn. 1926 da Enea e Fernanda Vercelli. Trascorse l'infanzia nella città natale, ove compì studi liceali e s'iscrisse nel 1945 alla facoltà di ingegneria, che frequentò sino al 1948. In quell'anno decise di dedicarsi completamente alla musica, intraprendendo su consiglio di F. Germani gli studi di composizione con D. Paris e di pianoforte con E. Arndt.

Gli anni Cinquanta segnarono in maniera decisiva la vicenda complessiva dell'E. e lo condussero attraverso una serie di incontri e tappe fondamentali al conseguimento di una piena maturità artistica. Sin dal 1951 conobbe M. Bortolotti e D. Guàccero, entrambi allievi di G. Petrassi, ed incontrò nuovamente E. Macchi, conosciuto nel 1938 nel corso degli anni scolastici. L'anno seguente, oltre ad affrontare i primi esami di teoria e canto gregoriano presso il conservatorio di S. Cecilia in Roma, dove tuttavia rinunciò ad iscriversi per una serie di difficoltà legate alla vista, diede inizio ai suoi viaggi in Germania, frequentando regolarmente sino al 1962 i "Ferienkurse für Neue Musik" di Darmstadt e, in particolare, i corsi tenuti da R. Leibowitz, W. Fortner ed E. Krenek. Con largo anticipo rispetto al musicisti della sua generazione, l'E. fu dunque tra i primi, accanto a B. Maderna, L. Nono, L. Berio, ad avvertire la necessità di un allargamento dell'angusto orizzonte musicale italiano.

Decisivi furono inoltre nello stesso 1951 l'incontro con W. Meyer Eppler, professore di fisica presso l'università di Bonn, e la conseguente visita all'Institut fùr Konimunikationsforschung, ove l'E. avviò i suoi interessi per la musica elettronica. Nel 1954 decise di trasferirsi a Friburgo per frequentare la locale "Musikhochschule", ove seguì con regolarità sino al 1956 la "Meisterklass für Komposition" tenuta da H. Genzmer.

Dopo una serie di tentativi giovanili (Sei piccoli divertimenti per violino e pianoforte; Quis horrendos fuit [I cantata] per coro e orchestra su testo di Tibullo, Contrasto per violino e pianoforte; II cantata per baritono, coro e orchestra; La terra ha sete di pianto per soprano e pianoforte; Was kann ich per voce e pianoforte su testo di S. George; Concerto per violoncello e orchestra), tutti databili tra il 1952 ed il 1953 e tuttavia non inclusi dall'autore nel catalogo definitivo delle sue opere, iniziò a lavorare alla prima composizione della maturità: 4!, Piccoli pezzi per violino e pianoforte, terminata nel corso dell'anno successivo ed eseguita per la prima volta a Darmstadt nel 1958.

Sempre nel 1955 scrisse Ordini, strutture variate per sedici strumenti, dedicata "al caro amico Daniele Paris", che ne diresse la prima esecuzione a Brema nel 1960; iniziò a comporre Proiezioni sonore per pianoforte, che D. Tudor eseguì a Darmstadt nel 1958, e a lavorare a un progetto di composizione, Due conversari per oboe concertante, archi e percussione, conclusa nel 1956.

Nel 1956, su invito di H. Eimert, iniziò le sue ricerche presso lo studio elettronico della Westdeutscher Rundfunk di Colonia, ove ebbe, tra l'altro, contatti decisivi con H. Brün, H. G. Helms, G. M. König, H. K. Metzger, K. Stockhausen (cui l'E. aveva dedicato Proiezioni sonore): dopo un anno e mezzo di intenso lavoro completò la sua prima composizione elettronica Incontri di fasce sonore, trasmessa da Radio Colonia nel 1957. In quello stesso anno H. Scherchen lo invitò, quale rappresentante della Westdeutscher Rundfunk di Colonia, presso lo studio di elettroacustica sperimentale dell'UNESCO da lui allestito a Gravesano. L'E. intervenne, sempre nel 1957, con A. Clementi al festival della Società internazionale di musica contemporanea di Zurigo e avviò il progetto della composizione Random or not Random, appunti degli anni 1957-62 per orchestra, eseguita per la prima volta a Palermo nel 1963 nel corso della IV Settimana internazionale di nuova musica.

Il 1958 fu l'anno di composizione di Proporzioni, strutture per flauto solo dedicata a S. Gazzelloni, ma soprattutto fu l'anno dell'Autunno musicale di Varsavia, festival dalle suggestive aperture verso la produzione musicale contemporanea, e di inaugurazione dello studio sperimentale della Radio polacca, cui l'E. intervenne insieme a K. Stockhausen e L. Nono. Sempre in quell'anno egli conobbe M. Kagel, G. Ligeti, G. Scelsi e l'ing. L. Viesi, le cui teorie nel campo della biofisica polarizzarono a lungo i suoi interessi. Dopo aver intuito i rapporti, necessariamente condizionanti, esistenti tra industria della cultura e principali protagonisti dei corsi estivi darmstadtiani, nel 1959 avviò insieme con altri giovani compositori (H. Brün, L. De Pablo, R. Kayn, G. M. König, B. Nilsson, S. Wolpe) un tentativo di cooperativa editoriale in collaborazione con l'editore Tonos di Darmstadt (i cui esiti furono tuttavia assai poco fruttuosi), al fine di rompere il monopolio instaurato dalle grandi case editrici.

Nello stesso anno l'E. lavorò al progetto non realizzato di Campi integrati, alla composizione di Aleatorio per quartetto d'archi, che venne eseguito per la prima volta a Boston dal quartetto Lasalle dedicatario dell'opera stessa, e di Spazio a 5 per quattro gruppi di percussioni, voci e accorgimenti elettronici, terminata poi nel 1961 e dedicata a un nutrito gruppo di amici (R. Kayn, A. Giuliani, F. Nonnis, A. Perilli, C. Vasio).

Sempre nel 1959 l'E. fu protagonista di una serie di iniziative in ambito romano che portarono poco dopo alla nascita della associazione musicale Nuova Consonanza. Accanto all'E. vi furono in quella prima fase D. Guàccero, E. Macchi, D. Paris e A. Titone, musicologo e compositore palermitano, i quali esordirono a Roma con la pubblicazione del primo numero della rivista Ordini. Studi sulla nuova musica e con un concerto di nuove musiche eseguite da D. Tudor presso il ridotto del teatro Eliseo.

Malgrado i primi anni Sessanta fossero segnati da una serie di importanti esecuzioni di sue opere e nonostante egli avesse terminato alcuni lavori significativi, quali Spazio a 5, Random or not Random e Die Schachtel, azione mimoscenica per mimi, proiezioni e orchestra da camera su soggetto di F. Nonnis (la cui prima esecuzione fu a Davis, California, nel 1966), segno evidente di una vena tutt'altro che infeconda, l'E. decise nel 1962 di abbandonare la composizione per dedicarsi esclusivamente a ricerche di carattere teorico-speculativo. Rimasero pertanto allo stato di abbozzi i lavori Campi integrati, composizione elettronica, e Condensazioni, strutture intercambiabili per orchestra, e parimenti progetti non realizzati furono Metamere per orchestra e il lavoro teatrale Il sogno di Flamel.

Nel 1964 l'E. fondò a Roma il Gruppo di improvvisazione Nuova Consonanza, la cui attività lo impegnò costantemente per tutto il resto della sua esistenza: pur con formazioni mutevoli nel corso degli anni e proprio per la spinta propulsiva e unificatrice dell'E., il gruppo seppe ritagliare per sé uno spazio assai significativo all'interno delle problematiche musicali contemporanee, partecipando tra l'altro a rassegne e festivals europei di assoluto prestigio.

Nell'ottobre del 1966 si trasferì a Berlino Ovest, ospite del Deutsch-Akademischer Austauschdienst, con una borsa di studio della Ford Foundation della durata di due anni; nell'anno seguente allestì a Roma lo "Studio R 7" per la musica elettronica in collaborazione con W. Branchi, D. Guàccero, G. Guiducci, P. Ketoff, E. Macchi e G. Marinuzzi iunior.

Rientrato definitivamente in Italia nell'agosto del 1968, riprese le sue ricerche teoriche con l'ing. Viesi, sotto la cui direzione a Roma nel 1970 si svolse un seminario di studio cui parteciparono l'E., W. Branchi, E. Macchi, A. Neri, G. Piazza, F. Razzi. Negli stessi anni prese avvio l'attività didattica dell'E.: a Roma dal 1969 al 1972 tenne presso l'Accademia nazionale di S. Cecilia un corso sperimentale di musica elettronica; dal 1970 sino al 1975 fu titolare della prima cattedra di musica elettronica in Italia, istituita presso il conservatorio "A. Casella" de L'Aquila, ed infine dal 1974 sino all'anno della morte a Roma della medesima cattedra presso il conservatorio di S. Cecilia.

Il 7 dic. 1967 aveva sposato ad Eutin in Germania Irmela Heimbácher, una giovane studentessa di medicina; nacque a Roma il 26 genn. 1971 il loro primo ed unico figlio Jonas.

Gli anni Settanta furono segnati dal suo rientro alla presidenza dell'associazione Nuova Consonanza, che egli diresse ininterrottamente dal 1972 sino al 1979, ed inoltre da un'intensa attività seminariale in Italia e all'estero. Nel 1979 venne chiamato a far parte della commissione italiana per la musica dell'UNICEF. L'organizzazione lo invitò insieme con I- Bacalov, E. Macchi, E. Morricone e N. Rota a scrivere la musica per un film d'animazione da realizzarsi per l'Anno internazionale del bambino. Il 1978 segnò dunque il suo ritorno alla composizione con una rielaborazione del vecchio progetto elettronico di Campi integrati in una versione per strumenti tradizionali dal titolo Campi integrati n. 2, gioco per nove strumenti, dedicato alla moglie Irmela e concepito in due versioni rispettivamente destinate a fungere da colonna sonora a due dei dieci episodi del film Dieci per vivere.

Morì a Roma il 28 genn. 1980.

Per ciò che concerne la scarna quanto suggestiva produzione musicale dell'E. - nel catalogo figurano appena una decina di titoli - è bene precisare che essa risale interamente al periodo 1954-1962, con la sola eccezione dell'ultima opera Campi integrati n. 2 degli anni 1978-79. Sarebbe inoltre arbitrario includere nel catalogo medesimo i lavori giovanili degli anni 1953-54, ritrovati dopo la morte tra le carte del compositore, i cui titoli presunti sono stati citati esclusivamente per completezza di indagine documentaria. Di tutte le composizioni dell'E., i cui autografi sono in possesso della moglie ad eccezione della partitura di Incontri di fasce sonore, donata dall'autore nel 1968 alla Foundation for contemporary performance arts di New York, soltanto Incontri di fasce sonore, Random or not Random e Die Schachtel sono attualmente in edizione, mentre 4! e Campi integrati n. 2 non sono mai state pubblicate e tutte le altre (Ordini, Proiezioni sonore, Aleatorio, Spazio a 5), edite da Tonos fino al 1980, sono attualmente fuori edizione.

Nel rigore assoluto di progettualità e realizzazione, le opere dell'E. paiono tutte rivolte alla ridefinizione del mestiere del compositore, più scienziato che artista, cui egli intendeva sottrarre ogni atteggiamento di stampo umanistico in virtù di un concetto assoluto ed assolutizzante dello spazio sonoro e musicale.

Nei due studi per violino e pianoforte del 1954, 4!, si esaurisce tutta l'esperienza posiweberniana dell'E.: i due "piccoli pezzi" utilizzano entrambi una serie tratta dal Concerto Op. 24 di A. Webern, suddivisa in quattro microserie di tre note ciascuna, variamente conibinabili secondo l'antico principio del quadrato magico. Tuttavia l'attenzione del compositore pare essersi già spostata dal suono singolo verso gli agglomerati sonori nella cui indefinitezza il primo risulta assorbito e sommerso.

Con Ordini l'E. realizza un tipico esempio di come complessi procedimenti di calcolo combinatorio possano essere applicati alla musica. La composizione è concepita per quattro differenti gruppi strumentali, la cui insolita disposizione nello spazio consente di dosarne i differenti pesi acustici. Accanto ad alcune novità nei modi di attacco e produzione del suono, compaiono nella partitura le prime timide aperture al "caso", pur sempre governate da una struttura codificata in ogni suo dettaglio.

Proiezioni sonore per pianoforte e Proporzioni per flauto costituiscono gli unici due lavori per strumento solo dell'intero catalogo: il primo rappresenta l'opera d'esordio pieno dell'alea controllata nella produzione dell'E., attraverso una serie di soluzioni lasciate alla libera scelta dell'interprete; il secondo radicalizza ed estende la problematica dell'alea giungendo a configurarsi come una vera e propria "opera aperta", di fatto la più sorprendentemente mutevole di tutte le composizioni di Evangelisti. Il precoce e via via sempre più esclusivo interesse verso le nuove tecnologie relative alla produzione del suono, e l'occasione offertagli da H. Eimert di poter lavorare presso lo storico studio della radio di Colonia, costituiscono la premessa alla realizzazione di Incontri di fasce sonore, che insieme a Studio II di K. Stockhausen è stata la prima composizione elettronica messa in partitura. Il lavoro utilizza esclusivamente suoni sinusoidali ed è costruito su di una serie geometrica di livelli di intonazione, quale significativo tentativo di superamento dell'uniformità intervallare esistente tra grado e grado nel sistema temperato. Sempre più legate alle problematiche dell'indeterminatezza formale, seppure all'interno di un processo compositivo mai svilito nella sua imprescindibile esistenza, risultano essere oltre al già citato Proporzioni, il quartetto per archi Aleatorio, nelle cui sedici battute si disperde ogni successione temporalmente orientata, ed infine il progetto non realizzato di Campi integrati, finalizzato alla introduzione dell'alea nella composizione elettronica.

Spazio a 5 per quattro gruppi di percussioni, voci ed accorgimenti elettronici, lavoro in cui l'uso accessorio di questi ultimi consente diverse possibilità di creazione-manipolazione dei suoni nel corso dell'esecuzione, e Random or not Random, appunti degli anni 1957-62 per orchestra, non casualmente dedicato "alla squisita poetica del nulla di John Cage", si collocano in prossimità del silenzio compositivo di Evangelisti. Il congedo è affidato propriamente a Die Schachtel (da cui in seguito trasse Tre strutture per piccola orchestra e Cinque strutture per piccola orchestra e nastro magnetico), definito da C. Annibaldi (1980) "un provocatorio tentativo multimediale ovvero un esperimento teatrale che eccezionalmente comvolgeva i suoi metodi astratti in una metafora della alienazione sociale".

Con Campi integrati n. 2 l'E. tornò a comporre dopo oltre quindici anni di silenzio, facendo confluire in questa sua tarda opera tutte le esperienze musicali vissute sino a quel momento. Accanto alla composizione ed all'impegno costante quale organizzatore della vita musicale romana, l'E. coltivò un'intensa attività di studio e di ricerca, in parte poi confluita nei suoi numerosi saggi ed articoli, oltre che nelle conferenze e nei seminari tenuti in tutta Europa. Gli argomenti maggiormente indagati negli scritti teorici dell'E. possono essere ricondotti ai seguenti filoni principali e continuamente ricorrenti: la situazione musicale odierna e la definitiva saturazione del sistema temperato, di cui serialità integrale ed alea non sono che espressioni consimili di un tardo epigonismo; la composizione elettronica e l'acquisizione di una nuova sensibilità musicale al fine di operare un corretto uso delle nuove tecnologie; l'esperienza del Gruppo di improvvisazione Nuova Consonanza, quale "atto di sopravvivenza" all'interno del sistema temperato. Dai contorni più oscuri appaiono la infruttuosa ricerca sulle possibilità di conversione degli impulsi cerebrali in onde sonore, condotta in solitudine per almeno sei anni sino al 1963, e l'originale teoria dell'"armosonia", entrambe poi confluite nel volume, a lungo preannunciato e pubblicato postumo in lingua tedesca, dal titolo Dal silenzio ad un nuovo mondo sonoro.

Opere. Opere teatrali: Die Schachtel, azione mimoscenica per mimi, proiezioni, orchestra da camera su soggetto di Franco Nonnis, Londra 1962-63.

Musica per orchestra: Ordini, strutture variate per sedici strumenti. Darmstadt 1955; Random or not Random, appunti degli anni 1957-62 per orchestra, ibid. 1962.

Musica da camera: 4! [fattoriale], piccoli pezzi per violino e pianoforte, 1954-55; Proiezioni sonore, strutture per pianoforte solo, Darmstadt 1955-56, Proporzioni, strutture per flaulo solo, Firenze 1958; Aleatorio, per quartetto d'archi, Darmstadt 1959; Campi integrati n. 2, giuoco per nove strumenti, ibid. 1959-79.

Musica elettronica e musica per strumenti e dispositivi elettronici: Incontri di fasce sonore, composizione elettronica, Vienna 1956-57 Spazio a 5, per quattro gruppi di percussioni, voci e accorgimenti elettronici, Darmstadt 1959-61.

Scritti teorici: Verso una composizione elettronica/Rapporto tra mezzi ed individuo nel suo tempo, in Ordini. Studi sulla nuova musica, I (1959), 1, pp. 48-53; Espacio para la musica/Espacio y musica/Espacio en la musica/Espacio es musica, in Acento cultural, III (1961), 14, Suppl. 35-36, pp. 47-56; intervento senza titolo e presentazione di Incontri di fasce sonore, in La Biennale di Venezia, XI (1961), 44-45, pp. 31 ss., 44; intervento senza titolo, in Il Verri, 1964, n. 16, pp. 66 ss.; risposta all'inchiesta La situazione musicale oggi in Italia, a cura di A. M. Bonisconti - M. T. Bottinelli - A. Fabbri, in Discoteca, V (1964), 45, p. 29; Für eine neue Form der elektronischen Komposition, in Römische Reden. Zehn Jahre Deutsche Bibliothek Rom. Goethe Institut 1955-1965, München 1965, pp. 114 ss.; Nuova Consonanza nel mondo italiano oggi, in Il Marcatre, I (1965), 16-18, pp. 231 s.; Applicazione di elettroacustica. Musica elettronica aleatoria, in Duemila, II (1966), 6, pp. 77 ss.; L'opera risultato di una collettività: l'improvvisazione di gruppo, in Collage, 1967, n. 7, pp. 83 s. (già pubbl. in tedesco, in Melos, XXXIII [1966], pp. 86 ss.); Dal silenzio ad una nuova musica, ibid., pp. 81 s.; recensione di P. Schaeffer, Traité des objets musicaux, in The World of music, IX (1967), 2, pp. 61-64; Mario Bortolotto, ovvero sia del "Wu Yung", in Nuova Riv. mus. italiana, III (1969), pp. 844-847; Verso una composizione elettronica, in Accademia di S. Cecilia. Annuario 1969, Roma s.d.; contributo senza titolo per Strawinsky, a composer's memorial, in Perspectives of new music, IX (1971), 2, pp. 411 s.; Musica mediante strumenti elettronici, in Cultura e scuola, XI (1972), 42, pp. 122-125; Die musikalische Rückentwicklung in der Avanigarde, in Der Musikalische Futuristn. Studien zur Wertungsforschung, a cura di O. Kolleritsch, Graz 1976, pp. 114-120, anche in Miscellanea del cinquantenario, Milano 1978, pp. 223-228; Il risveglio della città. Dall'arte dei rumori alla nuova consonanza, in L'ecosistema urbano, Bari 1978, pp. 137-140; contributo senza titolo in Autobiografia della musica contemporanea, Cosenza 1979, pp. 56-67; Dal silenzio ad un nuovo mondo sonoro, Roma 1989.

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