Lòi, Franco

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Poeta italiano (Genova 1930 - Milano 2021). Nella sua opera poetica ha assunto il dialetto meneghino come il crogiolo di un più complesso espressionismo linguistico, talvolta animato anche di una risentita passione politica, mescolando elementi di varia provenienza, talvolta rielaborati e reinventati per piegarli alle sue esigenze espressive. È autore di numerose raccolte poetiche in cui ha saputo fondere una poesia di ampio respiro narrativo e improvvisi slanci lirici.

Vita

Trasferitosi a Milano (1937), dopo aver intrapreso diversi lavori a partire dai primi anni Ottanta ha intensificato la sua attività in campo editoriale, divenendo tra l'altro anche un apprezzato critico letterario e collaboratore di riviste e quotidiani.

Opere

Nei suoi testi L. usa un dialetto milanese molto aperto alle contaminazioni, intrecciando voci diverse: dal dialetto milanese della tradizione letteraria al gergo dialettale proletario e sottoproletario non solo milanese, dagli arcaismi ai forestierismi, fino ai neologismi e alle sue personali invenzioni, ottenendo un impasto linguistico di forte originalità espressiva, che spesso si nutre di polemica sociale e talora anche politica. A partire da Stròlegh, uno sguardo penetrante e insieme visionario nel mondo operaio e popolare della Milano anni Quaranta e Cinquanta, cui hanno fatto seguito Teater (1978), in cui come suggerisce il titolo tutto si svolge come su una scena teatrale, L'angel, una sorta di romanzo in versi in cui compaiono anche passi in genovese, emiliano e romanesco, L'aria (1981), Bach (1986), Liber (1988), la sua ricerca ha recuperato con uguale efficacia e originalità l'epica popolare e l'intimismo lirico. Ha realizzato ancora: Memoria (1991), Umber (1992), Arbur (1994), Amur del temp (1999), Isman (2002), Aquabella (2004). Nel 2005 ha pubblicato Aria de la memoria, un'antologia delle poesie scritte tra il 1973 e il 2002. Con Voci d'osteria (2007) ha messo in forma poetica il copioso materiale raccolto nel tempo ascoltando le voci della gente comune, ovunque ci fossero ancora persone in grado di parlare in dialetto milanese, mezzo espressivo da sempre ritenuto straordinariamente capace di cogliere il carattere degli uomini e il senso della vita. Autore anche di una raccolta di saggi (Diario breve, 1995) e di racconti (L'ampiezza del cielo, 2001), nel 2010 ne è stata edita l'autobiografia Da bambino il cielo, a cura di M. Raimondi; tra le sue opere più recenti occorre citare, entrambe del 2012, la raccolta poetica I niül e il testo La luce della poesia, articolata riflessione sull'essenza di questo genere letterario, e Voci d'un vecchio cantare (2017).

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