MAISTRE, François-Xavier de

Enciclopedia Italiana (1934)

MAISTRE, François-Xavier de

Pietro Paolo Trompeo

Nato a Chambéry l'8 novembre 1763, morto a Strelnia (presso Pietroburgo) il 13 giugno 1852. Nato e cresciuto in una famiglia di magistrati, da poco insignita di titolo comitale, in cui era vivo il sentimento dell'onore domestico e nazionale e della fedeltà alla casa di Savoia, X. de M. si diede giovanissimo alla carriera militare. Durante il carnevale del 1790, in seguito a un duello con un compagno d'armi, fu messo agli arresti nella cittadella di Torino, dove incominciò a scrivere il suo Voyage autour de ma chambre, una leggiadra fantasia sul gusto del Viaggio sentimentale dello Sterne: tra l'amabilità ancora settecentesca e certe delicate sfumature già romantiche v'è un non so che di deliziosamente ingenuo che ci riporta al piccolo mondo, un po' chiuso e impacciato nelle sue grazie, della vecchia aristocrazia piemontese. Al Voyage (pubblicato a Losanna nel 1795, per cura del fratello Joseph, con la falsa data "Torino 1794") seguì una Expédition nocturne autour de ma chambre, che però fu terminata soltanto nel 1823 e pubblicata nel 1825, a Pietroburgo. Dopo l'abdicazione di Carlo Emanuele IV e l'occupazione del Piemonte da parte dei Francesi, X. de M. si venne a trovare senza impiego. Ma, come suo fratello Joseph, egli detestava non meno dei Francesi invasori gli Austriaci, i quali, dopo la fortunata campagna del 1799, si opponevano alla restaurazione del re di Sardegna e miravano ad annettersene gli stati: così che seguì A.V. Suvorov, sotto il quale serviva col grado di capitano, quando Paolo I lo richiamò in Russia. Quivi fu aggregato all'esercito imperiale e nel 1812 prese parte, col grado di colonnello, alla guerra contro Napoleone. Nel 1813 fu promosso generale. Nello stesso anno sposò la contessa Sofia Zagriatsky e ne ebbe parecchi figlioli che tutti gli premorirono: invano cercò di contendere alla morte i due che più a lungo sopravvissero, Arturo e Caterina, venendo in Italia per un lungo soggiorno (1826-1838).

Anteriori a questo viaggio sono i racconti più noti di X. de M.: Le Lépreux de la cité d'Aoste (1811), tutto pervaso da un dolce senso d'umanità e da una religiosità schietta, che in alcuni tratti si solleva a un platonismo cristiano purissimo; Les Prisonniers du Caucase (1825), in cui la narrazione si svolge secondo una linea efficacemente semplice e dà a volte, senza cercarla, un'impressione di epicità (Tolstoj ne risentì probabilmente l'efficacia quando scrisse il suo Prigioniero del Caucaso); La Jeune Siberienne, che narra senza smancerie sentimentali, anzi con una commovente castità di stile, le avventure d'una giovinetta sorretta dal più puro sentimento religioso nel suo eroico amore filiale (il De Amicis ne prese probabilmente lo spunto per il racconto Dagli Appennini alle Ande, in Cuore). Di lui rimangono inoltre alcuni racconti postumi, alcune poesie non prive di sentimento e di grazia, una libera imitazione delle favole di Krylov e un certo numero di memorie scientifiche nella Bibliothèque de Genève e negli Atti della R. Accademia delle scienze di Torino. Alle Soirées de Saint-Pétersbourg di suo fratello Joseph collaborò con la descrizione iniziale del tramonto sulla Neva e con osservazioni di vario genere utilizzate dall'autore. Egli diceva: "Mio fratello ed io eravamo come le due lancette d'uno stesso orologio: lui era la grande ed io la piccola, ma segnavamo la stessa ora, per quanto in maniera diversa". Nulla di più giusto; e si può aggiungere che la maniera di X., cioè la dolcezza e l'amabile festività, si ritrova nelle lettere familiari di Joseph, ad attestare il comune fondo di sentimenti.

Opere: Œuvres de M. le Comte X. de M., voll. 3, Parigi 1825; Œuvres inédites de X. de M., a cura di E. Réaume, voll. 2, Parigi 1877. Lettere inedite in Le correspondant del 10 e 25 novembre 1902, e in Revue d'histoire littéraire de la France, ottobre-novembre 1909. Le Lépreux de la cité d'Aoste fu tradotto da Cesare Balbo; una buona ediz. annotata del testo e della traduz. pubblicò S. Pellini, Aosta 1905. Il Voyage e l'Expédition furono tradotti da S. Spaventa Filippi (Viaggi in casa, Roma 1922).

Bibl.: Ch.-A. Sainte Beuve, Portraits contemporains, III; W. Ungewitter, X. de M., sein Leben und seine Werke, Berlino 1892; Ch. de Buttet, Aperçu de la vie de X. de M., Grenoble 1919; A. Berthier, X. de M., étude biographique et littéraire, Lione-Parigi 1921 (con ricca bibl.); S. Ortiz, Una reminescenza di X. de M. in "Cuore" di De Amicis, Roma 1932.