FRESATRICE

Enciclopedia Italiana - II Appendice (1948)

FRESATRICE (XVI, p. 68)

Manlio ORERZINER

Lo sviluppo delle industrie meccaniche in genere e di quelle attrezzate per la produzione in serie o in massa in particolare, ha contribuito grandemente al progresso delle macchine utensili. Le linee direttive di tale progresso sono rappresentate dall'automatismo, dalla semplicità, comodità e sicurezza dei comandi, dall'aumento della capacità produttiva e della precisione di lavorazione, dal miglioramento della finitura superficiale. Nel campo delle fresatrici ciò ha portato a forme costruttive particolarmente robuste che in taluni casi si allontanano da quelle tradizionali (fig. 3, fresatrici-pialla), alla diffusione di macchine utilizzanti numerosi utensili, per poter compiere sullo stesso pezzo e sulla stessa macchina più operazioni o poter compiere, contemporaneamente, la stessa operazione su più pezzi (fig. 2, fresatrice a profilare su sagoma a 4 mandrini).

Un esempio di fresatrice speciale, realizzata per la esecuzione rapida di un determinato elemento costruttivo, è dato dalla fig. 5 che rappresenta una macchina per la fresatura-tornitura, prima della rettifica, di alberi a gomito con una produzione di 24 pezzi ogni 48 minuti e con una potenza complessiva istallata di 163 CV.

Alcune innovazioni relativamente recenti meritano un cenno particolare. Anzitutto la opinione che il movimento di alimentazione dovesse contrastare il moto di lavoro della fresa, opinione del resto appoggiata sui risultati di alcuni tentativi che avevano dimostrato le difficoltà di attuazione e gli inconvenienti presentati da una alimentazione concorde (figg. 1, 4, destra) è venuta a modificarsi quando sono state costruite fresatrici ad avanzamento concorde, reso possibile dall'impiego di tavole dotate di meccanismo di alimentazione con giuoco eliminato. L'esperienza ha messo in evidenza i vantaggi e gli svantaggi presentati dai due sistemi e il più opportuno campo di impiego per ognuno.

Nelle fresatrici a moto di alimentazione concorde la reazione dell'utensile sul pezzo lavorato è favorevole alla stabilità, in quanto tende a premere il pezzo stesso contro la tavola e non a sollevarlo come avviene nell'alimentazione discorde (figg. 1, 4, sinistra). In genere la finitura superficiale risulta migliore con l'alimentazione concorde quando il materiale lavorato non dà origine a formazione di sovrametallo sul petto dell'utensile, con la discorde nel caso contrario; la durata dell'utensile risulta superiore col primo sistema; per materiali che posseggono una crosta di fusione o di fucina, è da preferirsi il secondo.

L'adozione di utensili, a base di carburi speciali, con angolo di spoglia negativo (v. utensili, in questa App.) per la lavorazione dell'acciaio anche nelle operazioni di fresatura ha portato da un aumento della produzione e ad un miglioramento della finitura superficiale, ma ha richiesto macchine appositamente costruite, molto robuste e dotate di motori di potenza convenientemente elevata.

Le diverse caratteristiche di lavoro (velocità di taglio e di avanzamento, sollecitazioni in giuoco, potenze assorbite) che si riscontrano nella lavorazione dell'acciaio e in quella delle leghe leggere, giustificano la tendenza a differenziare le macchine destinate ad operare su materiali così diversi.

Una innovazione costruttiva è rappresentata dall'impiego di un volano sull'albero portafrese e disposto molto vicino all'utensile per attenuare le vibrazioni del mandrino in dipendenza delle variabilità e, in alcuni casi, discontinuità del momento resistente applicato alla fresa.

L'introduzione di affilatrici operanti su sagoma e capaci di riprodurre con estrema esattezza il profilo di taglio dei denti di una fresa, comunque complicato, ha consentito una più diffusa utilizzazione di frese di forma a denti fresati che presentano sensibili vantaggi nell'impiego rispetto alle frese a profilo costante.

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