Fronti popolari

Dizionario di Storia (2010)

fronti popolari


Raggruppamenti di movimenti e partiti politici di sinistra, perlopiù europei (segnatamente comunisti, socialisti, radicali e repubblicani), costituiti nel 1934-38 in funzione antifascista e nella seconda metà degli anni Quaranta come coalizioni che si proponevano alla guida di vari paesi. Nel primo caso, i f.p. ebbero i loro embrioni nei patti di unità d’azione tra comunisti e socialisti francesi (luglio 1934) e italiani (ag. 1934), dinanzi al rafforzarsi del fascismo in Europa. Nel 1935 il 7° congresso del Comintern, sotto l’impulso di G. Dimitrov e P. Togliatti, sancì la linea dei f.p. in tutto il continente. In Spagna il Frente popular (socialisti, comunisti, anarchici, repubblicani di sinistra e radicali) vinse le elezioni politiche del febbr. 1936, portando alla presidenza del consiglio M. Azaña e scontrandosi poi con la sedizione franchista. In Francia il Front populaire (comunisti, socialisti e radical-socialisti) ottenne successo alle elezioni dell’apr. 1936, il che aprì le porte al governo di f. p. guidato dal socialista L. Blum con un largo programma di riforme sociali. In Italia, un Fronte democratico popolare (formato da PCI, PSI e alcune formazioni minori) si costituì per le elezioni del 18 apr. 1948, ma si sciolse nell'agosto successivo. Governi di f. p. o affini si sono avuti in Romania, Ungheria, Bulgaria, Cecoslovacchia, spesso come fase di passaggio verso governi a piena egemonia comunista. In contesti e con caratteri diversi, f.p. sono sorti anche in America latina, Africa e Asia.

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