FROSINONE

Enciclopedia dell' Arte Antica (1994)

FROSINONE (Frusino)

E. M. Beranger

Città situata sulla sommità di una lunga collina lambita dal fiume Cosa (Strab., V, 3, 9) e da due suoi affluenti, al confine tra il territorio dei Volsci e quello degli Ernici, tra le principali animatrici nel 306 a.C. della ribellione contro Roma. Riconquistata nel 303 a.C., fu privata di un terzo del suo territorio mentre i capi della rivolta furono trucidati a colpi di scure (Liv., X, 1). La città fu ridotta a semplice praefectura (Fest., p. 233 Müller) e il suo ager duramente saccheggiato dalle truppe annibaliche, come indirettamente testimoniano i numerosi prodigi avvenuti nel suo territorio tra il 207 a.C. e l'inizio del II sec. a.C., descritti dalle fonti latine (Liv., XXVII, 37; XXX, 2; XXXI, 12; XXXII, 29; Obseq., 13 e 18). Con il bellum sociale divenne municipium iscritto alla tribù Oufentina·, in età imperiale fu sede di colonia retta da duoviri. Favorita dalla posizione di controllo della Via Latina e degli assi di comunicazione che dall'Appennino ernico scendevano verso il mare e Privernum, continuò a essere frequentata fino al tardo impero, come testimonia il Liber Pontificalis (ed. L. Duchesne, I, Parigi 1955, p. 269), pur non divenendo sede di diocesi.

Le più antiche attestazioni della frequentazione umana del suo territorio risalgono al Paleolitico Medio e Superiore come testimonia il sito di Selva dei Muli, che ha anche restituito ceramiche dell'Eneolitico Finale con decorazione à la barbotine. L'area urbana fu ampiamente abitata nell'Età del Ferro come dimostrano i numerosi ritrovamenti effettuati specie sul versante O della collina che si eleva a 290 m sul livello del mare. In località Fontanelle, sulla riva destra del fiume Cosa, è stato parzialmente esplorato un abitato con necropoli che ha restituito ceramica d'impasto e buccheroide nonché frammenti di bucchero grigio; in zona Fraginale è stata individuata una capanna rettangolare delimitata da muretti a secco edificati con ciottoli fluviali. Nella sua area furono esplorate due sepolture, recuperata molta ceramica d'impasto inquadrabile nelle fasi I e II dell'Età del Ferro laziale, anforette costolate con anse gemine del tipo «Alfedena», attestanti la precoce penetrazione di genti italiche attraverso le valli del Liri e del Sacco, un'anforetta con decorazione impressa a doppia spirale, del tipo già noto dalla necropoli preellenica di Cuma e frammenti di bucchero grigio.

Dalla Via dei Cavalli proviene, invece, un'antefissa di età tardoarcaica, ora nella Collezione Vallé, raffigurante la testa di una donna diademata e velata. Tali materiali, se aggiunti ai depositi votivi scoperti presso Anagni (Osteria della Fontana) e ai frammenti di bucchero rinvenuti a Roccasecca, documentano l'antichità del percorso di fondovalle antesignano della Via Latina e giustificano ampiamente l'insediamento di altura di F., che sarà poi fortificato in età romana con mura in opera quadrata, realizzate con blocchi di travertino. Prive ancora di un adeguato studio, furono già viste alla fine del secolo scorso tra Piazza Vittorio Veneto e S. Maria.

Non molto numerose sono le altre testimonianze di età romana, tra le quali emerge l'anfiteatro del II sec. d.C., tornato alla luce in Via Roma ma noto anche da documenti medievali. In particolare furono scoperte le strutture in opus caementicium di sostegno delle gradinate e tratti del paramento esterno in opera mista. La sua capienza non si spingeva oltre le 2700 persone, a dimostrazione del modesto ruolo avuto dalla città. In località Ponte della Fontana sono noti resti di un acquedotto mentre, nella già citata Via dei Cavalli, si trova una tomba in laterizio con copertura a cupola che conserva, ancora integra, la porta d'accesso. Un'estesa necropoli di età repubblicana è stata individuata nell'area della Piazza De Matthaeis.

Il centro ha restituito, finora, isolate iscrizioni latine mentre degna di nota è, presso la famiglia Marzi, una piccola collezione di tituli urbani.

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