Fulgido e fulvido

Enciclopedia Dantesca (1970)

fulgido e fulvido

Lucia Onder

Le due parole, diverse anche etimologicamente, nei due luoghi in cui appaiono sono continuamente scambiate nei codici e nelle edizioni. " Intensamente splendente ", in Pd XXVI 2, è la fulgida fiamma che emana da s. Giovanni abbagliando D. e lasciandolo dubbioso per lo viso spento, e in XXX 62 il lume in forma di rivera / fulvido di fulgore, intra due rive / dipinte di mirabil primavera che appare nell'Empireo. Il senso di luminosità implicito nell'aggettivo è accresciuto dall'allitterazione fulvido di fulgore che concentra l'attenzione del lettore sull'intensa immagine proposta.

La lezione fulvida, seguita dal Petrocchi, compare nella tradizione a stampa che muove dall'Aldina e dalla Crusca e giunge sino all'edizione del 1837, allo Scartazzini, al Casella. Essa dà al fiume di luce (come fulvus, " fulvo ") l'attributo di " rosseggiante ", " giallo-rossiccio " che anticipa l'immagine ai vv. 64-66 Di tal fiumana uscian faville vive, / e d'ogne parte si mettien ne' fiori, / quasi rubin che oro circunscrive. Il Petrocchi ricorda opportunamente l'indubbia fonte virgiliana (Aen. X 134 " qualis gemma micat, fulvum quae dividit aurum "). Le varianti fluido e fluvido della '21, dal latino fluvidus, " fluente ", ripetono l'idea del fiume che scorre e ne sono forse determinate. La lezione fulgido del Foscolo è effetto del successivo fulgore. Si veda per tutta la questione delle varianti Petrocchi, ad 1., e Introduzione 249 ss.