ARGENTO, Gaetano

Enciclopedia Italiana (1929)

ARGENTO, Gaetano

Attilio Simioni

Nato a Cosenza il 30 dicembre 1662, appartenne a quella scuola storico-giuridica napoletana che sostenne strenuamente, negli ultimi lustri del viceregno e più oltre, i diritti della corona e del potere civile contro la curia romana. Già educato nella città nativa da Pirro Schettini, ebbe a Napoli quale maestro di diritto Serafino Biscardi, allievo di Francesco d'Andrea. Iniziata la carriera del foro e dei pubblici uffici, fu nel 1708 consigliere del Sacro reale consiglio e l'anno dopo reggente del Collaterale, ch'era il più alto tribunale del regno. Nel 1714 l'imperatore Carlo VI d'Austria lo elevò alla suprema dignità di vice-protonotario e di presidente del S. R. C., e gli conferì il titolo di duca. Nella lotta serrata che si combatté fra l'imperatore e il pontefice Clemente XI, egli per il suo speciale ufficio di delegato della Real giurisdizione fu l'arbitro della battaglia anticuriale, diede anche consigli - come si vuole - al Giannone per la sua classica opera. Quando nel 1708 una famosa prammatica vietò che i benefizî e le rendite ecclesiastiche fossero date a stranieri, e parecchi giuristi furono incaricati di difendere dinanzi al papa questo provvedimento, l'A. pubblicò il trattato De re beneficiaria dissertationes tres, in cui attese a dimostrare l'utilità della prammatica dal punto di vista della disciplina ecclesiastica. Non scrisse molto: il suo merito maggiore è lo spirito che informò la sua azione pratica, di cui son prova le numerose Consulte, tuttora inedite, che si trovano nella Biblioteca Nazionale e nella biblioteca della Società di storia patria di Napoli e nella Casanatense di Roma, fonte di prim'ordine per la storia delle controversie giurisdizionali nel regno di Napoli. Morì a Napoli il 31 maggio 1730.

Bibl.: V. G. Galati, Gli scrittori calabresi, I, Firenze 1928, p. 212.

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