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DE MARTINI, Gaetano

di Marina Picone Petrusa - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 38 (1990)
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DE MARTINI, Gaetano

Marina Picone Petrusa

Figlio di Girolamo e Pasqualina Gigli, nacque il 28 maggio 1840 a Benevento. Studiò nel collegio degli scolopi con la prospettiva di diventare ingegnere, secondo i desideri della famiglia. Alla fine degli anni Cinquanta decise invece di dedicarsi alla pittura e cominciò a frequentare, a Benevento, lo studio di A. Vianelli; andò a Napoli negli anni Sessanta e sulla scia di G. Gigante eseguì una serie di acquerelli di paesaggio. La sua grande aspirazione era però quella di riuscire a fare una pittura di figure; pertanto, cominciò a seguire T. De Vivo e G. Mancinelli. Nel 1869 la morte del fratello Raffaele fu uno dei motivi di una crisi che lo spinse ad interrompere per qualche anno questi studi. Quando riprese - all'inizio dell'ottavo decennio - cominciò la sua vera carriera artistica, questa volta al seguito di D. Morelli che lasciò un'impronta decisiva nella sua formazione, spingendolo a dedicarsi alla pittura di storia e a soggetti neopompeiani e orientaleggianti.

Pompei divenne uno dei luoghi preferiti per ambientare le sue scene, fin dal primo quadro Un'ora d'ozio nelle terme, esposto alla Promotrice di belle arti di Napoli del 1874.

Dal 1874 fino al 1912 partecipò a quasi tutte le Promotrici napoletane: nel 1876 presentò uno Studio e il dipinto - poi esposto nel 1910 all'Esposizione internazionale di belle arti di Santiago del Cile - Lo schiavo e la padrona (una scena dell'epoca della decadenza romana, in Catal. delle opere..., 1918, tav.VII); l'opera fu incisa all'acquaforte da G. De Sanctis per i soci della Promotrice. Nel 1877 espose alla Promotrice Sogno (cfr. Della Rocca, 1883, p. 215) e Guardiani dell'harem (conservato presso il Museo di Orano in Algeria dopo essere stato esposto in numerose mostre in Italia e fuori; cfr. Giannelli, 1916).

Nello stesso anno prese parte alla Esposizione nazionale di belle arti di Napoli con il dipinto Italiana a Yeddo, "ben studiata nella sua penombra piena di riflessi chiari" (Netti [1877], 1980, p.203) e con una scena pompeiana Linguaggio dei fiori (Giannelli, 1916, p.209), in cui, come nelle altre opere di questo genere, la storia antica viene rievocata nella sua dimensione quotidiana. Il D., si inseriva nel fortunato filone della pittura di genere affermatasi in Europa con il pittore inglese L. Alma Tadema e in Italia con D. Morelli, C. Miola, L. Bazzani, E. Forti. Nel 1880 partecipò alla IV Esposizione nazionale di Torino con Trimalcione (Della Rocca, 1883, p. 215), nel 1881 all'Esposizione nazionale di Milano con La gitana (Catal. delle opere..., 1918, tav. II) e al Salon di Parigi con il quadro Patrizi e schiavi romani (Giannelli, 1916, p. 2 10). Dal 1882 riprese a partecipare alle esposizioni della Promotrice napoletana con Ballata;e poi ancora con Come chiamar ti deggio? (1883) e Cuor di fanciulli (1884; cfr. ibid., 1916, p. 209); Ombra e Dopo ilbagno (1889, quest'ultimo della Galleria nazionale d'arte moderna di Roma, in deposito dal 1917 presso la Pinacoteca comunale di Ascoli Piceno; cfr. anche.Netti [1889], 1980, p. 295).

Nel 1887 faceva parte della giuria di accettazione delle opere per l'Esposizione nazionale artisticw di Venezia (Giannelli, p. 209). Professore onorario dell'istituto di belle arti di Napoli (ibid.), il 9 dic. 1891 compariva nell'elenco dei soci della Società degli artisti. Nel 1893 fu premiato con menzione onorevole all'Esposizione nazionale di Roma per l'opera Mercato dei fiori a Pompei (Catal...., 1918, tav. VI). Le ultime presenze alla Promotrice napoletana vengono registrate nel 1911 con i dipinti Nel giardino e Baiadera, che aveva già presentato nel 1898 alla prima Esposizione artistica italiana di pittura e scultura a Pietroburgo insieme con la tela S. Paolo alla corte di Nerone, donata a papa Benedetto XV (Roma, Musei vaticani, coll. d'arte moderna religiosa; cfr. L'Illustr. vaticana, IV [1933], 15, p. 584), e a Torino nel 1902 alla prima Esposizione quadriennale di arte decorativa moderna, e nel 1912 con Testa di donna e Alla finestra (per un elenco delle mostre cfr. Giannelli, 1916, pp. 209 s.).

Ai ritratti ricordati dal Giannelli (ibid.) vanno aggiunti L'autoritratto, conservato nella Biblioteca arcivescovile di Benevento, il ritratto di Girolamo De Martini (Napoli, coll. Alberto De Martini), del Fratello Raffaele (1880) e due ritratti della Sorella Maria (1881 e 1895, entrambi a Napoli, coll. Augusto De Martini).

Il D. morì a Napoli il 9 giugno 1917. Aveva sposato Luisa Garofalo, avendone due figli.

Si conservano in coll. priv. a Napoli fotografie di quadri orientalisti dispersi: Odalische al bagno, Orientale con sciabola, Regina orientale e profeta, Un profeta al cospetto di una regina, Donna con tamburo.

Fonti e Bibl.: Necr., in Arte e storia, XXXVI (1917), 6-7, p. 200; C. Abbatecola, Guida e critica della grande Espos. nazionale di belle arti di Napoli del 1877, Napoli 1877, p. 283; F. Netti [1877, 1889], in Scritti critici, Roma 1980, pp. 187, 203, 295; M. Della Rocca, L'arte moderna in Italia. Studi, biografie e schizzi, Napoli-Milano 1883, pp. 211-215; A. De Gubernatis, Diz. degli artisti ital. viventi, Firenze 1889, p. 174; L. Callari, Storia dell'arte contemporanea ital., Roma 1909, p. 371; E. Giannelli, Artisti napoletani viventi, Napoli 1916, pp. 208-211; F. Zampini Salazar, Una nuova opera nella Gall. d'arte moderna del Vaticano, in Corriere d'Italia, 17 genn. 1917; O. De Simone, La tela di un artista di Benevento nella Galleria vaticana, in Riv. stor. del Sannio, III (1917), 1, p. 38; Catal. delle opere e della raccolta del pittore G. D., Napoli 1918; F. Verdinois, Su e giù per Napoli..., in Roma della domenica (Napoli), 22 ott. 1922; A. Maresca di Serracapriola, Pittori da me conosciuti, Napoli 1936, pp. 156 ss.; S. De Lucia, Medaglioni, Benevento 1937, pp. 36 ss.; D. Maggiore, Arte e artisti dell'Ottocento napoletano, Napoli 1955, pp. 120 s.; M. Rotili, Benevento e la prov. sannitica, Roma 1958, pp.310 s.; P.Ricci, Arte e artisti a Napoli 1800-1943, Napoli 1981, p. 47; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, XXIV, p. 176 (sub voce Martini, Gaetano de).

Vedi anche
Benevento Comune della Campania (129,9 km2 con 62.958 ab. nel 2007), capoluogo di provincia. La città a 135 m s.l.m. sul colle della Guardia, alla confluenza del Sabato nel Calore, sorge nel cuore della regione campana al centro di una vasta conca, circondata da monti. L’antica area urbana comprende un moderno ... Napoli Comune della Campania (117,3 km2 con 973.132 ab. nel 2008, detti Napoletani; 3.100.000 ab. considerando l’intera agglomerazione urbana), capoluogo di provincia e di regione. ● Il centro più notevole del Mezzogiorno d’Italia per ampiezza demografica, tradizioni storiche e rilevanza dell’apparato economico, ... artista Il termine, che definisce chiunque eserciti un’arte, ricorre nella letteratura artistica, dal 14° al 18° sec., parallelamente a quello di artefice (artifex). La definizione di artefice, di origine più antica, comprende il senso della perizia tecnica del mestiere, altrettanto importante dell’idea nella ... prospettiva Rappresentazione degli oggetti nello spazio (nel disegno, nella pittura ma anche nella scultura in bassorilievo o altorilievo), in modo da raggiungere l’effetto della terza dimensione su una superficie bidimensionale. arte Nella storia delle arti figurative il termine prospettiva viene usato in modo ...
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martini
martini s. m. [marchio registrato]. – 1. Vermut della ditta Martini e Rossi di Torino: un m. bianco, un m. dry, un m. rosso. 2. Cocktail, composto di vermut bianco secco (Martini dry) e di gin in proporzioni variabili.
gaéta
gaeta gaéta s. f. [forse dal nome della città di Gaeta; ma potrebbe anche risalire a un dim. del lat. mediev. galea «galèa, galera»]. – Speciale barca a remi, da pesca, usata sia nelle acque di Gaeta sia altrove, come per es. in Istria...
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